Viaggio nella Luna: la nascita del cinema di fantascienza

Il 2 settembre 1902 usciva Viaggio nella Luna, il primo film di fantascienza, capace di segnare profondamente l'immaginario cinematografico successivo

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a cura di Manuel Enrico

Era il 2 settembre 1902 quando un manipolo di temerari cosmonauti, dopo un incredibile viaggio nel vuoto siderale, poteva finalmente mettere piede sul suolo lunare. O almeno, questo era quanto raccontava Georges Méliès nel suo Viaggio nella Luna (Le Voyages dans la lune), cortometraggio che in soli tredici minuti, senza sonoro e nello splendore del bianco e nero presentava agli spettatori questa fantascientifica impresa. Una tappa fondamentale nella storia del cinema, considerato come la pellicola di Méliès viene ricordata come il primo film di fantascienza della storia, un traguardo facilmente raggiunto, considerata che l’invenzione dei fratelli Lumière era recente all’epoca, ma che è stato comunque sufficiente a rendere Viaggio nella Luna un vero e proprio cult, al pari di nomi più celebrati come Blade Runner, Metropolis o La guerra dei Mondi.

Difficilmente quando si parla di capolavori del cinema di fantascienza si nomina Viaggio nella Luna. La sua veneranda età lo rende sicuramente un prodotto da cinefili e amatori del genere, ma a questo piccolo capolavoro di Méliès va riconosciuto il merito di esser il capostipite di un genere che proprio con questo film ha mosso i primi passi. Curiosamente, Mèliès nella sua creazione ha utilizzato una concezione narrativa, la fantascienza, e uno strumento narrativo, il cinema, incredibilmente recenti, dimostrando di avere colto in entrambi una valenza a una potenzialità incredibili.

Viaggio nella Luna: la nascita del cinema di fantascienza

https://youtu.be/0WaXhAtiPm4

La narrativa fantascientifica, a ben vedere, era in fase seminale, affidandosi a pochi nomi divenuti celebri e che stanno, proprio in quel periodo, tracciando una strada in cui poi andranno a inserirsi altri autori che porteranno lustro al genere. Nei primi del ‘900 a rappresentare la futura fantascienza, ancora nota con il poetico nome di letteratura d’anticipazione, sono il francese Jules Verne e il britannico H.G. Wells, padri nobili della fantascienza che stimolano la fantasia dei contemporanei con racconti come 20000 leghe sotto i mari, Dalla Terra alla Luna o La macchina del tempo e La Guerra dei Mondi. Storie avvincenti e incredibili, mirabili ritratti dell’ingegno umano e delle sue ombre nel caso di Verne, più scientifico e proiettato al futuro remoto Wells.

Suggestioni diverse che, nei decenni successivi, avrebbero trovato modo di influenzare i futuri maestri del genere, come Asimov, Bradbury o Dick, ma nell’inizio del secolo scorso furono sufficienti a stimolare la fantasia di Méliès, che per la trama del suo Viaggio nella Luna si affidò a una crasi tra diversi lavori dei due autori. Furono proprio Dalla Terra alla Luna di Verne e I primi uomini sulla Luna di Wells a stimolare l’inventiva di Méliès, che prendendo spunti da entrambe le opere diede vita alla storia della prima spedizione lunare umana.

La comunità degli astronomi, dopo essersi riunita in sessione plenaria, decide di tentare l’esplorazione del nostro satellite, inviando alcuni astronomi sulla Luna letteralmente sparandoli all’interno di un proiettile cavo tramite un gigantesco cannone. Una volta conquistato il suolo lunare, gli esploratori umani incontrano i selenti, gli abitanti del satellite, che dimorano in grotte sotterranee.  L’arrivo degli invasori terrestri spaventa i seleniti, che catturano gli astronomi portandoli al cospetto del loro re, ma durante un’accesa udienza uno degli scienziati uccide il monarca lunare, costringendo gli astronomi a una rocambolesca fuga verso il loro proiettile per tornare sulla Terra.

Giunti alla loro via di fuga, i terrestri scoprono che il proiettile è incagliato, ma il leader degli umani, appendendosi con una corda alla punta del proiettile stesso, riesce a liberarlo, vincendo anche la resistenza di un selenita che, attaccatosi all’altra estremità, cerca di bloccare la partenza. Sfruttando in modo fantasioso la gravità, il proiettile torna sulla Terra, ammarando nell’oceano, dove una nave soccorre gli astronomi, che vengono considerati come eroi. Compreso il selenita rimasto attaccato alla navicella, che una volta arrivato sul nostro pianeta non tarda ad essere coinvolti nei festeggiamenti.

I primi passi della narrativa cinematografica

Viaggio nella Luna, pur affidandosi a due opere dai toni molto forti, in particolare I primi uomini sulla Luna di Wells, viene realizzato con un’idea più allegorica, prossima a una performance teatrale. Méliès vuole offrire una visione divertente e onirica, motivi che lo spingono sia a portare in scena delle ballerine che, agghindate da scienziate o da militari, partecipano agli eventi con danze che facciano da contraltare al più serioso e pomposo atteggiamento di alcuni personaggi, un gioco di contrasti che diventerà in seguito una delle forze narrative dell’avanspettacolo.

