RTG

Domani esce nelle sale cinematografiche italiane il film di fantascienza The Martian. La NASA ha spiegato quali sono le tecnologie vere che vederete.

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a cura di Elena Re Garbagnati

RTG

In The Martian l'astronauta Mark Watney sfrutta i generatori Radioisotope Thermoelectric Generators (RTGs) per convertire in energia elettrica il calore generato dal decadimento radioattivo del plutonio-238. Qualcuno potrebbe restare a bocca aperta, in realtà è bene sapere che la NASA ha usato RTG per più di quattro decenni per fornire energia elettrica a missioni spaziali quali quelle Apollo sulla Luna. Il rover Curiosity ne installa uno di nuova generazione, che può produrre 110 Watt di potenza, e ne sarà dotato anche il rover che sarà spedito su Marte nel 2020. Gli RTG insomma sono "batterie spaziali" relativamente comuni e poco fantascientifiche.

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Al riguardo c'è una curiosità: nel film l'equipaggio della missione marziana seppellisce l'RTG lontano dallo Hab per prevenire perdite radioattive. Nella realtà, come nel film, attorno al plutonio-238 ci sono diversi strati di materiali che proteggono appunto dal rilascio di materiale radioattivo in caso di incidenti gravi. Si parla comunque di radiazioni alfa, che si sollevano dell'aria solo per brevi spazi, non penetrano né i vestiti né la pelle umana, e che potrebbero creare problemi alla nostra salute solo se il materiale venisse suddiviso in particelle molto fini e vaporizzato, per poi essere inalato o ingerito.

La precauzione quindi sembra poco sensata, anche perché come fa notare la NASA nella realtà le radiazioni naturali su Marte sono ben più forti di quelle che possono essere prodotte da un RTG. Le radiazioni ionizzanti che piovono su Marte dallo Spazio sono molto più pericolose per la salute umana, ecco perché si studiano soluzioni capaci di schermare gli astronauti dalle radiazioni cosmiche.