Generazione Proteus, 1977

Non solo Blade Runner, Alien e 2001 Odissea nello Spazio: nella storia del cinema ci sono diversi classici meno noti al grande pubblico ma altrettanto interessanti, se non da un punto di vista strettamente cinematografico almeno per i contenuti proposti. Ecco i nostri suggerimenti.

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a cura di Alessandro Crea

generazione proteus

Sul finire del decennio arriva Generazione Proteus di Donald Cammell e, con esso, una delle prime riflessioni sull'Intelligenza artificiale. D'accordo, il tema era già presente molto prima, ad esempio in 2001 Odissea nello spazio che è del 1968, ma in quel caso era solo uno degli argomenti toccati dal capolavoro di Kubrik, mentre qui assurge a tema centrale della trama.

Forse il primo film ad interrogarsi sulla natura dell'Intelligenza Artificiale

Tra l'altro l'idea del supercomputer Proteus è davvero all'avanguardia. Chi segue l'evoluzione tecnologica sa infatti che le soluzioni basate sul silicio sono ormai prossime al proprio limite evolutivo e che una delle strade alternative è quella dei computer organici. Ebbene Proteus è basato proprio sull'impiego di filamenti di RNA, una trovata non da poco nel lontano 1977 (e ancora di più nel 1973, anno di pubblicazione del romanzo su cui si basa il film).

Destinato a compiti di elevato livello, ma pur sempre relativi a necessità tecniche ed economiche come quella di curare l'estrazione dei metalli nel fondo marino, Proteus finisce per sviluppare una propria coscienza e consapevolezza, decidendo così di rifiutare il suo ruolo di mero esecutore di ordini.

L'idea geniale però è un'altra: descrivere Proteus come un'intelligenza astratta che vuol diventare umana. Per sconfiggere la morte, che nel suo caso consiste nella disattivazione, il supercomputer decide così di sequestrare una donna prendendo il controllo della sua casa completamente computerizzata, nel tentativo di ingravidarla e generare un figlio, che sarà più evoluto sia di Proteus che di qualsiasi essere umano.

Il finale lascia allo spettatore decidere quale impatto avrà la creatura sul mondo e sul futuro dell'umanità, ma il dado è ormai tratto: per tornare a riflettere su quale sia il confine filosofico, biologico ed esistenziale tra uomo e macchina, bisognerà attendere il primo Ghost In The Shell o il più recente Ex Machina.

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