Tex - Old South, il Texone di Giampiero Casertano: la recensione

La nostra recensione in anteprima di Tex - Old South, il nuovo texone firmato dal grande Giampiero Casertano su testi di Pasquale Ruju.

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a cura di Domenico Bottalico

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Tex - Old South segna puntuale anche in questo 2021 l'appuntamento con Tex Speciale comunemente noto ai più come Texone. In questa ventisettesima uscita per l'albo "gigante" (il riferimento è ovviamente alle dimensioni extralarge dell'albo) del Rangers di casa Sergio Bonelli Editore troviamo una veterano e una vera e propria colonna della casa editrice milanese alle matite ovvero Giampiero Casertano che illustra una sceneggiatura di Pasquale Ruju, uno dei pards abituali delle pubblicazioni texiane degli ultimi anni.

L'albo che abbiamo potuto leggere in anteprima proprio grazie a Sergio Bonelli Editore sarà disponibile in tutte le edicole italiane dal 22 giugno.

L'oro del Sud

1864, confine fra Arizona e New Mexico. Un distaccamento di truppe Confederate è in fuga dagli Unionisti, i viveri scarseggiano così come le munizioni ma il morale è incredibilmente alto. Le truppe infatti stanno trasportando un carico di oro che non deve assolutamente cadere nelle mani del nemico anche a costo di spingersi in territorio Apaches. Lì si decide di nascondere l'oro, sigillato nella canna di un cannone, purtroppo però gli addetti alla sepoltura rimarranno vittima di un attacco indiano non rivelando mai ai loro commilitoni la posizione esatta del tesoro.

Molti anni dopo Tex e Carson sono sulle tracce di Nadeh, giovane rivoltosi che guida una di razziatori indiani di varie tribù desiderosi di vendetta nei confronti dell'uomo bianco. I due pards giungono quindi propri al confine fra Arizona e New Mexico in una piccola cittadina dal nome inequivocabile: Old South.

Vengono accolti calorosamente, o meglio come si conviene a degli stranieri che giungono forse in una delle ultime enclave sudiste, salvo essere "soccorsi" dal sindaco Carraway che rivale ai due rangers com'è nata la città ed il perché si trovi così vicina al territorio indiano.

Tex e Carson inizialmente non badano al racconto del sindaco ma quando un mandriano viene ucciso e scalpato, proprio Tex è costretto ad avventurarsi in territorio Apaches per scongiurare una escalation mentre Carson rimane in città dove la situazione è tutt'altro che tranquilla. Il sindaco è infatti stato ucciso e lo sceriffo Dubbs e il suo vice Mallory sembrano voler chiudere in fretta e furia il caso scaricando la colpa sugli indiani e chiamando in aiuto addirittura l'esercito rischiando così di scatenare una sanguinosa rappresaglia.

Ma Carson è un investigatore esperto e non morde la foglia mentre Tex, ancora in territorio indiano, cerca di screditare Nadeh e il suo operato davanti alle altre tribù. In una repentina girandola di "coincidenza" la rivolta di Nadeh e l'oro del sud collideranno con nel mezzo Tex, Carson, l'esercito e Cochise, il condottiero degli Apaches.

Old South, avidità sullo sfondo della Guerra di Secessione

Pasquale Ruju imbastisce, come sua tradizione ormai, una sceneggiatura coriacea che, con uno sguardo proiettato ai classici texiani, offre al lettore nuovi punti di vista sull'epopea del Ranger e sulla storia del selvaggio ovest in questo caso specifico. In questo senso Old South rievoca il mitico Tex 113 - Fra due Bandiere, albo che offriva il personale punto di vista etico e morale del personaggio sulla Guerra di Secessione, avvenimento che fa da spartiacque per la storia degli Stati Uniti e del selvaggio ovest in generale.

Come spesso accade però lo scrittore sardo, pur conscio di lavorare sulle proverbiali spalle dei giganti, non è interessato ad un retelling pedissequo né ad un ritorno alla giovinezza di Tex (per quello c'è appositamente una ottima testata) quanto far aleggiare lo spettro della Guerra di Secessione facendo così riemergere il contrasto fra nordisti e sudisti che improvvisamente è accumunato da sentimenti vacui e violenti: avidità, violenza, potere.

In questo modo Ruju mostra l'intrinseca fallacia di una guerra già di sé sporca, che mise contro lo stesso popolo. Ma anche la natura intrinsecamente avida dell'uomo che abbandona qualsiasi principio quando viene messo di fronte al denaro e alla ricchezza, anche se il prezzo da pagare fosse scatenare una nuova guerra indiana come in questo caso.

Tex e Carson sono quindi la voce della ragione in questo racconto, anzi la doppia voce della ragione perché dapprima i due pards cercano di fermare le scorribande del ribelle Nadeh, che guida un gruppo di rivoltosi Apaches, finendo immischiati nelle vicende di Old South e dei suoi abitanti e poi devono arginare l'impeto dell'esercito (percepito ancora come "nordista" in città) che richiamato in fretta e furia non esiterebbe ad una sterminio indiscriminato contravvenendo all'approccio più metodico, razionale e diplomatico dei due rangers.

