The One Ring – Second Edition, la recensione

The One Ring, gioco di ruolo basato su Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, offre la migliore esperienza ludica legata alle opere di Tolkien.

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a cura di Davide Vincenzi

The One Ring è un gioco di ruolo, acclamato da pubblico e critica, basato sulle opere di J.R.R. Tolkien Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli ed è giunto ora alla sua seconda edizione. Realizzato da Sophisticated Games e pubblicato dall’editore svedese Free League Publishing, questo GdR offre senza ombra di dubbio la migliore esperienza ludica che si possa trovare in circolazione legata all’immaginario creato dal professore di Oxford.

Con questa recensione, andremo a vedere più nel dettaglio il manuale base di The One Ring, focalizzandoci maggiormente sugli aspetti ludici. Per una vera e propria immersione in The One Ring e scoprire in cosa questa seconda edizione differisce dalla prima e quali sono state le idee e le ragioni che hanno portato alle precise scelte di game design effettuate nella sua realizzazione, vi rimandiamo all’approfonditissima intervista che abbiamo fatto qualche tempo fa a Francesco Nepitello, autore di questo gioco di ruolo assieme a Marco Maggi.

Al momento disponibile solamente in lingua Inglese, ricordiamo che questa seconda edizione di The One Ring vedrà prossimamente la luce nel nostro Paese a opera di Need Games!, che ne curerà la traduzione.

The One Ring, l’ambientazione

La seconda edizione del gioco di ruolo The One Ring è ambientata nell’anno 2965 della Terza Era, circa una ventina d’anni dopo il ritorno di Bilbo Baggins dal suo viaggio a Erebor con i nani, come narrato ne Lo Hobbit, e circa una quarantina d’anni prima che Bilbo lasci per sempre la Contea al termine della sua festa di compleanno, evento che apre la narrazione de Il Signore degli Anelli.

La regione della Terra di Mezzo in cui i giocatori muoveranno i propri passi è tutta quell’area a ovest delle Montagne Nebbiose chiamata Eriador e che comprende la Contea degli Hobbit, il regno elfico del Lindon, il regno dei nani dei Monti Azzurri, le terre che un tempo formavano il regno Dúnedain di Arnor, le terre di Brea, fino ad arrivare al regno elfico di Gran Burrone.

Si tratta di una regione piuttosto iconica, in cui sono presenti alcuni dei luoghi più amati dagli appassionati de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli, e al contempo di cui si hanno poche informazioni su come fosse popolata durante gli anni in cui The One Ring è ambientato, cosa che lascia molte aree grigie in cui poter narrare le proprie storie senza rischiare troppo di andare a pestare i piedi a ciò che è canonico all’interno della narrazione tolkieniana.

L’ambientazione di The One Ring, come ci si accorgerà già dalle prime righe del manuale, è assolutamente rispettosa di quando scritto dal professore di Oxford e pertanto si discosta di molto dal classico gioco di ruolo fantasy a cui la maggior parte dei giocatori è abituato. Abbiamo dunque giustamente a che fare con un fantasy low magic, cioè a bassa presenza di magia, seppure sia un low magic solo apparente, com’è possibile apprendere andando a leggere la domanda in proposito che abbiamo rivolto all’autore durante la nostra intervista.

I personaggi dei giocatori iniziano il gioco come persone più o meno comuni, ma inquiete nei ruoli decretati dalla loro società, e in genere terminano la loro carriera come eroi locali. Per come sono formulati l’ambientazione e il gioco stesso, questi personaggi, fortunatamente, non potranno sconvolgere il canone tolkieniano arrivando, che ne so, a uccidere Sauron, sebbene le loro gesta possano essere grandi per numero e importanza. Il livello di potenza, infatti, è mantenuto intenzionalmente basso, ma i giocatori avranno ancora l'opportunità di affrontare nemici realmente terrificanti, come ad esempio gli Spettri dei Tumuli, e di trovare oggetti magici e artefatti di epoche passate.