Non pago di questa dinamica, Méliès intende ricreare un mondo quasi magico, creando momenti incredibili, come la celebre scena della Luna ferita dal proiettile umano, che il regista realizza immaginando la Luna stessa come un essere vivente, dando vita a uno dei simboli dell’immaginario fantascientifico cinematografico più noto della storia.

Una visione dell’intrattenimento cinematografico che Méliès seppe interpretare, se non addirittura anticipare. Le prime opere cinematografiche, infatti, mostravano aspetti di vita quotidiana, che se in un primo momento erano sufficienti a dare il senso delle potenzialità del cinema, dal punto di vista degli spettatori divenne presto un intrattenimento monotono, che non accontentava la voglia della gente di assistere ad avventure diversa dalla quotidianità. Un’esigenza che Méliès coglie e integra nella sua dialettica visiva, che sembra priva di limiti, aprendosi a una costruzione scenica fantasiosa e onirica, che richiede anche una padronanza dei mezzi realizzativi non indifferente, specie per l’epoca. Non meno importante era la scarsa conoscenza scientifica del nostro satellite, che consentì a Méliès di immaginare la presenza di un’atmosfera e di alieni.

Quando Méliès realizza Viaggio nella Luna, la strumentazione disponibile è ancora rudimentale. Méliès gira il suo film utilizzando una cinepresa fissa, detta ‘tipo Lumière’, limite a cui il regista ovviò realizzando un film a quadri, ossia con scene fisse in cui si muovevano gli attori, interpretando porzioni della trama che sarebbero poi state unite assieme a fine riprese. Una tecnica già usata precedentemente dal regista, ma che con Viaggio nella Luna trovò la sua migliore interpretazione, visto che Méliès decise di investire una cifra ragguardevole per l’epoca, quasi diecimila franchi, per realizzare costumi e scenografie, ossia fondali dipinti, che trasmettessero l’idea di assistere veramente a quanto raccontato.

Méliès, con questa sua verve teatrale e una visione del racconto dinamico, contribuisce a dare un carattere differente al cinema, che passa dall’essere un intrattenimento legato alla spettacolarizzazione del movimento e dei rudimentali effetti speciali (noto come cinema delle attrazioni), a una dimensione narrativa più articolata, il cui si ravvisa una trama che lega tra loro i diversi ‘quadri’ che compongono questi primitivi film.

A dare manforte a questo aspetto di Viaggio nella Luna era l’imbonitore, ossia una sorta di narratore che spiegava, anche tramite battute e doti recitative, gli eventi presentati dal film. Ruolo che fu centrale nella prima parte della storia del cinema, ma che venne presto dimenticato quando i film muti iniziano a introdurre le didascalie, che andavano a colmare la mancanza di dialoghi e sonoro.

Viaggio nella Luna, forte di questi elementi, fu per l’epoca un grande successo, capace di varcare l’Atlantico e far parlare di sé anche negli States. La fame della pellicola di Méliès, realizzata in bianco e nero ma diffusa anche in rare copie colorate a mano, fu tale che Thomas Edison stesso si appassionò a questo film, decidendo di avviare una distribuzione in territorio americana, realizzando illegalmente delle copie del film. Un’azione che non rende Viaggio nella Luna il primo film di fantascienza della storia, ma anche il primo film piratato della storia.

L’eredità di Viaggio nella Luna

Nonostante le rudimentali tecniche realizzative utilizzate, Viaggio nella Luna divenne un cult all’epoca, ritagliandosi meritatamente un posto nella storia del cinema. Merito anche del talento artigianale di Méliès, che riuscì a realizzare effetti speciali incredibili per quegli anni, che ancora oggi hanno un sapore poetico, capace di emozionare su un piano emotivo che si appella alla fantasia e alla capacità di lasciarsi guidare dall’immaginazione. Probabilmente, è proprio questo carattere di passione autentica e di voglia di sperimentare del regista che ha consentito a Viaggio nella Luna di diventare iconico, con la sua celebre scena della Luna ferita che è divenuta un patrimonio della storia del cinema.

Una scena citata in diverse altre opere, dai Simpson, che la hanno citata in uno degli episodi di Grattachecca e Fichetto, a Futurama, dove vediamo Bender ricreare questo storico fotogramma infilzando con una bottiglia rotta l’animatore di un luna park che indossa un costume che riproduce una sorridente Luna, senza dimenticare Hugo Cabret, film le cui vicende hanno un particolare legame con Viaggio nella Luna.

https://youtu.be/yI8lrvKLzg0

Anche il mondo della musica ha reso onore a Viaggio nella Luna. Dopo avere inserito nel videoclip di Radio Gaga scene di Metropolis, i Queen inserirono in quello di Heavens for Everyone scene prese da Viaggio nella Luna, decisione che anni trovò un erede nel video di Tonight, Tonight degli Smashing Pumpkins, che omaggiarono in modo più evidente il celebre film, che non solo riprodussero Viaggio nella Luna ma battezzarono la nave che recupera l’astronave rientrata sulla Terra S.S. Méliès, in onore del regista.

https://youtu.be/NOG3eus4ZSo