Vikings: Valhalla Stagione 2, recensione: una coinvolgente epopea norrena

Vikings: Valhalla Stagione 2, la prosecuzione della leggenda vichinga di Ragnar Lothbrok, arriva oggi su Netflix.

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a cura di Nicholas Mercurio

Fuoco, tradimenti e intrighi sono tre punti cardine di qualunque buona storia. In tal senso, non potremmo aprire in altro modo la recensione Vikings: Valhalla Stagione 2, il sequel spirituale di Vikings, disponibile da oggi su Netflix.

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Gli avvenimenti della prima stagione di Vikings: Valhalla

Ambientata cento anni dopo Vikings, questa nuova epopea vichinga racconta le gesta di tre giovani assetati di fama e gloria, una nuova generazione divisa tra la fede pagana e cristiana, ormai diffusasi ovunque per via della conversione di conti e signori della Danimarca, della Norvegia e della Svezia. La nuova saga narra quindi le vicende della giovane shieldmaiden Freydis Eriksdotter (Frida Gustavsson), di suo fratello Lief (Sam Corlett) e del principe Harald Sigurdsson (Leo Suter), legittimo erede al trono di Norvegia.

La prima stagione, presentando un nuovo terzetto, ha attinto a piene mani da tutti gli elementi di trama vincenti visti nella serie precedente, seguendo una precisa linea narrativa certamente già nota a molti. A causa dell’eccidio della comunità norrena cristiana ai danni degli inglesi, re Canuto ha intrapreso un viaggio in Inghilterra, ora divenuto un regno unito, per vendicarla. Alle sue fila si erano uniti Harald e Lief, che erano partiti alla volta di Londra per espugnarla e conquistarla, intenzionati a liberare Freydis da un giuramento di sangue. Freydis e Lief sono due groenlandesi esperti di navigazione, mentre Harald è un principe apparentemente viziato, che troverà il modo di collaborare con Lief, contribuendo alla distruzione del ponte di Londra, considerato inespugnabile.

La prima stagione si concludeva con la separazione di Freydis e Harald da Lief, con la vittoria di Canuto e la sua proclamazione come regnante d’Inghilterra. Una pace fra cristiani e pagani era quindi possibile, soprattutto grazie alla sconfitta di Olaf Sigurdsson (Johannes Haukur Johannesson), fratello di Harald, un vichingo convertito al Cristianesimo che aveva tradito gli amici e ogni legame di fratellanza per impossessarsi della corona norvegese.

Vikings: Valhalla Stagione 2: una stagione migliore della precedente

Harald e Freydis vivono isolati, lontani da Kattegat per ricominciare una nuova vita, mentre Lief sopravvive alla giornata, visitando la sorella e l’amico di tanto in tanto, tenendoli informati sugli sviluppi che avvengono nella cittadina portuale. Tutto sembra andare per il verso giusto, finché proprio Olaf, foraggiato da Barba Forcuta, minaccia i pagani che ancora vivono a Kattegat. Harald, anche se cristiano, è in pena per Freydis, costretta a dover scampare alla purga scatenata dal fratello del suo amato. A causa del ritorno di Olaf, Harald e Lief partiranno per un viaggio estenuante molto lotano da casa con l'0bbiettivo di arricchirsi e radunare un esercito per riprendersi la Norvegia, mentre Freydis raggiungerà Jomsborg, uno dei pochi rifugi pagani ancora rimasti integri.

Il racconto introduce due linee narrative diverse: la prima riguarda il viaggio di Harad e Lief con tutte le complicazioni che una tratta del genere può comportare, mentre la giovane Freydis deve convivere con i suoi fantasmi e chi vive sull’isola. Accolta come una salvatrice, la ragazza è infatti sicura di essere nel posto giusto: scoprirà poi di essere giunta in un luogo pericoloso. A differenza della prima stagione, più incentrata a presentare i personaggi invece che a contestualizzare quanto avveniva al suo interno, il nuovo ciclo è ben incastrato e la narrazione risulta fluida e ben diluita. Prosegue prendendosi il proprio tempo, delineando diverse sotto trame interessanti e curando ogni avvenimento con attenzione. I primi episodi intrattengono grazie al costante pericolo che i protagonisti principali si trovano ad affrontare, in particolare Freydis, costretta a doversi interfacciare con degli sconosciuti e una situazione inaspettata. Lo stesso vale anche per Leif e Harald, che si ritrovano in luoghi ignoti e perigliosi.

Complice una sceneggiatura puntuale e migliore rispetto al passato, la narrazione di ogni avvenimento è più appassionante, trascinando lo spettatore oltre i fiordi della Norvegia e i campi dell’Inghilterra in luoghi esotici e sconosciuti. La qualità generale è quindi decisamente più elevata. La fedeltà storica, in tal senso, però è ancora discutibile, certo l'obbiettivo della serie non è questo bensì romanzare avvenimenti e situazioni, rendendoli di facile comprensione per chiunque.

Rispetto alla prima stagione, il lavoro svolto con gli attori, che hanno proposto delle ottime interpretazioni, è assolutamente encomiabile. Apprezzabili in particolare le prove attoriali di Frida Gustavsson e di Sam Corlett, le due stelle dello show assieme a Laura Berlin, interprete della regina Emma di Northumbria. Le tematiche, certamente note, non sono in realtà inedite: parlano dell’ignoto, del coraggio e di un viaggio sensazionale in un mondo in continuo mutamento. La regia, infatti, ha sottolineato il peso di ogni decisione presa e le sue conseguenze, non lasciando finalmente nulla al caso. Farlo in otto episodi della durata di quaranta minuti ciascuno è complesso, d’altronde, e riteniamo che due puntate aggiuntive avrebbero giovato a ulteriori incastri narrativi e a spiegazioni ancora più esaustive.

In conclusione

Vikings: Valhalla Stagione 2 migliora il contesto e la trama, perfezionando la narrazione e dando spessore a ciascun protagonista, non scadendo nelle banalità. In generale stiamo parlando di una serie storico-drammatica che si propone a un pubblico più vasto e agli appassionati di Vikings e della mitologia norrena.

Anche se non presenta una storia del tutto originale e le tematiche sono già note a chi conosce la serie principale, Vikings: Valhalla Stagione 2 è ben scritta e coinvolgente, intrattenendo e divertendo in modo semplice.