Ruju costruisce una sceneggiatura che gioca su due linee narrative evidenti (il recupero dell'oro da una parte e la minaccia di Nadeh dall'altra) la cui carica tensiva cresce parallela per poi unirsi ed intrecciarsi nell'ultimo atto in un plot in cui non mancano azione e ironia (le interazioni fra Tex e Carson sono da manuale così come quelle fra Carson e la locandiera Gertie e sua nipote) e soprattutto tutti gli stilemi tipici della narrazione texiana (uno su tutti il suo ruolo di paciere fra l'uomo bianco e gli indiani).

L'autore crea archetipi che lascia caratterizzare alla perfezione a Giampiero Casertano e che diventano così pedine ben cesellate che gli permettono di concentrarsi su un plot estremamente equilibrato, avvincente forse dal ritmo non altissimo ma ideale per chi vuole leggere un western robusto e a tutto tondo.

Giampiero Casertano, un robusto ma espressivo ritorno alla tradizione

Il nome di Giampiero Casertano è legato, soprattutto per lettori Sergio Bonelli Editore di seconda generazione, a Dylan Dog. Casertano infatti era uno degli storici 7 disegnatori facenti parte della squadra editoriale che si occupò di lanciare la serie dedicata all'Indagatore dell'Incubo creato da Tiziano Sclavi e sue sono le matite di due forse fra le storie migliori in assoluto del personaggio ovvero Attraverso lo Specchio (Dylan Dog 10) e Memorie dall'invisibile (Dylan Dog 19). Pur avendo disegnato un altro western, senz'altro più crepuscolare, come Ken Parker, Casertano ha incrociato la strada di Tex solo brevemente (con una storia di 32 pagine apparsa su Color Tex 4 uscito nel 2013) e questo Old South è effettivamente la sua prima prova "lunga" (anzi lunghissima, oltre 200 tavole) per il Ranger di casa SBE.

Il veterano disegnatore milanese imbastisce quindi una prova tutta votata alla robustezza nel solco di una tradizione che, scavando nei grandi interpreti che si sono cimentati con il Texone, ritrova in Giovanni Ticci la sua cifra più efficace unita però ad una personalissima espressività e ad un gusto per il grottesco dei personaggi mai ridondante che fa scontrare esteticamente ma non solo il western più classico con quello di sintesi di Sergio Leone.

Il Tex di Casertano è idealmente quello di Ticci: dalla mascella squadratura, dagli occhi penetranti e dalla corporatura muscolosa ma non imponente. Di contro già in Carson si avverte un tocco più personale: vengono accentuate le caratteristiche fisiognomiche con grande attenzione ai baffi (forse mai così incerati ed espressivi) e la sua espressività che fa quasi da volano nei vari punti di svolta della sceneggiatura.

L'amore per il grottesco affiora negli antagonisti Nadeh (l'indiano ribelle), Dubbs (lo sceriffo di Old South) e il suo vice Mallory. Le loro fattezze, lapalissianamente esagerate, già mostrano il loro animo offuscato da sete di potere e avidità così come le loro azioni sono sempre mosse da doppi fini o torno conto personale.

Dal punto di vista del tratto, Casertano è sicuro e deciso. Il suo bianco e nero è netto, le mezze tinte ridotte al minimo grazie ad un tratteggio preciso e persistente ma non ridondante grazie anche a chine materiche che si tramutano in neri omogenei: il livello di dettaglio è alto ma non sfocia in un realismo fine a sé stesso preferendo concentrarsi, per esempio, sulla ricchezza degli abiti o ancora una volta sull'espressività dei personaggi.

Proprio l'attenzione per l'espressività ci permette di parlare della costruzione della tavola. Dopo la prima dozzina di pagine risulta evidente come Casertano non abbia intenzione di "rompere" la tradizionale "gabbia bonelliana" ed il suo schema 3x2 (tre strisce da due vignette quadrate per pagina) ma questo non gli impedisce di adottare soluzioni dinamiche e consone al suo stile mostrando come la suddetta "gabbia" non debba essere "vissuta" dal disegnatore (soprattutto per i più giovani) come un apparato costrittivo.

Ecco quindi che appaiono figure sbordate, strisce a tre anziché due vignette e vignette uniche orizzontali e in taluni casi quadruple che occupano mezza pagina. Sono eccezioni che confermano la regola e che Casertano piega a suo favore e piacimento: le orizzontali vengono spostate nella pagina (ora al centro, ora sopra) e sono quasi sempre campi medio/lunghi (come nella migliore tradizione del cinema western classico) mentre le singole quadrate (spesso di forma variabile) gli permettono da un lato di rendere concise e muscolari le sequenze d'azione e dall'altro di poter utilizzare primi e primissimi piani in cui a farla da padrone è la già menzionata espressività dei personaggi. 

Un lavoro estremamente ordinato, conciso e compendioso. Una sorta di "libro di testo" per giovani disegnatori che vogliono "capire" il fumetto popolare italiano così come interpretato dalla scuola bonelliana.

L'albo

Come riportato in apertura abbiamo potuto leggere l'albo in anteprima in formato digitale. Questo non ci ha impedito di apprezzare né le ottime tavole del maestro Casertano né il corposo apparato redazionale che spazia dall'ispirazione storico-letteraria-cinematografica della sceneggiatura di Pasquale Ruju fino ad una breve intervista proprio al disegnatore Giampiero Casertano.  L'albo arriverà poi nelle edicole nel solido brossurato dalla consolidata e storica veste grafica in cui a predominare è il colore giallo, quella sfumatura tutta texiana che richiama la sua iconica camicia, partendo dalla costina.