Tex - Snakeman, recensione: espressionismo lisergico

Tex - Snakeman è la tredicesima uscita della collana Tex Romanzi a Fumetti: Mauro Boselli ai testi è coadiuvato dal leggendario Enrique Breccia alle matite.

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a cura di Domenico Bottalico

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Con Tex - Snakeman torna il "Tex alla francese" (volumi cartonati dall'insolito formato 22.5x30 cm) e con questa tredicesima uscita della collana semestrale Tex Romanzi a Fumetti, torna ad illustrare queste particolari storie sempre in bilico fra il canonico e l'alternativo, un altro grande maestro del fumetto internazionale ovvero Enrique Breccia. Il maestro argentino è un nome assolutamente leggendario delle historietas e più in generale del fumetto mondiale che si cimenta nuovamente con Tex, questa volta su testi di Mauro Boselli, dopo il texone uscito nel giugno del 2016 (il 31° per la precisione) intitolato Captain Jack e considerato uno dei migliori in assoluto della storica collana di Albi Giganti.

Tex - Snakeman, magia e vendetta

Nuvola Rossa, uno degli sciamani della tribù Navajo di cui Tex è sakem, ha avuto un terribile presagio. Lo stesso, in meditazione in un luogo caro alla moglie Lilyth, viene raggiunto da un preoccupato Tiger Jack. Tornati al villaggio, Nuvola Rossa decide di mostrare al suo sakem la visione: un aquila e un serpenti si sfidano mortalmente. Lo sciamano invita quindi Tex a radunare i guerrieri più valorosi e a dirigersi nell'Alta Sierra.

Lo spettacolo che si para davanti a Tex e ai suoi è raccapricciante. Un intero villaggio Navajo è stato sterminato e le tracce lasciate fanno pensare ad una scorribanda di un gruppo di Utes. Quando finalmente viene ritrovato un sopravvissuto, questi sinistramente avverte Tex di essere già morto e che solo la magia del potente sciamano noto come Uomo dei Serpenti lo tiene in vita per comunicargli che la sfida fra di loro è aperta.

Tex è dubbioso sulla effettiva efficacia della "cattiva medicina" dell'Uomo dei Serpenti e sprona i suoi Navajos alla caccia, una caccia che dura relativamente poco quando, sempre sull'Alta Sierra, il gruppo colto di sorpresa da una frana che lo divide facendo precipitare lo stesso Tex che, apparentemente, muore. Mentre Tiger Jack continua la caccia, i restanti Navajos tornano al villaggio raccontando l'accaduto ad un preoccupato Nuvola Rossa che, sentendo il nome Uomo dei Serpenti, ipotizza che il nemico provenga da un tempo in cui i Navajos erano un popolo aggressivo e bellicoso e razziarono un villaggio di Hopi incassando una promessa di vendetta nei loro confronti.

Il piano dell'Uomo dei Serpenti sembra riuscire alla perfezione: con i guerrieri Navajos decimati, gli Utes possono attaccare il villaggio dove Kit prova ad organizzare una esile resistenza. Intanto l'Uomo dei Serpenti si fa sempre più audace catturando anche Tiger Jack e assaporando una vendetta lunga e da far scontare personalmente ma la profezia che lo aveva spinto fino a quel momento, "mai un uomo o creatura vivente potrà ucciderlo", sembra infrangersi perché dinnanzi gli si para il soprannaturale Uomo della Morte.

Tex - Snakeman, lisergica tradizione

Uno dei grandi pregi di Mauro Boselli è quello di piegare la propria scrittura in base alle attitudini del disegnatore con cui si trova a collaborare. Uno qualità che contraddistingue i grandi autori di fumetti e che in Boselli è idealmente ancor più accentuata in quanto filtrata dal canone texiano tutt'altro semplice da rimaneggiare e declinare soprattutto quando bisogna raccontare storie destinate ad essere poi interpretate da disegnatori dallo stile estremamente personale e/o uscire poi in formati non "tradizionali" per le pubblicazione targate Sergio Bonelli Editore.

In questo senso non fa eccezione Tex - Snakeman in cui Boselli imbastisce una sceneggiatura tesa il cui volano, come spesso accade nella grandi storie delle produzioni texiane, è la vendetta. L'autore tuttavia non gioca subito le sue carte né si appoggia ai classici stilemi del western tradizionale e della narrazione di frontiera scavando invece in un aspetto della tradizione texiana più di nicchia ovvero quello crepuscolare, magico e lisergico.

Se in Francia, come nella produzione della Silver Age dei comics, l'unione di western e magia/horror ha generato un filone narrativo parallelo, Tex è rimasto invece fedele all'impronta "avventurosa" datagli dal suo creatore G.L. Bonelli lasciando tali tematiche ad appannaggio della caratterizzazione di alcuni personaggi fra cui Mefisto e El Morisco per esempio mentre serie come Ken Parker prima, con il suo tono crepuscolare, e soprattutto a Magico Vento poi, con il suo tono più horror/magico, quella di approfondire organicamente il summenzionato filone.

Tex - Snakeman è la proverbiale eccezione che conferma la regola. Si tratta di una storia che sin dal suo incipit abbraccia un tono onirico e lisergico basti vedere con la scena d'apertura con il ricordo di Tex e soprattutto con la visione poi che dà il via effettivo agli avvenimenti. Boselli si concentra su pochi personaggi, per lo più di contorno e sfondo, focalizzando l'attenzione del lettore su Tex da un lato, sempre infallibile ma qui più cupo e malinconico, e l'Uomo dei Serpenti, nemesi misteriosa e agguerrita, che si rifà alla tradizione sciamanica, e al retaggio nativo americano, ma soprattutto a quel lato irrazionale della realtà che Tex sembra inizialmente rigettare in nome di qualità più tangibili e terrene.

