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The Goddamned: Le Spose Vergini, recensione: la Bibbia secondo Jason Aaron

The Goddamned: Le Spose Vergini è il secondo capitolo del ciclo 'biblico' di Jason Aaron, pubblicato da Panini Comics

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

The Goddamned: Le Spose Vergini è il secondo capitolo del ciclo 'biblico' di Jason Aaron, pubblicato da Panini Comics.

Ha ragione Antonio Solinas quando, nell’introduzione a The Goddamned: Le Spose Vergini, precisa come la natura del racconto religioso per eccellenza, la Bibbia, sia oggetto di diverse interpretazioni, non ultime le opinioni che lo vedono come un allegorico racconto fantasy. Senza addentrarsi in una complessa disanima religiosa, non si può negare l’intento allegorico di alcune parabole o di eventi presentati in questo testo sacro, complice la presenza di figure umane e divine che hanno in sé gli elementi tipici della narrazione fantastica successiva. Un’influenza non solo stilistica ma anche umorale, che ha stimolato la curiosità e l’inventiva di decine di autori, non ultimo Jason Aaron.

Nome noto nell’ambito fumettistico per grandi cicli come Southern Bastards o run di amati personaggi dei due colossi del comics supereroico, come Strange o Wolverine. All’interno del suo lavoro con le major, Aaron ha dovuto muoversi entro parametri dettati dalla continuity dei personaggi, ma ad animare la narrativa autentica dello sceneggiatore, priva di freni, è il suo vissuto personale, quello di un giovane cresciuto in Alabama, uno degli stati degli States noto per il suo fervente attaccamento alla religione. Una società ancora radicata a certe tensioni religiose che si sposano con una mentalità tradizionale, per non dire retrograda, in cui l’influenza dei precetti religiosi impone una visione del mondo piuttosto ristretta. Su Aaron, cresciuto in questo ambiente, l’elemento religioso ha quindi esercitato una forte pressione, entrando prepotentemente nella sua produzione da autore ‘libero’, come dimostra The Goddamned: Le Spose Vergini.

The Goddamned: Le Spose Vergini, fede o libero arbitrio?

Secondo capitolo di un ciclo iniziato con The Goddamned, in cui Aaron affrontava un altro tema caro al racconto biblico, ossia punizione e redenzione, dando vita a un mondo violento e popolato di mostri mitologici in cui l’immortale Caino è costretto a espirare la propria colpa con la vita eterna. Una sorta di spietato contrappasso, che punisce il primo fratricida con l’immortalità, costringendolo a vivere come un pària in un mondo sempre più spietato. Il primo capitolo di questo ciclo si fondava su una rivisitazione del mito biblico del primo omicidio, ma compiuta questa riscrittura, utile per accogliere il lettore in questo mondo dove fantasy e sacro si intrecciano, era ora di affrontare altri interrogativi sollevati dai racconti della Bibbia.

The Goddamned: Le Spose Vergini si spinge verso l’interrogativo più discusso della fede: dobbiamo cieca obbedienza? La rinuncia al libero arbitrio è ineluttabile? È quanto viene fatto credere alle giovani donne affidate alle cure delle Vecchie Madri, venerabili anziane che nella loro valle idilliaca ai piedi della sacra montagna crescono delle adolescenti, preparandole a diventare delle Spose. Con l’arrivo del menarca, queste giovani divengono donne pronte a unirsi in matrimonio con i Nephilim, gli angelici figli di Dio, dando vita alla loro progenie. A vigilare su questa sacra missione sono le Sacre Guerriere della Montagna, donne dedite alla guerra, incaricate di catturare nuove bambine per mantenere vivo questa tradizione.

Questa è la vita che attende anche Jael e Shurri, due bambine destinate a divenire Spose. Ribelle e poco propensa ad accettare il proprio destino, più mansueta e allineata alla dottrina la seconda, le due amiche si ritrovano a dover accettare il proprio destino quando Shurri diventa una donna, preparandosi dunque a diventare una Sposa. Un momento che spinge le due amiche ad abbandonare la sicurezza della valle per cercare la salvezza altrove, dopo che, cercando di salvare una loro amica divenuta Sposa, scoprono l’orrenda verità dietro i rituali con cui sono state cresciute.

