The Box, la scatola magica che misura l'Uomo

Un uomo misterioso porta alla famiglia Lewis una misteriosa scatola, al cui interno si nasconde una prova etica e morale che dovranno affrontare con grande fatica e sofferenza. Dietro a un gioco apparentemente crudele di nasconde un mistero fantascientifico. The Box è un film del 2009 scritto e diretto da Richard Kelly.

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a cura di Rupert Wolf

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"Un milione di dollari per la vita di una persona a caso."

Trama e ambientazione

Anni 70. Arthur e Norma Lewis vivono a Richmond, Virginia, insieme al loro unico figlio. Lei insegnante di lettere e filosofia, lui ingegnere presso la NASA a Langley per la missione marziana Viking. Conducono una vita tranquilla, quando si presenta alla loro porta un individuo dal volto sfigurato con una singolare offerta: una scatola con un pulsante. Se lo premeranno una persona sconosciuta morirà e loro riceveranno un milione di dollari. Altrimenti non accadrà nulla. Il misterioso offerente concede loro 24 ore di tempo per decidere, dopodiché ritirerà l'offerta.

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In questo arco di tempo cominciano ad accadere eventi che aumentano la pressione economica sulla famiglia, rendendo quel milione di dollari da potenzialmente utile a estremamente necessario per preservare il normale stile di vita della famiglia Lewis.

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Dalla decisione presa dai due scaturisce tutta la seconda parte del film, che porta da un lato la vita dei protagonisti a scivolare verso un baratro da incubo, dall'altro a svelare chi e cosa si celi dietro a queste misteriose scatole e quale sia la vera posta in gioco. Attraverso implicazioni morali, sottintesi metafisici ed elementi fantascientifici, il film giunge al suo apice con il dilemma finale, che porrà la coppia a confrontarsi con una scelta ancora più grande e devastante.

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Il film è ispirato al racconto Button, Button di Richard Matheson ("Io sono leggenda", "Real Steel"), da cui era stato già tratta una puntata della serie Ai confini della realtà. Il film si discosta dal racconto, aggiungendo un contesto e delineando retroscena e finalità del misterioso offerente.

Un film difficile da dimenticare

Prestano i volti ai personaggi James Marsden nella parte del marito Arthur - prestazione abbastanza neutra - e un inquietante Frank Langella in quella del signor Steward, il misterioso offerente della scatola tentatrice. Norma Lewis è invece interpretata da una splendida Cameron Diaz, in una parte drammatica lontana dai ruoli da commedia a cui ci ha abituato.

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Proprio lei, le gambe più sexy di Hollywood, veste i panni di un personaggio claudicante e sofferente per la propria disabilità. Alla regia troviamo invece Richard Kelly, che da allora non è più tornato dietro la macchina da presa per un lungometraggio; nel 2001 aveva fatto il memorabile Donnie Darko.

The Box

"The box" risulta dunque una pellicola che non passa inosservata: in linea con la tradizione di un certo tipo di fantascienza, pone interrogativi non banali al fruitore. Tocca corde importanti nell'animo dello spettatore, perché mette in discussione i principi morali dell'umanità di fronte al materialismo e all'egoismo, che tendono a prevalere nei momenti di difficoltà. Infatti la "tentazione immorale" di premere il pulsante si presenta in un crescendo di avversità, come a voler testare la massima resistenza in casa Lewis. Tutto questo però senza mai mettere la vita dei protagonisti in pericolo: a conti fatti la scatola minaccia solo il loro stile di vita, ma è sempre dura accettare di perdere il proprio status quo.

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L'elemento alieno, grande burattinaio della vicenda, nel film ricopre un ruolo a metà tra il terreno ed il divino. Il Signor Stewart parla apertamente di un aldilà - tutt'altro che un tabù per la fantascienza -, la cui esistenza è quindi nota a "coloro che governano i fulmini". Ma soprattutto, l'alieno è il giudice scienziato di un test globale che è una versione scientifica del giudizio universale.

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Dal punto di vista del ritmo e della sceneggiatura, il film presenta una classica struttura in tre atti. Il primo, quello più fedele al racconto di Matheson, risulta misterioso e avvincente. Il secondo atto, funzionale per la rivelazione dei meccanismi dietro l'offerta della scatola, cala di tono e non riesce ad amalgamare veramente i vari elementi che inserisce, mentre l'atto conclusivo ritrova il mordente della prima parte raggiungendo il climax della narrazione. Detto questo, The Box vale il tempo speso perché il quesito etico motore della vicenda giunge forte e chiaro allo spettatore.

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Per concludere, è da segnalare una bella citazione di Arthur C. Clarke riportata su un muro della cantina della famiglia Lewis: "ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia." Quando Arthur da buon ingegnere esamina la scatola e la trova vuota, priva di ogni meccanismo che possa spiegarne il funzionamento, ne deduce che si tratti di una burla e che la scatola non sia in grado di sortire alcun effetto. Ma la citazione di Clarke anticipa allo spettatore la natura "magica" dell'oggetto.

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