Volo MH370, recensione: un lento viaggio tra mistero e realtà

In occasione dell'anniversario, l'8 marzo arriva Volo MH370: l'aereo sparito nel nulla, docuserie Netflix su un grande mistero irrisolto.

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a cura di Livia Soreca

Tra le novità di Netflix di marzo, c'è una serie dal titolo accattivante e misterioso. Volo MH370: l'aereo sparito nel nulla è un documentario di 3 episodi che approda sulla piattaforma proprio l'8 marzo, anniversario dell'enigmatico e tragico accaduto del 2014. Il titolo è esplicativo più che mai: esso, infatti, indica esattamente il numero del volo della Malaysia Airlines , scomparso da tutti i radar 38 minuti dopo il decollo. Il prodotto di Netflix, nel tentativo di restituire un valido racconto, non sempre risulta convincente.

Volo MH370: un saldo contatto con la realtà

Con il solito stile di Netflix, questo documentario prodotto da Harry Hewland segue una struttura narrativa molto cara alla piattaforma: testimonianze odierne di persone vicine all'accaduto si alternano a scene realizzate appositamente, mentre video autentici mostrano le immagini di questa grande tragedia: processi, servizi televisivi, interviste e non solo. Il montaggio riesce ad equilibrare queste componenti, inserendo immagini suggestive, talvolta fortemente simboliche, per cercare di coniugare gli elementi visivi e narrativi tra loro. Tuttavia siamo di fronte ad un prodotto che rischia di amalgamarsi troppo facilmente con altri simili progetti: primo fra tutti Unsolved Mysteries, come pure Il truffatore di Tinder, sempre targato Netflix. L'unica vera perla della piattaforma, finora, resta Wanna, di produzione interamente italiana.

Ciascun episodio è pensato per raccontare la vicenda nella sua minuziosità, dall'inizio alla fine, con tutte le ipotesi sviluppate nel corso del tempo. Questo resta, infatti, un caso tuttora irrisolto, con 239 presunte vittime, mai accertate in questi 9 anni. Le scene veritiere sono molto forti. Si vedono e sentono individui piangere, urlare, e il dolore di chi non sa se rivedrà mai persone care è tangibile. Le voci delle testimonianze trasmettono le vere emozioni intorno alla tragedia, e il doppiaggio in italiano, non coprendo la traccia originale, riesce a non camuffare i sentimenti di chi è ancora avvolto dalla nebbia di questo grande mistero. Si tratta in primis di una scelta stilistica propria di alcuni documentari, oltre ad essere probabilmente un'esigenza di budget, ma in tal caso acquisisce involontariamente un valore funzionale.

Un giallo difficile da digerire

Il lato emozionale si unisce a quello investigativo: quella di Volo MH370 diviene una vera e propria indagine, un grande e complesso giallo per arrivare alla soluzione. Il pubblico sa che non ce n'è ancora una, ma è portato a seguire attentamente ogni singolo passaggio nell'attesa di dettagli da scoprire, che mirano ad amplificare questo alone di mistero che avvolge l'aereo "scomparso nel nulla". L'indagine è spalmata su un ampio minutaggio; l'attenzione per ogni singolo passaggio rende la narrazione molto lenta, a volte difficile da metabolizzare. Dati numerici, calcoli, aspetti prettamente tecnici raccontati da persone esperte: non sempre per lo spettatore è facile stare al passo e cogliere tutto ad un primo sguardo e ascolto.

Come giustificare la scelta di una narrazione così flemmatica e minuziosa? L'impressione è quella di portare sullo schermo un assaggio della lunga attesa che le persone coinvolte hanno realmente affrontato e subito per lungo tempo; ma questo spunto di immedesimazione si scontra con l'incapacità di accattivare costantemente lo spettatore, se non con rari momenti di pathos o con cliffhanger tra un capitolo e l'altro. Il limite tra un'investigazione interessante e un noioso susseguirsi di informazioni è più sottile di quel che sembra, soprattutto durante la prima metà di questo denso documentario.

Conclusioni

La docuserie Volo MH370 non possiede caratteristiche così particolari che possano davvero distinguerla dalle altre firmate da Netflix. Nonostante la forte volontà di toccare la sfera emotiva dello spettatore di fronte ad una tragedia irrisolta come il volo dell'8 marzo 2014, la scelta di centellinare ogni lento passaggio, senza particolari guizzi narrativi, rischia di creare una miniserie difficile da digerire e a tratti persino tediosa.