Se il primo volume del ciclo di Aaron pareva limitarsi a riscrivere il mito di Caino, cercando al contempo una umanizzazione del fratricida suscitando una vena di empatia nel lettore, con The Goddamned: Le Spose Vergini la sensazione è che Aaron abbia puntato a creare una frattura ancora più marcata con l’elemento religioso della sua educazione. Non ci sono mezze misure, non si cercano allegorie e metafore, l’intento critico dell’autore ha una vivacità indomita, che non si annida tanto nelle scene di sanguinaria violenza, quanto nei dialoghi. Graffiante la scelta di rendere due adolescenti, alle soglie della pubertà, il nostro punto di vista di questa vicenda, affidando alla loro voce alcune riflessioni violente nei termini, rasenti la bestemmia se vogliamo, ma che nascondono nella loro veemenza una sensibilità sofferente, umana.

Pur se inserita all’interno di una dinamica da grim dark, la vicenda narrata in The Goddamned: Le Spose Vergini non manca di offrire una visione acida del racconto allegorico biblico, in cui gli elementi solitamente associati all’incarnazione di vizi e virtù vengono avvicinati alla categorizzazione da narrativa fantasy. Il serpente tentatore assume quindi fattezze draconiche, divenendo anche incarnazione della lotta tra libero arbitrio, inteso come opposizione a un’imposizione divina del proprio destino, e cieca obbedienza al credo. Fede o identità, potremmo dire, considerato come la personale vicenda di Jael e Shurri si basi su questo contrasto emotivo.

Riscrivere il mito biblico declinandolo in chiave fantastica

Aaron interpreta questa dicotomia con particolare veemenza, dando, come accennato, grande importanza al dialogo tra i personaggi come elemento di urticante analisi. Se da un lato le fedeli servitrici del culto non mancano di alternare grandi declamazioni rituali a una più quotidiana parlata ricca di volgarità, le parole delle due fuggitive sono quelle che offrono i commenti più spietati e blasfemi, resi organici nella narrazione di The Goddamned: Le Spose Vergini perché creano una connessione emotiva tra immagine e racconto, che culmina con un’ultima disamina del ruolo del portatore di verità che si scontra con l’asservita sudditanza al credo dogmatico. Una riscrittura in chiave moderna e laico del ruolo luciferino, che viene raccontato con estrema lucidità e crudezza.

Non va infatti trascurata la perfetta interpretazione visiva di r.m. Guéra, alias Rajko Milosevic, già autore dei disegni del primo volume. Dove The Goddamned, specialmente nella prima parte, si fondava sulla costruzione di un mondo brullo e violento, The Goddamned: Le Spose Vergini cerca una rappresentazione visiva più ricca, dove la rigogliosa valle in cui crescono le vergini viene ritratta come un Eden, rappresentazione che acuisce quel senso di dissonanza tra le parole del credo e la realtà vissuta dalle giovani protagoniste. Guéra crea anche una profonda caratterizzazione dei diversi elementi che compongono questa società, come abiti candidi per le Spose, che si contrappongono ai nascosti antri in cui vivono le creature deformi nate da questi scellerati matrimoni.

La cifra stilistica dell’autore serbo ma danni residente in Spagna risente dell’influenza della scuola iberica, specialmente nella gestione dei movimenti dei personaggi e nella espressività dei volti, dove gli occhi rivestono sempre una preminenza percettibile.  Una definizione che passa dai violenti tratteggi dell’ire di Jael alla più composta forza interiore delle delicate pose di Shurri, in un equilibrio visivo che viene ulteriormente impreziosito dalla palette cromatica di Giulia Busco, che forte della sua preparazione accademica in tema di colorazione, riesce a presentare un’identità cromatica per The Goddamned: Le Spose Vergini mai banale, capace di dare vita a suggestivi giochi di ombre anche all’interno di momenti caratterizzati da una forte luminosità.

Panini pubblica The Goddamned: Le Spose Vergini all’interno della sua collana 100%HD, repositorio di storie dai toni maturi e, spesso, controversi. Il volume rispecchia lo stile tipico di queste pubblicazioni, un cartonato caratterizzato dalla tradizionale grafica, che all’interno offre una piccola gallery di cover.

Voto Recensione di The Goddamned: Le Spose Vergini



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Racconto dai toni acidi e profondamente umani

  • - Guèra interpreta al meglio la trama di Aaaron

  • - Dialoghi forti ma mai scontati

  • - Perfetta caratterizzazione dei personaggi

Contro

  • - Alcuni passaggi possono risultare estremi

Commento

Pur se inserita all’interno di una dinamica da grim dark, la vicenda narrata in The Goddamned: Le Spose Vergini non manca di offrire una visione acida del racconto allegorico biblico, in cui gli elementi solitamente associati all’incarnazione di vizi e virtù vengono avvicinati alla categorizzazione da narrativa fantasy

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