Vita su Marte? Potrebbe essere possibile grazie alle nuvole

Difficile da credere, ma le distese rossastre del deserto ghiacciato su Marte non sono sempre state così aride. La risposta starebbe nelle nuvole.

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a cura di Giovanni Arestia

Difficile da credere, ma le distese rossastre del deserto ghiacciato su Marte non sono sempre state così aride. Anche il cratere che Perseverance sta attraversando si pensa che un tempo sia stato un lago. Come il pianete sia stato abitabile per centinaia di anni è sempre stato un mistero, almeno fino ad ora (forse).

Prima che diventasse un deserto devastato dal sole, Marte riceveva solo un terzo della luce solare che arriva adesso sulla Terra, il che l'avrebbe resa (almeno per gli standard terrestri) abbastanza calda da far prosperare una vita ipotetica. Lo scienziato planetario dell'Università di Chicago Edwin Kite potrebbe avere la risposta poiché crede che tutto fosse collegato con le nuvole. In uno studio da lui condotto, che è stato pubblicato recentemente su PNAS, ha spiegato:

"In luoghi molto distanti dalle calotte polari e fredde, le nuvole si trovano solo ad altitudini elevate, il che massimizza il loro riscaldamento. Poiché questo scenario è coerente con i dati geologici che suggeriscono un clima caldo e arido che si ha adesso su Marte, i nostri risultati supportano l'ipotesi che inizialmente ci fosse una sorta di effetto serra che permettesse il riscaldamento non eccessivo di Marte."

Le nuvole ghiacciate potrebbero aver causato un effetto serra per intrappolare il calore sufficiente per qualsiasi essere che avrebbe potuto vivere sul pianeta. Sebbene gli scienziati sapessero dell'acqua allo stato liquido nel passato del Pianeta Rosso, la mancanza di calore li ha portati a chiedersi come fosse possibile che questa fosse in grado di continuare a scorrere invece di congelarsi. Le nuvole nell'atmosfera superiore, come i cirri presenti sulla Terra, hanno offerto una possibile spiegazione. L'unico modo, però, per scoprire davvero se le nuvole ad alta quota avrebbero potuto agire come una sorta di felpa riscaldante del pianeta era testare virtualmente l'ipotesi.

Si è scoperto che il motivo per cui le temperature su Marte non sono state così estreme per un po' è stato a causa dell'effetto del ghiaccio presente al suolo sulle nuvole superficiali. Troppo ghiaccio significa nuvole più spesse nate da tutta l'umidità superficiale causata dall'evaporazione dell'acqua da laghi, fiumi e dallo scioglimento del ghiaccio. Nuvole come queste non aiutano davvero a isolare un pianeta, ma consentono di crearne delle altre ad alta quota che permettono di rendere il pianeta più caldo generando il sopracitato effetto serra.

Il modello climatico globale (GCM) che Kite e il suo team hanno utilizzato per dimostrarlo ha rivelato che l'effetto serra delle nuvole ghiacciate nell'atmosfera superiore era possibile perché Marte era coperto da chiazze di acqua liquida e ghiacciata. Al contrario dell'acqua sulla Terra, quella su Marte si muoveva lentamente rispetto ai cicli superveloci del nostro pianeta che inondano alcuni luoghi e ne lasciano altri inariditi. Il vapore acqueo marziano non era così rapido e quando galleggiava nell'atmosfera, si aggregava e formava nuvole protettive.

Questo fenomeno indicherebbe che il clima di Marte era un tempo caldo e per lo più secco, con acque sotterranee frutto dello scioglimento dei ghiacci. Questa scoperta potrebbe essere utile nella ricerca della vita, dato che sappiamo che il Pianeta Rosso è l'unico pianeta che conosciamo che una volta aveva condizioni che avrebbero potuto essere ideali per la riproduzione della vita. Ciò che resta di Marte potrebbe essere utile per conoscere il futuro del nostro pianeta e potrebbe informarci sulla potenziale abitabilità di altri pianeti. Se siete degli amanti dello spazio, vi lasciamo alla pagina di acquisto della Stazione Spaziale Internazionale realizzata da LEGO.