La tensione narrativa a questo punto inizia a farsi più importante. Da un lato viene svelato il passato dell'Uomo dei Serpenti così come il piano per la sua vendetta si concretizza sinistramente e brutalmente, dall'altro Tex, lontano dagli occhi del lettore per gran parte della parte centrale della storia, ritorna improvvisamente in scena abbracciando quella irrazionalità citata poco sopra che Boselli ricava e recupera in maniera credibile e robusta ancora una volta dal corpo di storie "classiche" di Tex e più precisamente dal dittico Tex 41 e 42.

La vendetta allora sfuma in un immaginifico confronto fra animali totemici, fra visioni salvifiche e profezie terribili in cui l'Uomo delle Morte è forse una metafora della profonda solitudine di un Tex che deve ancora compiere la sua immarcescibile maturazione in Ranger e campione assoluto della giustizia.

Tex - Snakeman, espressionismo mesoamericano

Sin dalle prime pagine di  Tex - Snakeman è indubbio come le atmosfere magico-lisergiche tratteggiate da Boselli vivano e diventino vive e vibranti grazie alla personalità con cui Enrique Breccia si approccia alle tavole con l'elemento discriminante del colore. Se infatti nel precedente lavoro su Tex, Breccia si era mosso nel solco della tradizione dei maestri argentini lavorando su un espressionismo fatto di contrasto fra bianco e nero, sempre netto e da cesellare, in questo volume vi è un taglio più "artistico" e libero in cui per esempio si rintraccia una certa influenza estetica dell'arte mesoamericana e nativa americana.

Il lavoro di Breccia è in questo senso tanto votato ad un espressionismo raffinato tipico dell'illustrazione quanto ad una sintesi essenziale che serve a riprendere le fila della consequenzialità tipica invece del fumetto. Le anatomie sono squadrate, a tratti rigide con una espressività quasi scultorea nella sua imperscrutabilità in cui le inquadrature, spesso di profilo, richiamano certi lavori pittorici e scultorei nativi e mesoamericani appunto.

Breccia utilizza il formato alla francese costruendo tavole dense dalla ripartizione eterogenea quanto più possibile irregolare in cui le geometrie dei riquadri spesso sono un incastro che richiama invece la complessi di arazzi e coperte native. Il disegnatore sta illustrando una storia di indiani più che di cowboy abbracciandone la radicale differenza: a parte qualche rara eccezione non ci sono campi lunghi o piani americani (tipici del western cinematografico e non solo) ma una dimensione più ristretta fatta di luoghi inesplorati, pericolosi e desertici o villaggi in cui la dimensione umana (l'uso massiccio del primo piano e del piano ravvicinato) non è ancora disturbata, o quasi, dall'arrivo dell'uomo bianco.

Il maestro argentino gioco molto bene sia con la verticalità che con la orizzontalità senza eccedere né in uno né nell'altro senso in una composizione decisamente equilibrata sempre estremamente chiarissima, al netto anche della irregolarità di cui sopra, in cui la sequenza d'azione che porta alla risoluzione, lo scontro fra l'Uomo dei Serpenti e l'Uomo della Morte, vive di un dinamismo che si riassorbe non nell'esasperazione del dettaglio anatomico o dell'inquadratura quando nella eccezionalità del gesto e in una tavola meno densa e più ritmata.

Menzione a parte merita l'uso del colore da parte di Enrique Breccia. La colorazione all'acquerello su quello che sembra un supporto ruvido e poroso dona alle campiture un carattere a tratti rupestre ed estremamente evocativo. Gli indiani di Breccia, così come Tex, l'Uomo della Morte e l'Uomo dei Serpenti sono caratterizzati da piccoli particolari colorati sgargianti (le pitture di guerra sugli scudi o gli abiti) che li fa risaltare rispetto ad ambienti e ambientazioni essenziali e inalterate al passaggio dell'uomo sia che esse siano deserti che caverne.

Evocativo è anche l'uso delle luci, essenziale nelle sequenze più lisergiche, coadiuvato da un intelligente uso del tratteggio molto spigoloso e materico così come quello dei neri che diventa elemento di stacco e separatore per volumi oppure strumento per cesellare volti ed anatomie.

Il volume

Come già detto in apertura, la collana Tex Romanzi a Fumetti è contrassegnata dall'insolito formato "francese" ovvero volumi cartonati di "bassa" foliazione, ovviamente a colori, di dimensioni 22.5x30 cm. Insolito chiaramente per lo standard delle pubblicazioni tipiche della Sergio Bonelli Editore e del fumetto "popolare" italiano. La cura carto-tecnica è come al solito essenziale ma ineccepibile, da segnalare anche l'insolita copertina Tex - Snakeman: un raro caso in cui non è Tex (con il suo tradizionale look) a dominare la scena. Il volume, come gli altri della collana, non presenta extra se non una breve introduzione firmata da Davide Bonelli. Sarebbe sicuramente interessante, in questo senso, magari riavere una riedizione della storia con corposi extra per ammirare le varie fasi del lavoro di Enrique Breccia.