E proprio per rimanere aderenti a quanto narrato nei romanzi di Tolkien, in cui i protagonisti di fatto non acquistano e vendono nulla, all’interno del gioco non sarà possibile effettuare alcun tipo di transazione economica. Scordiamoci pure, quindi, monete d’oro e acquisti dall’armaiolo locale per migliorare la propria attrezzatura. Questa, infatti, migliorerà automaticamente migliorando il livello di tenore di vita del personaggio (conquistando tesori più o meno generici) e/o spendendo alcuni dei punti esperienza per sbloccare bonus e poteri. Oltre, ovviamente, venendo in possesso di oggetti magici.

Nell’ambientazione di The One Ring, i personaggi dei giocatori non potranno che essere eroi, agenti del bene contro il diffondersi dell’Ombra, e non ci sarà spazio per personaggi d’indole malvagia. Questi, infatti, sarebbero in breve tempo corrotti dall’Ombra e relegati al ruolo di personaggi non giocanti, se non addirittura di nuove nemesi per i personaggi stessi.

The One Ring, i personaggi

Come abbiamo appena accennato, i personaggi a disposizione dei giocatori in The One Ring sono una sorta di emarginati della propria cultura di origine che decidono di andare a cercare fortuna altrove diventando avventurieri e che si sono trovati tra loro.

La cultura eroica

Sono sei le culture eroiche tra cui i giocatori possono andare a pescare in fase di creazione del proprio alter ego:

  • Bardlings, uomini del Nord appartenenti al popolo di Dale, la città rinata ai piedi di Erebor dopo la morte del drago Smaug.
  • Nani del popolo di Durin, orgogliosi e forti, un tempo grandiosi ora per lo più residenti sui Monti Azzurri.
  • Elfi di Lindon, membri dei Primogeniti che raramente lasciano i Porti Grigi.
  • Hobbit della Contea, allegri, tradizionalisti e a cui non piace il cambiamento.
  • Uomini di Brea, discendenti di un popolo antico, ora abitanti del villaggio di Brea e degli altri villaggi del territorio circostante.
  • Ranger del Nord, gli uomini di stirpe Dunedain, ultimi discendenti di quello che fu il regno di Arnor, pochi di numero e riservati.

Come si può notare, le culture eroiche sono estremamente specifiche della regione in cui è ambientato il gioco (ad esclusione dei Bardlings che giungono da molto più a oriente). La cultura eroica scelta determina la maggior parte delle statistiche iniziali del personaggio, inclusi la sua "benedizione culturale", il tenore di vita (e quindi le opzioni di equipaggiamento), le caratteristiche iniziali, le competenze iniziali nelle abilità, un'abilità preferita, le statistiche derivate e i tratti distintivi.

Le caratteristiche su cui i personaggi possono fare conto sono tre: Strenght, Heart e Wits (Forza, Cuore, Ingegno. Ancora una volta date un’occhiata alla nostra intervista a Francesco Nepitello per comprendere le ragioni di questa scelta), e i valori sono scelti da una serie di sei opzioni per ciascuna Cultura Eroica. I valori minimi e massimi variano in base alla cultura, per esempio i Ranger hanno un'elevata Strenght e scarso Wits. Gli elfi hanno Heart e Wits elevati, ma una scarsa Strenght.

La chiamata

I giocatori, quindi, possono scegliere un Calling (Chiamata), che rappresenta ciò che solitamente viene definita “classe” o “professione” nei più comuni giochi di ruolo, sebbene in The One Ring sia declinata in modo differente. Il Calling fornisce due abilità preferite, una caratteristica distinta e lo Shadow Path (il percorso d'ombra che il personaggio intraprende nel momento in cui viene corrotto dall’Ombra. Queste “chiamate” sono:

  • Captain (Capitano), guida gli altri, dà l'esempio.
  • Champion (Campione), guerriero e conquistatore.
  • Messenger (Messaggero), personaggio dalle alte doti comunicative.
  • ScholaIr (Studioso), dotto e curioso.
  • Treasure Hunter (Cacciatore di tesori), investigatore coraggioso.
  • Warden (Guardiano), un custode elusivo.

