The Dropout: intervista a Elizabeth Marvel

The Dropout: ecco l'intervista fatta a Elizabeth Marvel, che nella nuova serie targata Disney Plus interpreta la madre della protagonista.

Avatar di Francesca Borrello

a cura di Francesca Borrello

The Dropout è una delle nuove serie di Disney Plus, uscita il 20 aprile sul servizio di streaming. Come successo con Dopesick, anche questa volta il colosso americano ha deciso di creare una mini serie, composta da otto episodi della durata di circa un’ora l’uno.

La trama dello show ripercorre l’adolescenza e l’ascesa al successo di Elizabeth Holmes, fondatrice di Theranos e considerata da Forbes una tra le più ricche e giovani miliardarie americane nel 2015. Una storia di ambizione, soldi e fama finita terribilmente male. Oltre ad aver recensito The Dropout (potete trovare qui il nostro articolo a riguardo) abbiamo avuto anche la possibilità di intervistare una delle attrici della serie: Elizabeth Marvel.

The Dropout: intervista a Elizabeth Marvel

Nella mini serie interpreta Noel Holmes, madre di Elizabeth, con cui ha però un rapporto molto affascinante e conflittuale. Com’è ovvio, la donna si interessa molto della figlia ma quando questa le annuncia di voler lasciare l’università di Standford, non riesce a capire questa decisione, sembrandole solo un grosso sbaglio per la sua vita futura. Ci è sembrata molto interessante la dinamica tra Noel ed Elizabeth e abbiamo chiesto a Elizabeth Marvel come si siano preparate lei e Amanda Seyfried per trasportare questa complicata relazione sul piccolo schermo.

E’ una bella domanda! Sai, penso di essere stata molto fortunata con Amanda perché è fantastica davvero, anche se in realtà non sai mai come sarà la chimica con un altro attore. Però la nostra è stata praticamente immediata. Ci siamo sentite molto a nostro agio l’una con l’altra ed essendo io stessa una madre nella vita reale, ho ben in mente le dinamiche di quando un figlio ti da una notizia che magari tu non capisci o non ti piace.

E ci sono stata in quella posizione, come genitore, amando tuo figlio che sta attraversando una situazione dove credi che stia facendo un errore. Quindi diciamo che mi sono un po’ basata sulla vita vera e un po’ ho fatto affidamento anche sulla chimica che si era creata tra me e Amanda, durante quella scena.

Affiatamento che è ben visibile all’inizio della serie, dove entrambe le attrici interpretano i propri ruoli in maniera magistrale. Vestire i loro panni comunque, non deve essere stato totalmente facile, dato che i personaggi esistono veramente. Dopotutto, The Dropout si basa proprio su un podcast che è stato realizzato sulla fondatrice della Theranos. Decidiamo quindi di chiederle come abbia deciso di prepararsi per svolgere questo lavoro, se informandosi e ricercando notizie a riguardo o più semplicemente evitando influenze esterne e creandosi una propria identità.

Si beh sai, io avevo già seguito il podcast su cui si basa ben prima che venisse fuori questa opportunità di lavoro. Quindi ero anche abbastanza informata sulla vicenda e diciamo che l’ho usato come fondamenta per il mio personaggio. Però penso che quando crei qualcosa come questo non vuoi che sia solo una personificazione o solo un documentario, perché alla fine non è un docu-drama, stiamo semplicemente raccontando una storia e tutto ciò che riguarda i suoi anni dell’adolescenza, la sua infanzia. Quindi anche se è basato su queste informazioni è decisamente la nostra interpretazione della storia che vedete sullo schermo.

Se c’è una cosa su cui The Dropout sembra puntare molto lo sguardo è sulle ambizioni di Elizabeth Holmes. Sembra che questa sua voglia di riuscire nei suoi progetti l’abbia spinta in direzioni molto pericolose, facendole anche attraversare il confine della legalità addentrandosi così nelle truffe. E’ quindi lecito chiedersi come molti giovani ambiziosi che guardano questa serie possano interpretare la storia.

Elizabeth Marvel sembra essere molto comprensiva nei loro riguardi, probabilmente proprio per il fatto di essere lei stessa madre di un giovane che va in contro a questo mondo. Tutti i problemi, sia a livello di college che di lavoro, che vengono trattati in The Dropout paiono essere gli stessi di cui lei si preoccupa per la nuova generazione di giovani.

È un mondo così intenso là fuori e c’è moltissima pressione per essere sempre il migliore, per specializzarsi, per lasciare il proprio segno nel modo più veloce possibile e mentre guardi la storia di Elizabeth svolgersi capisci ciò che le ambizioni e la pressione sociale può fare sia in un modo molto distruttivo ma anche in una maniera estremamente positiva.

Voglio dire, ha effettivamente raggiunto alcuni obbiettivi molto importanti a modo suo. Quindi è una storia complicata perché non è solo attraverso una lente che guardiamo il processo distruttivo di questa giovane donna. Guardiamo anche ciò che raggiunge, ciò che la spinge ad andare avanti. Quindi direi che, per rispondere alla tua domanda, forse la morale della storia… è dire sempre la verità. Vorrei che i giovani dessero priorità alla verità e poi la sostenessero con la scienza.

