The Last Kingdom: Sette Re Devono Morire, recensione: il fato governa davvero ogni cosa

The Last Kingdom: sette re devono morire arriva su Netflix sorprendendoci: ve la raccontiamo nella nostra recensione

Avatar di Nicholas Mercurio

a cura di Nicholas Mercurio

The Last Kingdom: Sette Re Devono Morire, già disponibile su Netflix, è il nuovo film diretto dal regista Edward Bazalgette, conosciuto per Hannibal e Gengis Khan. Ispirato alla magnifica saga de Le storie dei Re Sassoni di Bernard Cornwell, che conclude la serie televisiva The Last Kingdom composta da 5 stagioni. "Il fato governa ogni cosa": queste parole, oltre ad accompagnare il protagonista Uhtred di Bebbanburg nelle sue peripezie, tornano ancora una volta per ricordare che niente accade per caso e che le decisioni di ogni uomo, positive o negative che siano, hanno delle conseguenze. 

La leggenda di The Last Kingdom 

Uhtred di Bebbanburg (Alexander Dreymon), nato sassone ma cresciuto danese, era solo un bambino quando vide suo padre trucidato dai vichinghi, giunti sulle coste inglesi per prosperare e crearsi un futuro lontano dal freddo e dal gelo. La ricerca di una terra fertile era diventata un'ossessione per molti jarl - i signori della guerra che controllavano un determinato territorio per conto del proprio sovrano. Preso prigioniero dallo jarl Ragnar, Uthtred crebbe come un danese, allevato dall'uomo che aveva ucciso suo padre, che gli insegnò a combattere e lo trattò da figlio. Adottandolo per non affidarlo allo zio, fratello del suo genitore biologico, Ragnar gli salvò la vita, dandogli amore, supporto e un fratello e una sorella, oltre a Brida, la sua migliore amica, anch'essa strappata dai danesi alla sua famiglia.

Le sue avventure, iniziate dal sangue e nelle fiamme, lo spingeranno a vivere alcune degli avvenimenti più importanti della storia sassone. Il suo sogno, però, sarà soltanto: riprendersi Bebbanburg e reclamare le antiche terre appartenute alla sua famiglia. Uhtred si sposerà, diverrà un guerriero formidabile, apprenderà l'amore e l'odio, sfiderà sé stesso e comprenderà cosa significherà un sogno chiamato Inghilterra, lo stesso di Alfred, signore del Wessex, l'ultimo regno.

Un'ambra bagnata dal sangue

Re Edward, dopo una lunga malattia, muore a settant'anni. Il trono del Wessex, della Mercia e dell'Anglia Orientale ora è diviso fra gli eredi del sovrano, che in vita non si lasciò sfuggire alcun tipo di frivolezza, mettendo a rischio la successione e la pace con la Scozia. Raggiunta a fatica grazie all'intervento di Uhtred e alle mediazioni dei suoi diplomatici, la tregua raggiunta dura ormai da diversi anni. Il trono, tuttavia, messo in discussione dai vari eredi del sovrano, ne vede soltanto uno legittimo: Aethelstan, il figlio bastardo di Edward.

Uhtred, ben lontano dalle battaglie e dai giorni di gloria, governa in pace la Northumbria e siede sullo scranno che fu di suo padre e di suo nonno. Viene a conoscenza della morte del re dalla regina, che gli reca il messaggio nonché il rischio di una guerra civile da fermare prima che il sangue venga versato. Uhtred, non potendo restare a guardare dopo il giuramento fatto ad Alfred e poi a Edward qualche anno prima, parte con la sua compagnia verso la Mercia, sperando di incontrare Aethelstan, alla guida di un esercito imponente composto da cristiani e da una setta profondamente leale alle antiche scritture.

L'erede al trono, ossessionato dalle loro parole, è pronto a uccidere per mostrare la sua potenza. Del ragazzo gentile, premuroso e buono è rimasto ben poco, e Uhtred se ne accorge non appena lo vede. Completamente isolato, solo e avvelenato contro i suoi famigliari e gli amici di un tempo, Aethelstan non riconosce più chi lo ama e chi vuole solo usarlo. Uhtred, pur mettendolo in guardia, non viene ascoltato. Aethelstan, però, gli ricorda un punto dell'accordo che strinse con suo padre anni prima: l'annessione totale della Northumbria per unire finalmente l'Inghilterra.

La trama principale di The Last Kingdom: Sette Re Devono Morire è coinvolgente e ben scritta. Riprende da dove si era interrotta la quinta stagione della serie, non dando tuttavia troppe informazioni legate a quest'ultima, preferendo concentrarsi sugli eventi del film. Nonostante il regista abbia dichiarato che è possibile godere della visione senza aver visto mai la serie, è decisamente meglio recuperarla prima di addentrarsi nella visione del film, così da comprendere le sfaccettature del personaggio di Uhtred. L'intera pellicola ruota attorno ai valori che il protagonista ha sempre sostenuto da quando è stato allevato dai danesi fino alla sua maturazione alla corte di Alfred come suo protettore. La scrittura, riuscendo a incastrare in modo convincente ogni avvenimento, è incalzante e sorprendente in modo inaspettato.

Complice un'ottima narrazione, gestita magistralmente da parte della regia, il risultato è assolutamente degno di nota nonché lodevole. In tal senso, la cinepresa si muove agilmente e in maniera fluida per mostrare le sfaccettature dei vari protagonisti e le loro paure, riuscendo a parlare sia al cuore dei fan che ai nuovi spettatori. The Last Kingdom è sempre stata una serie che metteva ogni emozione al primo posto, concentrando in questo modo l'attenzione sulle sfaccettature che la componevano e le sensazioni dei protagonisti. Lo faceva attraverso i dialoghi, che per l'occasione sono stati adattati in modo attento e particolareggiato.

Le interpretazioni degli attori, diretti in modo esemplare, risultano soddisfacenti. Alexander Dreymon, che ha indossato i panni di Uhtred sin dal lontano 2015, ha nuovamente mostrato tutto il suo talento e la sua bravura attoriale, dicendo addio al personaggio che lo ha reso famoso estrema commozione e tanta gratitudine. Quando diciamo che potrebbe essere importante recuperare la serie prima di vedere il film, non scherziamo affatto: in una scena particolare Uhtred si ritrova faccia a faccia con le persone più importanti della sua vita. Insomma, questa scena nello specifico vale di essere compresa solo vedendo tutt'e cinque le stagioni.

In conclusione

The Last Kingdom: Sette Re Devono Morire è un film che chiude una leggendaria saga a metà fra il mondo norreno e sassone, come lo è stato il personaggio di Uhtred nell'intero arco della sua vita. Appagante, convincente e ben scritto, racconta l'ultima grande battaglia dell'uomo nato sassone ma cresciuto danese, che è riuscito a unire un reame da secoli diviso e frammentato in piccoli regni in guerra fra loro.

La leggenda di Uhtred di Bebbanburg non verrà mai raccontata nelle cronache e non sarà mai fatta menzione del suo ruolo nella riunificazione dell'Inghilterra. L'unica nota negativa della produzione è non aver sfruttato personaggi come Stiorra, la figlia che Uhtred ebbe con Gisela nella seconda stagione, cresciuta come il padre da danese. Il fato, ancora una volta, governa davvero ogni cosa.