Avanzamento del personaggio

In The One Ring i personaggi dei giocatori avranno a disposizione due riserve di Punti esperienza: punti abilità e punti avventura. I punti abilità vengono utilizzati per accrescere appunto le abilità e se ne otterranno tre per sessione di gioco, oltre a un bonus ogni festività di Yule. I punti avventura vengono utilizzati per aumentare le competenze nelle armi, per far crescere un erede (che prenderà il posto del personaggio alla sua morte o al suo ritiro dalla carriera di avventuriero) e per far avanzare Valore e Saggezza, due elementi in gioco che indicano la “grandezza” che il personaggio sta raggiungendo e che sbloccano nuovi talenti ed equipaggiamenti. Anche di questi se ne ottengono tre per sessione di gioco.

Il Patrono

Infine, i personaggi saranno accumunati da un Patrono, un individuo che li prende sotto la sua ala protettiva, fornendo consigli e aiuti, e la principale fonte di missioni e avventure. Questi patroni all’interno del gioco saranno figure particolarmente iconiche dell’immaginario tolkieniano, come ad esempio Gandalf, Bilbo ed Elrond, e li indirizzeranno in missioni volte all’ottenimento di vittorie di vario genere contro gli agenti dell’Ombra.

The One Ring, meccaniche di gioco

La seconda edizione di The One Ring utilizza un sistema di gioco basato sulla riserva di dadi, i cui si sommano i valori numerici generati dal lancio dei dadi per raggiungere o battere un numero bersaglio (TN, Target Number). Il gioco utilizza due tipi di dadi: il Feat die (dado talento) e i Success dice (dadi successo).

Il Feat die è in pratica un dado a 12 facce personalizzato, che mostra valori da 1 a 10, una faccia mostrante la runa simbolo di Gandalf per il successo automatico e una mostrante il simbolo dell’occhio senza palpebre di Sauron per indicare il valore 0 e che può anche generare un fallimento automatico, in alcune circostanze. I tiri possono essere Favoriti o Svantaggiati in base alle statistiche del personaggio (abilità preferite) e agli effetti esterni. Il gioco, ovviamente, consiglia di acquistare i dadi personalizzati, ma è comunque possibile utilizzare un normalissimo d12, nel qual caso il valore 11 andrà considerato come simbolo dell’occhio e il 12 la runa di Gandalf. I Success dice sono dadi a 6 facce personalizzati dal fatto che la faccia rappresentante il 6 contenga anche una runa elfica, che aggiunge un ulteriore grado di successo quando si ottiene un 6, a condizione il tiro sia comunque un successo.

Per ottenere la riserva i dadi da lanciare, al Feat die i giocatori aggiungono un Success dice per ogni grado nell’abilità che si sta testando. Questi posso quindi essere aumentati o diminuiti a seconda di alcune circostanze o dall’eventuale spesa di punti Hope (Speranza). Inoltre, alcuni effetti della corruzione dell’Ombra fanno sì che i valori da 1 a 3 sui Success dice contino come 0, cosa che rende davvero essenziale capire come funziona l’Ombra e come andrà gestita.

In un tiro riuscito, le eventuali rune elfiche possono essere spese per aggiungere vantaggi extra al risultato del test, come ad esempio ridurre il tempo per curare una ferita, aggiungere effetti a un attacco o portare a termine un’operazione nel silenzio più assoluto.

I numeri bersaglio da battere in un test sono valori fissi, basati sulle statistiche del personaggio e generalmente non cambiano, a meno che non cambino proprio i valori di Strenght, Heart e Wits del personaggio. Il TN è pari a 20 meno il valore della statistica del personaggio. Quindi, tutte le abilità basate sulla Strenght avranno come difficoltà il valore 20 meno Strenght, le abilità basate su Heart saranno difficoltà 20 meno Heart e lo stesso vale per quelle di Wits.

Due fasi di gioco

Una campagna di The One Ring è basata sue due fasi di gioco distinte: la fase d’Avventura e la fase della Compagnia. La prima rappresenta l’avventura vera e propria, fatta di viaggi, combattimenti, indagini, incontri e quant’altro. La seconda, invece, rappresenta il tempo trascorso tra una missione e l’altra, che i personaggi impiegano stando con i propri cari o in un luogo sicuro, perseguendo qualche scopo personale o riposando per recuperare le energie.

È durante la fase della Compagnia che i giocatori potranno spendere i punti esperienza e migliorare i propri personaggi.

