The Gilded Age, recensione del nuovo period drama di Julian Fellowes

The Gilded Age, il nuovo period drama di Julian Fellowes, è disponibile su Sky e on demand su NOW dal 21 marzo.

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a cura di Valentina Valzania

Se siete appassionati di intrighi in pieno stile Downton Abbey o Belgravia, la nostra recensione della serie TV in costume The Gilded Age saprà come convincervi. Qualche tempo fa avevamo avuto il piacere di dare uno sguardo al primo episodio di questa lunga prima stagione e avevamo manifestato un piacevole ma contenuto interesse per il period drama firmato da HBO Max. Ormai è innegabile che i prodotti televisivi e cinematografici in costume  stanno avendo un successo enorme, raggiungendo ogni tipologia di pubblico e riuscendo a diventare quasi mainstream anche tra i più giovani. Tra i prodotti a cui possiamo fare riferimento c'è davvero di tutto, in grado di accontentare gusti ben differenti: vi basti pensare al folle e satirico The Great o al rigoroso The Crown fino all'enorme successo riscosso da Bridgerton, un fenomeno ispirato alla saga letteraria della scrittrice Julia Quinn che ha colpito il mondo intero.

Ed è proprio per questa crescita esponenziale di interesse da parte del pubblico che l'acclamato Julian Fellowes ha deciso di mettere le mani sulla produzione della nuova The Gilded Age, giunta in Italia su Sky e in streaming su NOW a partire dallo scorso 21 marzo. La serie è un vero e proprio tuffo nel complicato passato della storia degli Stati Uniti, osservando da vicino e con spirito critico l'evoluzione di fine '800, contraddistinta da conflitti tra vecchi aristocratici e i nuovi "arricchiti", in grado di trascinare l'economia della nazione. La nuova borghesia, dunque, avanza con decisione mentre la vecchia alta società, intrisa di tradizione e regole sociali, è decisa a non mollare la presa e ai privilegi acquisiti nel corso del tempo. In più, gli episodi sono arricchiti di dinamiche sociale complesse, problemi di cuore e donne che cercano di lottare per la propria indipendenza. Nella nostra recensione vi spiegheremo nel dettaglio i temi affrontati e il modo in cui sono stati trattati.

The Gilded Age: il cast

Ma chi sono i volti di The Gilded Age? Le protagoniste indiscusse, per recitazione e ruolo fondamentale nella trama sono Agnes van Rhijn interpretata da Christine Baranski (The Good Wife), spalleggiata dalla sorella Ada Brook ovvero Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…). La nuova agguerrita borghesia è invece rappresentata dalla coppia formata da Morgan Spector (Il complotto contro l’America) e Carrie Coon (The Leftovers), appena giunti in centro città e proprio di fronte alla dimora di Agnes e Christine.

A fronte di un cast piuttosto interessante, Julian Fellowes al comando e una storia Americana tutta da scoprire, le nostre aspettative erano molto buone. Dopo aver rappresentato vizi e virtù della nobiltà inglese dei primi del ‘900 con Downton Abbey, The Gilded Age è una piacevole scoperta di una New York in lotta con sé stessa. Tra le due fazioni abbiamo anche il piacere di incontrare la giovane protagonista di questa storia, Louisa Jacobson Gummer nel ruolo della dolce Marion Brook, malcapitata nipote di Agnes e Ada, dall'animo buono ed piuttosto progressista, due caratteristiche che non la rendono poi così appetibile agli occhi delle sue zie. Marion “appartiene” alla vecchia società di New York ma non vuole essere servita oltre a essere determinata a trovare un lavoro per rendersi indipendente.

