Titans Stagione 3, recensione: no man's land

Titans Stagione 3 è disponibile da oggi su Netflix: l'azione si sposta a Gotham e Jason Todd al centro dell'azione.

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a cura di Domenico Bottalico

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A poche settimane dalla conclusione della messa in onda su HBO Max negli Stati Uniti, Titans Stagione 3 arriva anche in Italia su Netflix a partire da oggi. La serie con protagonisti i giovani eroi ed ex-sidekick guidati da Dick Grayson, ex-Robin diventato Nightwing e interpretato da Brenton Thwaites, arrivano all'importante banco di prova della terza stagione forte di una formula estremamente personale che nelle passate due stagioni ha saputo in più di una occasione correggere il tiro guadagnandosi l'apprezzamento di critica ma soprattutto del pubblico soprattutto quello dei fan DC sempre estremamente esigente.

Titans Stagione 3, after the fall

Nel corso della seconda stagione, i Titans avevano dovuto affrontare le conseguenze delle azioni compiute in passato tornate a minacciare il loro presente, e coinvolgendo anche i membri più giovani della squadra, sotto forma del complesso piano ordito dal pericoloso Deathstroke il quale era riuscito addirittura a piazzare una talpa fra le fila dei Titans nella persona della giovane Rose/Ravager che aveva attirato le attenzione di Jason Todd.

Al momento della resa dei conti tuttavia i Titans avevano prevalso ma non senza un sacrificio estremo, quello di Donna Troy caduta sul campo per difendere un innocente finita nel fuoco incrociato della battaglia. La morte dell'eroina aveva minato l'equilibrio della squadra che aveva perso Rachel, partita per Themyscira al seguito della salma di Donna, e Jason Todd stesso ancora una volta divorato dai dubbi dopo essere stato usato da Rose come anello debole per infiltrarsi nei Titans.

Titans Stagione 3 si apre con Dick richiamato urgentemente a Gotham. Jason Todd è stato ucciso dal Joker: il ragazzo infatti, deciso a provare le capacità, aveva affrontato il Principe Pagliaccio del Crimine da solo avendo la peggio. L'accaduto mette però in moto una serie di altrettanto tragici avvenimenti, primo fra tutti la decisione da parte di Bruce Wayne di abbandonare la città ma non prima di essersi vendicato del Joker.

Dick viene quindi incaricato di diventare il nuovo protettore di Gotham, titolo che accetta malvolentieri, e soprattutto di investigare sull'omicidio di Jason il cui corpo è scomparso. I Titans si trasferiscono quindi nella Wayne Manor per dare supporto a Dick il quale scopre che Jason stava trafficando con agenti chimici e droghe. L'indizio punta ovviamente al massimo esperto criminale in materia: Jonathan Crane meglio noto come Lo Spaventapasseri.

Tuttavia Crane non è a piede libero ma in carcere e soprattutto sotto la protezione della polizia ora guidata dal nuovo commissario: Barbara Gordon. Il ritorno di Dick in città, ma soprattutto l'arrivo dei Titans, preoccupa Barbara. Preoccupazioni che trovano riscontro nell'improvvisa ondata di violenza anti-vigilanti promossa dal misterioso Red Hood. Chi si cela dietro la stessa maschera originaria del Joker? e qual è la sua connessione con Lo Spaventapasseri?

Mentre Gotham scende nel caos, diventando una terra di nessuno, Starfire libera la sorella Blackfire facendo una dolorosa scoperta sul suo retaggio mentre Rachel si scontra con i laboriosi riti di Themyscira che coinvolgono Donna la quale incontrerà in maniera del tutto inaspettata Hank, l'eroe Hawk, e il giovane Tim Drake che sembra conoscere tutto, forse anche troppo, dei Titans e della bat-famiglia.

Titans Stagione 3, no man's land

L'interazione numero 3 è storicamente quella più difficile per qualsiasi forma d'arte seriale (basti pensare alla musica e quanto siano fondamentali i terzi album per band come Metallica e Iron Maiden) e Titans Stagione 3 non fa eccezione, peccato soltanto che la serie partita tutto sommato bene tenti di alzare esponenzialmente la posta in gioco sia in termini di trama che di sviluppo dei personaggi ma non riesca a centrare il bersaglio risultando a tratti pedestre, eccessivamente fumettosa, con soluzioni che richiedono al lettore una sospensione dell'incredulità eccesiva rispetto al tono iniziale della serie stessa, e troppo compressa in termini meramente di storytelling.

Titans Stagione 3 non riesce quasi mai a trovare il giusto ritmo ed equilibrio tesa a metà fra esigenze meramente televisive che rimaneggiano, e in taluni casi stravolgono, personaggi e situazioni (vedasi la convulsa sotto trama che coinvolge Starfire, Blackfire e Superboy) e quell'anima che vorrebbe rimanere più aderente al materiale originale, sempre con le dovute necessità televisive, che pescano a piene mani da storie come Una Morte in Famiglia, Terra di Nessuno e Sotto il Cappuccio. 

Il risultato è un pastiche familiare anche agli spettatori meno addentrati dell'Universo DC (la stagione ad un certo punto mischia idee di Batman Begins e di Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno senza preoccuparsi troppo di essere originale) la cui cifra ultima è questa versione dello Spaventapasseri indubbiamente interessante ma per certi versi più in linea, a livello di tono, con operazioni simili fatte con i suoi colleghi nella serie TV Gotham.

La decostruzione del personaggio di Jason Todd, la trasformazione di Red Hood ed il suo scontro con Nightwing e il rapporto fra Dick e Barbara (anche lei decisamente rimaneggiata rispetto al materiale originale) sono spunti decisamente interessanti che trovano espressione nel terzo episodio, il migliore della stagione e forse di tutta la serie finora, da un lato e nelle ottime prove attoriali di un Brenton Thwaites che in più di una occasione è costretto a sobbarcarsi il resto del cast e di una convincente Savannah Welch nei panni di Barbara Gordon.

Titans Stagione 3, l'ombra dell'Arrowverse

I buoni spunti sopracitati però non vengono quasi mai approfonditi lasciando Titans Stagione 3 in balia di un bat-centrismo troppo superficiale e soprattutto lasciando colpevolmente molti personaggi troppo slegati dal filone narrativo principale intenti a sviluppare sotto trame poco convincenti o risolte con soluzioni eccessivamente ingenue come la lunga digressione su Donna che coinvolge quasi forzatamente prima Rachel e poi Tim Drake.

In questo senso l'ombra pericolosa dell'Arrowverse si allunga su Titans. In questa terza stagione infatti è impossibile non notare una certa propensione per soluzioni che si rifugiano in una componente drama fine a sé stessa e cliché che vorrebbero essere omaggi ma che risultano vacui o peggio stucchevoli imitazioni (vedasi Supernatural).

Anche tecnicamente Titans Stagione 3 perde un po' di quel coraggio delle precedenti due stagioni. Sono sparite le venature horror della prima stagione così come quelle action della seconda, in favore di una regia posata dal ritmo mai troppo sostenuto che non può adottare soluzioni particolarmente brillanti a causa di sceneggiature che vorrebbero valorizzare più le personalità che gli eroi in costume con risultati tutt'altro che incoraggianti.

Insomma più ombre che luci per Titans Stagione 3 i cui sceneggiatori e showrunner dovrebbero riprendere coraggio e ritrovare quella personalità con cui avevano affrontato la serie inizialmente facendosi nuovamente ispirare maggiormente dal materiale originale, anche animato volendo, e abbandonando velleità da soapoperistiche che mal si adattano alla serie sia per struttura che per tono.