The One Ring, il viaggio

Il viaggio è una parte enorme di The One Ring e le "fasi di viaggio" del gioco operano un buon lavoro, rappresentando al meglio il viaggio attraverso la natura selvaggia. Per molti versi, lo spostarsi attraverso le mappe esagonali è una parte fondamentale del gioco. Il sistema dei ruoli del gruppo durante il viaggio e gli eventi casuali rendono i viaggi a lunga distanza opportunamente faticosi e potenzialmente pericolosi, se il gruppo non è adeguatamente preparato, ma non è così punitivo da far sentire ai giocatori il bisogno di evitare di viaggiare del tutto.

Decisioni come usare o evitare le strade hanno effetti minori ma significativi sul gioco, specialmente se si utilizzano le regole opzionali dell'Occhio di Mordor (in pratica, quanta attenzione del Nemico i personaggi hanno attirato su di sé e quali problemi ciò può creare loro).

Dal punto di vista editoriale

Editorialmente parlando, The One Ring è un prodotto di assoluto pregio. I materiali utilizzati per la copertina rigida e per le pagine interne, sono di ottima qualità e aprire il manuale per la prima volta restituisce la stessa sensazione che si è provato sfogliando Lo Hobbit o Il Signore degli Anelli per la prima volta.

La mappa dell’Eriador campeggia dietro la copertina e richiama immediatamente le mappe contenute nelle prime pagine dei summenzionati romanzi. L'arte interna è qualcosa di davvero meraviglioso, classica, quasi vecchio stile, ma comunque fresca e nuova. Le illustrazioni raffigurano avventurieri che viaggiano, guerrieri che combattono, orchi che marciano, hobbit che si rilassano e giocano a dadi. Il libro sembra davvero una nuova versione de Il Signore degli Anelli e perdersi per le sue pagine fa venire voglia di partire per un'avventura.

Conclusioni

Da quanto emerso dalla nostra lettura del manuale base, The One Ring è davvero un gioco di ruolo di ottimo livello, sia dal punto di vista editoriale che da quello ludico.

Il sistema di regole è solido, facile da capire e coerente, utilizzando le stesse regole e le stesse meccaniche di risoluzione per tutto. L’unica cosa che ci rende un po’ perplessi è l’avere un TN praticamente fisso per tutte le prove di abilità. Nonostante quanto spiegatoci dall’autore durante l’intervista e notando sul campo quanto ciò effettivamente velocizzi e semplicizzi il flusso di gioco, a nostro avviso risulta un po’ appiattente e poco stimolante. Ma è una considerazione del tutto personale e siamo certi che alla maggior parte dei giocatori questa semplificazione risulterà ben più che congeniale.

Il gioco, inoltre, include diversi sottosistemi davvero ben congeniati. Le regole legate alla Speranza, ad esempio, offrono un ottimo modo per spendere alcune delle risorse del personaggio per ottenere dadi extra, ma anche l'Ombra (il peso di scelte sbagliate, paura, dubbio e sfiora il male) si nutre di quella riserva.

Unico, piccolo neo che abbiamo rilevato è la parziale ripetizione di alcuni concetti lungo il manuale, cosa che rende a volte un po’ difficoltoso recuperare una certa informazione, anche perché capita che non sia dove è più logico trovarla. Anche qualche esempio in più non avrebbe fatto male, ma nel complesso il prodotto è davvero ottimo e riesce davvero a trasportare il mondo di Tolkien sul tavolo da gioco.

Un gioco rivolto a…

Non c’è nulla da dire, The One Ring nella sua seconda incarnazione è assolutamente il miglior gioco di ruolo mai pubblicato nel trasportare realmente al tavolo di gioco le emozioni, le sensazioni e la bellezza della Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien. E per questo non è un gioco adatto a tutti.

Il titolo, infatti, si rivolge prettamente agli appassionati dei lavori del professore di Oxford, ai lettori dei romanzi più che agli spettatori dei film che ne sono scaturiti. Chi vi si dovesse avvicinare pensando di trovarsi davanti a un classico High Fantasy con magie di palle di fuoco e fulmini ne resterebbe immensamente deluso. Stessa sorte accadrebbe agli amanti del tipico GdR dungeon crawler fatto di tesori magici, montagne di monete d’oro da spendere in equipaggiamenti magici e bizzarri. In The One Ring non vi è nulla di tutto ciò.