The Gilded Age: la trama

The Gilded Age, dunque, cerca di raccontare nel dettaglio la vita delle classi più nobili e abbienti oltre a quella della servitù e di coloro che sono schiacciati dalla società dell'epoca, ma non ci riesce in maniera davvero interessante e incisiva. Ammirabile il tentativo di creare delle storie valide ma è innegabile che, nonostante la lunga durata degli episodi e i numerosi quanto prolissi dialoghi pensati per raccontare tutti i segreti più nascosti dei protagonisti, il risultato finale rimane incompleto. Le informazioni, le dinamiche, e le backstory di ogni personaggio sono davvero ampie e di questo ci siamo stupiti poiché racchiudere un numero così importante di racconti in un prodotto corale richiede indubbiamente un lavoro lunghissimo e complicato. Peccato che il risultato finale sia rimasto abbozzato, causando una visione meno soddisfacente del previsto, soprattutto a lungo andare.

Nella nostra anteprima avevamo notato come non fossero effettivi momenti morti ma, nel corso della seconda metà della serie, i giochi di potere, gli intrighi e i segreti finiscono spesso per tramutarsi in momenti inconcludenti e poco impattanti narrativamente. Peccato, perché la costruzione è effettivamente ammirabile nella suo quadro generale e ogni dialogo è pensato attentamente per esprimere al meglio i sentimenti e gli ideali di coloro che compongono il mondo di The Gilded Age.

Anche il cast ci ha convinto solo in parte: le zie sono strepitose mentre la borghesia rimane sul vago, è sullo schermo, ma non esprimere tutto quello che la serie HBO Max avrebbe potuto trasmettere. Cosa ci ha lasciato il resto del lato tecnico? Regia e fotografia godono di un team importante alle spalle ma ci saremmo aspettati indubbiamente qualcosa di più memorabile. Ci siamo limitati a vedere una testimonianza, piena di primi piani e mezzi primi piani, curata ma mai invadente o davvero entusiasmante. La bellezza e il successo di questi nuovi period drama sono dovuti a un nuovo modo di raccontare o reinterpretare la storia, anche solo vagamente. C'è una grande voglia di passione, di vedere storie in grado di smuovere gli animi e lasciare il segno. Non attrae ciò che è statico, ciò che rimane chiuso in se stesso senza grande voglia di trascinare il pubblico con sé. Dal canto nostro abbiamo proprio l'impressione che questi episodi siano rimasti sul sicuro, evitando di osare quel pelino in più che avrebbe fatto la differenza

La produzione è più che valida a partire dalle location fino ai numerosi costumi utilizzati in scena, peccato quindi per questa trama estesa ma non ben piantata ed emotivamente coinvolgente come avremmo voluto. Nonostante queste lacune menzionate, sarebbe sciocco non riconoscere la validità del mondo che viene ricreato nella prima stagione di The Gilded Age quindi si tratta comunque di un prodotto televisivo molto consigliato. Nel frattempo, dato il successo ottenuto, la seconda stagione è già stata confermata e noi non vediamo l'ora di tornare con nuove considerazioni, convinti che i nuovi episodi possano fare ancora di meglio.

In vista della seconda stagione...

L'esperienza offerta da The Gilded Age è stata più che interessante, indubbiamente carica di intrattenimento seppur non in grado di splendere grazie al proprio "carattere" a confronto con altri titoli in costume come lo stesso Downton Abbey o la recentissima The Great. Come ci aspettavamo, il successo della prima stagione ha assicurato l'inizio delle riprese di The Gilded Age 2. HBO Max ha recentemente reso noto di avere rinnovato la serie in costume di Julian Fellowes per una seconda stagione che potrebbe giungere sul piccolo schermo tra l’estate e l’autunno del prossimo anno, dato che le riprese dei nuovi episodi cominceranno proprio a maggio. Nell'attesa di questo secondo capitolo, vi consigliamo di recuperare la serie e di attendere le nostre nuove impressione sul prodotto disponibile su Sky e in streaming on demand su NOW - acquistate NOW Smart Stick con i primi 3 mesi a scelta fra Cinema oppure Entertainment su Amazon.