The Shrink next door: anteprima di una pericolosa terapia

The Shrink next door, storia di una terapia periocolosa con Will Ferrell e Paul Rudd.

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a cura di Manuel Enrico

Il rapporto medico paziente è sacro, o almeno così ci si aspetterebbe. Di certo, dopo avere visto The Shrink next door questo assunto perde parte della sua solidità, considerato come la nuova serie di AppleTV+ ci pone davanti a una storia in cui il sacro lascia ampio spazio a un ben più terreno interesse personale. Basandosi sull’omonimo podcast divenuto un cult oltreoceano, il servizio streaming di Apple ha voluto arricchire il suo catalogo con una serie che appoggiandosi su due attori di ottimo livello come Will Ferrell e Paul Rudd mostra il pericolo di una personalità dominante, qualora riuscisse a imporsi su un ego fragile.

Si potrebbe pensare che questa serie esageri nella caratterizzazione di questo atipico rapporto medico-paziente, ma basterebbe tenere presente che The Shrink next door si basa solamente sul primo episodio del podcast realizzato nel 2019. Realizzato da Wondery e Bloomberg Media, The Shrink next door si è rivelato un podcat seguito e che mette a nudo i lati oscuri della terapia, specie all’interno di una società come quella americana, dove è parte integrante della quotidianità. L’avvio di questa serie ci riporta nei primi anni ’80, in una New York frenetica e vivace, dove il ritmo iperaccelerato della vita impone una pressione non indifferente a coloro che intendono trarre il meglio dalle occasioni che la Grande Mela offre quotidianamente.

The shrink next door: terapia pericolosa

Non sorprende quindi vedere come l’intraprendete psichiatra Isaac ‘Ike’ Herschkopf (Paul Rudd) riesca a divenire un punto di riferimento per Martin ‘Marty’ Markowitz (Will Ferrell), erede di una piccola ma redditizia industria tessile newyorkese. Marty è afflitto da un costante senso di inferiorità, maturato durante un’adolescenza in cui il suo animo gentile è stato duramente forgiato dalla famiglia, che ha sempre visto nella maggiormente tenace sorella Phyllis (Katjtyn Hahn) una figura più forte. Non a caso, sin dal primo momento vediamo che le fragilità di Marty sono gestite, anche lavorativamente, da Phyllis, smaliziata e arguta, capace sia di mantenere in rotta l’azienda che di prendersi cura del fratello in ambasce.

Una situazione che la porta a consigliare a Marty di iniziare una terapia con uno psichiatra, in modo da controllare la propria fragilità. Dopo una certa resistenza, Marty accetta di incontrare il dottro Hersckopf, caldamente consigliato da diversi conoscenti, non immaginando che questa prima seduta possa essere l’inizio di un calvario personale.

The Shrink next door basa la sua forza su una perfetta costruzione emotiva, magnificamente resa dal talento di Ferrell e Rudd. Abitualmente considerati talenti comici, Rudd e Ferrell in questa serie dimostrano una versatilità encomiabile, adattando il proprio estro artistico alle esigenze della storie. L’adattamento di Georgia Pritchett, infatti, mira a ritrarre con chiarezza il meccanismo emotivo che porta Marty a subire il dominio psicologico di Ike, coinvolgendo anche lo spettatore all’interno di questa trappola. Dal primo incontro, anche noi come Marty usciamo rapiti e affascinati dalla personalità magnetica e comprensiva di questo insolito terapista, capace di tranquillizzare il suo paziente con apparentemente saggi consigli e mostrarsi al contempo amichevole e comprensivo. Per un uomo come Marty, soggetto ad attacchi di panico e cronicamente insicuro, questo approccio è al contempo spaventoso e affascinante, ma diviene sempre più necessario all’interno di una sua visione di crescita personale.

Piccoli gesti che sembrano innocenti, come l’aver dimenticato il portafoglio o la timida richiesta del saldo della seduta, sono l’inizio di una coercizione da parte di Ike, che si muove sicura all’interno della progressiva familiarità con cui Marty lo accoglie nella sua vita. L’alchimia tra Rudd e Ferrell è sublime, i due animano una dinamica in divenire in cui lo spettatore vede inizialmente quasi un rapporto di sincera amicizia da parte di entrambi, stupendosi quando la storia bruscamente passa dagli anni ’80 ai primi anni del 2000.

Periodo in cui vediamo un Ike ricco godersi una vita di eccessi, mentre Marty ci appare come un uomo distrutto, al limite. Un dualismo temporale che aiuta a valorizzare l’incedere della storia, focalizzata su una progressiva coercizione, cui assistiamo scrutando le reazioni di familiari e colleghi di Marty. Se i suoi dipendenti sembrano apprezzare il carisma di Ike, propenso a sessioni di gruppo e di tema building aziendale, meno affascinata risulta Phyllis, la sorella di Marty, che sin dall’inizio nutre poca simpatia per lo psichiatra. Kathryn Hahn, dopo averci regalato una sontuosa Agatha Harkness in WandaVision, si dimostra nuovamente un’attrice di livello, interpretando una donna tenace e sicura, capace di mostrare anche le sue fragilità, quando ferita.

Inganno e dipendenza in una storia umana

Phyllis è centrale nell’economia di The Shrink next door, è la voce allarmata che cerca di fermare questa spirale impazzita in cui viene risucchiato Marty. Ferrell si toglie la maschera del comico gigione che lo ha reso celebre in questi anni, stupendo con una convincente immedesimazione con il suo personaggio, mostrando attacchi di panico, perplessità e forzosa sicurezza dove necessario. Una recitazione appassionante esaltata dal ruolo cinico e subdolo di Ike, che dietro il volto simpatico di Rudd nasconde un animo tutt’altro che genuino. L’Ant-man dell’MCU incarna al meglio lo spirito di una figura meschina, incredibilmente portato all’inganno e che non si lascia sfuggire l’occasione di addentrarsi nella vita del suo assistito per plasmarne le decisioni, seguendo una propria agenda.

Dal celebrare un nuovo bar mitzvah a guidarlo in rischiose operazioni aziendali, ogni pilotata decisione di Marty è parte di un meccanismo che lascia a Ike sempre più spazio nella sua vita. The Shrink next door fa della sua scansione emotiva e temporale l’ossatura di un racconto umano sincero, in cui le percezioni di Marty divengono le nostre, che potremo anche credere di non esser deboli come il personaggio interpretato da Ferrell, ma non ne avremo mai la sicurezza. Merito di una costruzione narrativa impeccabile, in cui siamo inizialmente portati a empatizzare con il fragile Marty, rivedendo in lui momenti di nostra debolezza, e illuderci della buona fede di Ike, grazie alla pacata ma scaltra recitazione di Rudd.

La recitazione dei due protagonisti valorizza questo aspetto, grazie a una regia dai giusti tempi, riflessiva e avvolgente, che ci accoglie in una realtà tragicomica. Merito di una regia puntuale e intelligente, che ci offre inquadrature in cui i dialoghi e le situazioni risultano autentiche, rendendoci testimoni attivi degli eventi.

Ogni elemento di The Shrink next door concorre, come la ricostruzione storica degli anni ’80, alla realizzazione di una serie magnetica, che imbastisce un’avvincente sinergia tra protagonisti e spettatori, elemento essenziale per una storia simile. Gli episodi di The Shrink Next door scivolano veloci, attirano e sono animati dalla recitazione impeccabile di un cast importante che rende onore a una storia vera, lasciandoci sperare che dopo questa prima stagione anche altri episodi del podcast d’origine possano trovare spazio su AppleTV+