The Tender Bar, recensione: George Clooney dirige l'adattamento dell'omonimo best seller

The Tender Bar, l'emozionante viaggio del giovane JR, prima bambino alla ricerca di amore, poi adulto in cerca di se stesso.

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a cura di Valentina Valzania

The Tender Bar è la nuova pellicola originale Amazon Prime Video, firmata da George Clooney, che ormai da anni si sta dedicando con enorme passione anche al mondo della regia. Il film è l'adattamento dell'omonimo best seller scritto da J.R. Moehringer, arrivato in Italia con il titolo Il bar delle grandi speranze. Trattandosi di una trasposizione, la critica si è molto divisa per quanto riguarda la valutazione del prodotto, finendo per essere anche molto rigida, a causa del confronto con "l'originale", ovvero il romanzo. Ma la pellicola di George Clooney, disponibile da oggi su Amazon Prime Video, è un titolo che funziona, oppure no?

Non esitiamo a dirvi che si tratta di oltre un'ora e quaranta di esperienza cinematografica discretamente calibrata, da un punto di vista narrativo, ed egregiamente sostenuta da un cast che funziona e dalla regia di George Clooney, il vero colosso al fianco di Ben Affleck nel ruolo cruciale dello zio Charlie. Nell'insieme funziona, intrattiene e sfrutta anche una cura nei dettagli, nella fotografia e nelle scelte registiche che abbiamo davvero molto apprezzato, dall'inizio alla fine di The Tender Bar.

Non si tratta del nuovo capolavoro né di una pellicola particolarmente originale sotto alcun punto di vista, ma svolge il suo lavoro in maniera assolutamente convincente, soprattutto nella parte iniziale e finale del film, nella nostra recensione vi spiegheremo bene il perché, in relazione ai "tagli" di trama che sono stati attuati. Ma, prima di entrare nel merito delle nostre considerazioni, ci terremmo a incitarvi a dare una possibilità alla pellicola che, possiamo assicurarvi, merita di essere vista.

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The Tender Bar: l'emozionante viaggio del giovane JR

Contestualizziamo il tutto con un comodo riassunto della trama principale, senza entrare in dettagli che potrebbero rovinare la vostra prima visione: siamo a Long Island, gli anni '70 vivono di luce propria e il piccolo (e adorabile) J.R. Moehringer si sta trasferendo dai nonni, con la propria mamma (Lily Rabe). Nella vecchia casa non solo impara la bellezza, e l'enorme complessità, insita in ogni famiglia, ma cresce sotto l'ala di zio Charlie. L'uomo è pieno di interessi e voglia di vivere che travolgono completamente J.R., alla ricerca di una figura di riferimento dato che suo padre è vivo ma non presente nella sua vita. Charlie gli insegna ciò che sa nel suo enorme e affascinante bar, The Dickens. Gli trasmette i suoi valori, il suo amore per la lettura e lo sprona, insieme alla madre, nel tentativo di dargli una vita migliore, di fargli spiccare il volo e guadagnarsi un posto nel mondo. L'idea di base è interessante, già pienamente sviluppata grazie all'ampia scrittura di Moehringer stesso, ma comunque estremamente semplice da vedere sullo schermo. Si tratta di un racconto di formazione, un po' mozzato e simile a molti altri, ma comunque con ottime qualità da valutare.

Partiamo dal principio, che forse è anche il punto più dolente, quello maggiormente criticato: la differenza tra l'adattamento, che prende i propri tempi per osservare le condizioni emotive e i dubbi esistenziali dei personaggi, e la scrittura del film, che si fa sentire come è giusto che sia. Questo non significa che il modo di trattare gli avvenimenti di The Tender Bar sia stato eccelso ma, da una parte, è più comprensibile di quanto si potrebbe immaginare: le tempistiche di un romanzo sono estremamente differenti da quelle di un prodotto cinematografico, sono meno concise , possono dilatarsi senza annoiare troppo il lettore, bensì dando un tocco di immersione maggiore per il lettore.

Il cinema ha altre esigenze e, spesso, scendere a compromessi è l'unica soluzione valida per non fare un vero "malloppo" insostenibile. In questo senso la pellicola di George Clooney poteva sicuramente essere adattare in modo migliore il romanzo, soprattutto nella fase di mezzo che risulta molto meno incisiva e, per questo, più noiosa del resto. Ma, nonostante questo, sempre valutando la visione totale e non le singole parti, la sufficienza è raggiunta pienamente. Si tratta del lato più debole? Indubbiamente sì.

Cast, regia e fotografia però, in compenso, cooperano al meglio e ci hanno regalato un'esperienza davvero piacevole. Come vi abbiamo lasciato intuire già dal breve riassunto sulla storia trattata, risulta evidente che lo zio Charlie sia centrale nella storia, fisicamente ed emotivamente parlando e, per fortuna, abbiamo avuto la possibilità di vedere uno zio assolutamente travolgente grazie a Ben Affleck. Dobbiamo dirlo, buona parte della storia se la carica Ben sulle spalle, servendosi di una recitazione davvero impeccabile e una scrittura dei dialoghi davvero a suo favore. Lo zio sarà la colonna portante di J.R. per tutta la sua vita e anche la nostra, mentre vediamo il piccolo crescere, cambiare, vivere esperienze nel mondo reale. La sua interpretazione ci ha lasciato davvero molto e crediamo che riesca a rappresentare davvero al meglio l'importanza del suo ruolo nella storia e nella vita del protagonista.

Ma arriviamo al punto che ha incuriosito un po' tutti: la regia di Clooney. Nel corso degli anni il famoso attore ha già cominciato il suo percorso nel mondo della regia e il miglioramento c'è stato eccome; nei vari film che ha portato a termine si è notata una crescita, una ricerca stilistica maggiore. In The Tender Bar ha davvero cercato di dare il meglio, non solo permettendo al cast di portare il vero peso della rappresentazione, ma "decorando" molte scene con scelte molto vintage, il che ci ha convinto molto. Un'esecuzione pulita, stilisticamente adatta al prodotto, ma comunque non troppo arzigogolata. Anche la color correction gioca un ruolo interessante, utilizzando colori molti caldi, perfetti per l'immaginario degli anni '70, ma non eccessivamente marcati.

In conclusione

Concludendo la nostra recensione, riteniamo che si tratti di una pellicola interessante, valida, seppur non tra le migliori degli ultimi anni. Si tratta di un prodotto nella media, un riadattamento abbastanza convincente, con le sue lacune ma pur sempre in grado di soddisfare il pubblico narrativamente ed esteticamente parlando. Vi consigliamo di vederlo poiché è un film che saprà come intrattenervi per poco meno di 2 ore. Bravo, George Clooney e Amazon!