Essendo una storia molto complicata e particolare, siamo sempre interessati a capire cosa effettivamente abbia spinto Elizabeth Marvel nell’accettare il lavoro per raccontare questa vicenda. La prima cosa che sembra averla fatta interessare al progetto pare essere proprio lo script, scritto da Elizabeth Meriwether. Ci confida che, pur avendo già mostrato interesse per la storia seguendone il podcast prima che questo lavoro fosse una possibilità, se n’è innamorata alla prima lettura. Ma non si ferma qui.

Ero anche molto intrigata nel raccontare questa storia in quanto donna, perché credo che quando guardiamo questi nuovi inventori, i nuovi Steve Jobs nel mondo, credo che gli scusiamo molte cose e passiamo sopra a diversi sbagli per il fatto che sono uomini, mentre al contrario quando si tratta di donne come Elizabeth Holmes, finiamo col non trascurare nemmeno il più piccolo dettaglio. E trovo questa cosa molto interessante, comparando la sua storia con quella di questi uomini ambiziosi.

Ma qualcosa che amo davvero della scrittrice e di quello che ha fatto con The Dropout, è che ha raccontato la storia di Elizabeth Holmes concentrandosi sul lato umano. E’ quasi come se tutti noi conoscessimo la Elizabeth Holmes con i capelli biondi e il dolcevita nero nella Silicon Valley, ma nessuno conosce davvero la Elizabeth Holmes quando aveva 8 anni, o quando suo padre ha perso il lavoro, di come la sua famiglia si è distrutta e non sappiamo cosa l’ha fatta diventare ciò che è oggi.

E da persone che seguono il processo in corso e le conseguenze, è molto importante capire l’essere umano che ha attraversato tutto ciò. Quindi penso che questa sia una bellissima opportunità perché va molto più in profondità di ogni altra cosa là fuori, scava molto di più nella sua storia personale, nella sua umanità.

Purtroppo il tempo a nostra disposizione con Elizabeth Marvel sta giungendo al termine e riusciamo a farle solo un’ultima domanda, focalizzandoci più sulla questione psicologica e morale dei personaggi. Durante tutti gli episodi possiamo vedere come effettivamente Holmes risulti quasi distaccata emotivamente, specialmente quando si tratta di conseguire i suoi sogni.

Questa sorta di ambiguità morale sembra essere una caratteristica ricorrente tra la gente di cui si circonda e proviamo a chiedere a Elizabeth Marvel se questa incertezza abbia influenzato le persone portandole a oltrepassare il limite della legalità.

E’ molto interessante perchè parlando dal punto di vista del mio personaggio che è sua madre, credo che per lei Elizabeth fosse, per usare una terminologia moderna, all’interno dello spettro autistico. Lei e la madre hanno avuto parecchie difficoltà nel comunicare e nel relazionarsi l’una all’altra. Quindi credo che molte persone possano riconoscersi nel fatto che ci siano stati dei conflitti con i genitori, parlando lingue diverse.

Allo stesso tempo però c’erano molte aspettative nella famiglia, anche a causa del fatto che il padre è stato un uomo di grande successo, nonostante dopo il castello di carte sia caduto su sé stesso. C’era così tanta pressione messa su questi bambini per salvare la reputazione della famiglia, che Elizabeth si è fatta carico di questo mantello per essere il supereroe degli Holmes. Credo che c’erano molte aspettative anche da parte della madre Noel, per raggiungere il suo pieno potenziale, essere una persona di successo, andare a Standford e raggiungere molti obbiettivi perché lo è sempre stata.

In fin dei conti Elizabeth è stata cresciuta in quel modo! Era capace di farlo. Indubbiamente quella pressione inconscia che I genitori mettono sui propri figli viene è un po’ dettata dall’amore per ciò che sono certi che i propri figli possano fare, ma probabilmente ha anche a che fare con le proprie aspettative, dato che il successo dei propri figli si riflette su di loro, raggiungendo ciò che loro non hanno potuto conquistare.

Parte di ciò è basato sull’orgoglio e sull’amore, mentre in parte si basa su queste ambizioni contorte. E tutto ciò forma i nostri figli, quindi credo che l’ambiguità di cui parli arrivi innanzi tutto dai genitori e dal modo di crescere i propri ragazzi. Credo che lo show dia una grossa opportunità di guardare nel profondo di Elizabeth e ciò che l’ha fatta diventare ciò che è, i suoi inizi insomma.

Se quindi anche voi siete interessati a scoprire di più di cosa si celi dietro Elizabeth Holmes e la Theranos, non vi resta altro che recuperare The Dropout, la nuova serie di Disney Plus disponibile in streaming.

L'offerta di Disney+

Disney+ annuale Disney+ mensile
89,99€/anno 8,99€/mese
VEDI OFFERTA VEDI OFFERTA