The Guilty, la recensione del nuovo film di Jake Gyllenhaal

È disponibile su Netflix il nuovo thriller poliziesco con protagonista Jake Gyllenhaal: The Guilty, remake dell'omonimo film danese del 2018.

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a cura di Francesca Borrello

È già disponibile in streaming su Netflix il nuovo thriller poliziesco The Guilty, prodotto da Antoine Fuqua e Jake Gyllenhaal. La star hollywoodiana assieme alla Nine Stories Productions, ha acquistato nel 2018 i diritti del film danese Il colpevole - The Guilty, per farne un remake statunitense con Gyllenhaal stesso come protagonista. La sceneggiatura è stata poi affidata a Nic Pizzolatto, mentre la regia è andata ad Antoine Fuqua.

The Guilty, una chiamata che cambia la vita

Immaginate di essere un operatore del 911 della California e di dover rispondere a qualsiasi emergenza vi capiti. È quasi giunta l’ora della fine del vostro turno, ma gli schermi davanti a voi non fanno altro che riportare 24 ore su 24 la situazione alquanto catastrofica degli incendi attuali lungo tutto lo stato. The Guilty ci propone proprio questo scenario, dandoci la sola inquadratura di una stanza del numero per le emergenze americano, per poi spostare la propria attenzione sul protagonista.

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Joe Baylor (interpretato da Jake Gyllenhaal) ci viene presentato come un uomo piuttosto nervoso, stressato ed in continuo stato di agitazione, che cerca di incanalare le proprie energie su di un inalatore che stringe nella mano. Di primo acchito, non viene naturale fare il tifo per lui anzi: il suo carattere e le sue reazioni alle chiamate e ai suoi colleghi non fanno altro che farci pensare quanto poco sia adatto al ruolo che ricopre. Ma qualcosa non sembra essere al proprio posto, specialmente alcune chiamate da parte di una giornalista che gli chiede la propria versione dei fatti su una questione misteriosa che lo coinvolge.

Tuttavia, la sua serata viene movimentata nel ricevere una chiamata da una donna, una certa Emily Lighton, che piangendo rivela di essere stata rapita da qualcuno che conosce. L’attenzione di Joe viene subito catturata, quasi come se non aspettasse altro che essere un eroe per quella donna, facendogli iniziare così la sua personale crociata per salvarla. E più cerca di aiutarla, più scopre dettagli inquietanti sulla situazione in cui Emily si trova. Quando poi scopre che sono coinvolti due bambini in età scolare, Joe cerca di fare il possibile per mettere in salvo tutti i coinvolti. Ma non è tutto oro ciò che luccica e Joe dovrà fare i conti la verità. Riuscirà il nostro protagonista a risolvere la situazione?

Nei panni del protagonista

Il punto di forza di The Guilty è il far provare ad ogni spettatore le stesse emozioni del protagonista. Chi guarda il film, viene trasportato al suo interno e fatto partecipe dell’angoscia che Joe prova. E riesce in questo intento grazie soprattutto a due espedienti: le inquadrature e l’attore scelto per il ruolo principale.

Si può quasi dire che Jake Gyllenhaal sia un veterano delle emozioni forti e dei colpi di scena. Sin da Donnie Darko, film del 2011 che ha segnato il vero inizio della sua carriera, Gyllenhaal è riuscito a catturare il pubblico affidandosi sempre di più alla propria espressività ed interpretazione, più che sul suo bell’aspetto. Tra alcuni dei più coinvolgenti, possiamo ricordare I segreti di Brokeback Mountain del 2005 e l'inquietante Lo sciacallo del 2014.

Le inquadrature puntano principalmente solo su Gyllenhaal ed il suo volto, quasi a non voler far fuggire alcuna emozione allo spettatore che si trova così inconsciamente catturato dall’ansia che va via via aumentando a mano a mano che la storia si snoda. Gyllenhaal fa quindi leva su questo espediente tecnico per dare fondo alla bravura che lo ha distinto specialmente negli ultimi anni, cercando di dare più possibile espressività al proprio viso.

Tuttavia, il ritmo narrativo di The Guilty sembra essere un po' pigro, almeno inizialmente. Il film cerca di darci un setting iniziale per farci capire la situazione, ma è solo nel momento in cui vengono svelati alcuni dettagli che l’attenzione dello spettatore riesce ad essere catturata. La pellicola cerca di farci capire le emozioni di Joe e cerca di trascinarci nei suoi panni, bombardandoci costantemente con alcuni espedienti (come ad esempio le chiamate della giornalista) per farci provare la sua stessa agitazione.

Un solo posto per un intero film

Dal punto di vista tecnico, The Guilty appare come un film abbastanza semplice e standardizzato, con un solo cambio di ottiche in base alla quantità di luce che entrava in scena. Questo particolare può essere notato specialmente nelle luci presenti sullo sfondo dell’inquadratura: a seconda dell’ottica usata possono apparire più tondeggianti o più allungate. Considerando ogni aspetto però, si può quasi dire che l’ambientazione è stata lasciata ampiamente in disparte, preferendo dare maggior risalto a Jake Gyllenhaal e alla sua performance, evitando distrazioni attorno a lui.

Proprio per questo motivo, l’uso di ottiche anamorfiche aiuta a sfocare la stanza e a far incentrare l’attenzione dello spettatore principalmente sull’attore protagonista, che rimane in quasi tutte le inquadrature estremamente a fuoco. Gli unici momenti in cui ci appare poco definito in camera, sono quelli in cui viene comunicato un profondo senso di disagio e distacco dalla realtà, quasi a volerci far entrare ancora di più nei suoi panni, per provare le sue stesse emozioni.

Anche il fatto di utilizzare praticamente una sola stanza durante quasi tutto lo sviluppo del film, fa si che si senta sempre di più un senso di soffocamento, lo stesso provato da Joe. E’ solo nei momenti finali di The Guilty che vedremo un cambio di background ed in alcuni intermezzi, pur restando sempre nello stesso edificio. Un ottimo stratagemma utilizzato per enfatizzare ancora di più la prospettiva del protagonista, è l’utilizzare le scarse scene esterne (quando viene fermato un furgone bianco) come se arrivassero direttamente dall’immaginazione di Joe, che non potendo assistere ai suoi colleghi poliziotti è costretto a rimanere in linea, con la frustrazione sempre crescente per non essere al corrente di ciò che sta succedendo esattamente.

In conclusione

Nonostante la trama fatichi a ingranare il ritmo giusto, The Guilty risulta essere un film che sa creare suspance, mettendo una certa sensazione di disagio nello spettatore e rivelando tutta la verità poco alla volta, vincendo così la curiosità di chi guarda e mantenendolo davanti allo schermo. Se vi piacciono quindi i film che sanno coinvolgervi e dove niente è ciò che sembra, vi consigliamo la visione di The Guilty, disponibile in streaming su Netflix dal 1° ottobre.