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a cura di Tom's Hardware

Come se non bastasse, anche Rich, l'eroe, il protagonista che dovrebbe comunque personificare il messaggio, non è ben riuscito. A cominciare dalle sue assurde fobie e manie sulle statistiche; capisco l'intenzione degli sceneggiatori di voler dare una forte connotazione al personaggio, tale da sottolineare bene il cambio di personalità che avviene alla fine della storia. L'obiettivo è farlo apparire inizialmente timido e imbranato, e poi alla fine forte e sicuro di sé. Ma così non va.

pagemaster copertina[1]

Senza farla troppo complicata, sarebbe stato opportuno uno straccio di motivazione che approfondisse la psicologia del personaggio. Il perché sia così, si comporti in questo modo, non c'è. Il film non dà nemmeno quel minimo di spiegazione. Quindi, facciamo che questo è solo un povero disadattato nato così, e via. Oltretutto, alla fine del famigerato viaggio dell'eroe, cos'è che Rich - e di riflesso lo spettatore - impara?

Magari i pericoli che possono nascere dal non riconoscere la divisione tra virtù e ossessione, come l'eccesso di orgoglio che può sfociare nella pazzia o cose del genere. E invece no, l'unica cosa che Rich impara è che "la paura non esiste in questo dojo. Il dolore non esiste in questo dojo". I pericoli si affrontano a testa bassa, senza mai tirarsi indietro e senza pensarci su due volte. Come solo i Leoni di Rico della Fanteria Mobile sanno fare. Bello come invito alla lettura, già ...

Dulcis in fundo

Grazie a Internet ci siamo abituati a trovare informazioni in pochi secondi. Ma nel 1994 le cose stavano diversamente. Quindi a meno che Rich non fosse pazzo, inventandosi numeri, dati e statistiche matematiche a caso, questi li doveva leggere per forza da qualche parte. In altre parole, significa che il ragazzino era già un topo di biblioteca che si sfondava di libri. E di tutto aveva bisogno, tranne che appassionarsi alla lettura.

Pagemaster non è per niente invecchiato bene. Non m'era piaciuto quando lo vidi al cinema, figuriamoci adesso. Forse oggi, si nota ancor di più quanto sia un film raffazzonato, oltre che estremamente superficiale. Ma soprattutto è lento e noioso da morire, si fatica a finirlo.

Retronauta

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retrocult

Retrocult è la rubrica di Tom's Hardware dedicata alla Fantascienza e al Fantastico del passato. C'è un'opera precedente al 2010 che vorresti vedere in questa serie di articoli? Faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a retrocult@tomshw.it.

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