War of the Worlds, recensione della serie tv di Disney+

War of the Worlds: la nostra recensione della serie TV targata Star Original disponibile su Disney Plus, appena conclusasi con la seconda stagione.

Avatar di Valentina Savalli

a cura di Valentina Savalli

Vi siete mai chiesti
quanto sareste disposti a sacrificare voi stessi o un vostro caro per riportare una situazione di catastrofe alla normalità? Questa è solo una delle domande che viene da porsi guardando War of the Worlds
, la serie drammatica sci-fi tratta dall’omonimo romanzo di H.G. Wells, uscita con la prima stagione a partire dal 4 novembre 2019 e conclusa con la seconda stagione il 24 novembre 2021, distribuita dalla sezione Star Original della piattaforma di streaming Disney Plus.

War of the worlds è il terzo adattamento televisivo tratto dal romanzo di Wells, è stato prodotto da Fox Network Group e StudioCanal e scritto da Howard Overman, produttore e sceneggiatore della serie tv di successo Misfits della serie tv Merlin

Con un cast capitanato da Gabriel Byrne, Léa Drucker e Daisy Edgar Jones, tre dei protagonisti della serie, War of the Worlds con le sue due stagioni cariche di emozioni ci fa immedesimare in un mondo distrutto da un attacco alieno che ribalta anche completamente sicurezze e situazioni.

War of the Worlds: un classico rivisitato, nuovamente

La trama di War of the Worlds è ovviamente molto intuitiva, specialmente per quegli spettatori abituati a questo tipo di tematiche e che hanno dato attenzione, negli anni, alle varie rivisitazioni del romanzo sopracitato. In questo caso, le vicende si svolgono in un’Europa contemporanea, principalmente tra l’Inghilterra e la Francia: la scienziata Catherine Durand (Léa Drucker) capta un forte segnale extraterrestre e, mentre si attiva per provare a recarsi alla sede della NATO per riferire le sue scoperte, la Terra subisce un disastroso attacco alieno, dove persone, cose e città vengono distrutte e devastate dalla potenza dell’attacco.

A queste vicende, poi, si legheranno quelle di altri superstiti, tra cui anche il Dottor Bill Ward (Gabriel Byrne) e Emily Gresham (Daisy Edgar Jones), figure importanti e fulcro della serie, che lotteranno con tutte le loro forze, riunendosi in più gruppi, con il solo e unico scopo di sopravvivere e cercare una spiegazione a tutto quello che è accaduto. Le vicende si fanno interessanti quando inizia a intravedersi un collegamento tra i personaggi terrestri e gli extraterrestri che hanno attaccato il pianeta: se nella prima parte della serie questi esseri potevano essere ricondotti a macchine senzienti, nella seconda stagione gli esseri, colpevoli di aver distrutto il pianeta, assumono un significato del tutto diverso e inaspettato.

Entrambe le stagioni di War of the Worlds sono ricche di colpi di scena ed elementi che cercano di trattenere lo spettatore, come se volessero lasciarlo con il fiato sospeso e, per non farvi spoiler soprattutto sull’appena conclusa seconda stagione, non aggiungeremo altro. Tuttavia la serie, per quanto provi a essere accattivante, pecca in alcuni punti relativamente fondamentali.

War of the Worlds: una serie tv fin troppo lenta

Sebbene le tematiche non siano propriamente nuove, War of the Worlds prova a porsi in modo fresco ma tutte le buone intenzioni di questa serie tv vengono un po’ calpestate dal punto di vista tecnico lasciando lo spettatore con un forte senso di dubbio, non tanto per quanto riguarda la trama ma per le sequenze. La scrittura, infatti, risulta lenta, togliendo armonia al ritmo della serie che viene smorzato in modo brusco a causa dei cambi di scena repentini e apparentemente senza alcuna logica.

Le sequenze, infatti vengono cambiate in modo frettoloso e troppo costante, fatto che non dà modo allo spettatore di abituarsi a una determinata situazione che subito viene spostata l'attenzione, un po’ come se portassimo del cibo alla bocca e questo ci venisse tolto con la forza, lasciandoci quel senso di insoddisfazione e amarezza. Buona l’idea di narrare le vicende seguendo ciò che accade ad ogni piccolo gruppo di superstiti facendo anche in modo che le loro storie si intersechino tra di loro, un po’ come accade in The Walking Dead. Tuttavia risultato troppo forzati alcuni incontri.

Stesso discorso vale per alcuni dettagli della scrittura: molti particolari narrati sono esageratamente approfonditi, mentre molti altri aspetti non lo sono abbastanza, provocando dubbi e domande allo spettatore alle quali non viene mai data risposta fino alla fine della serie. Tutto ciò rende la serie lenta e, a tratti, noiosa da seguire, sebbene siano solo otto episodi a stagione da circa 55 minuti ciascuno.

Vediamo ora gli aspetti positivi: fotografia buona così come i colori freddi scelti per i passaggi più drammatici che rimarcano l’atmosfera di devastazione che War of the Worlds vuole trasmettere. Ottimo invece il comparto musicale, le colonne sonore si adattano perfettamente alle scene narrate e, probabilmente, se la serie risulta così drammatica e ad alta densità di suspance, forse è proprio merito delle musiche utilizzate, che provocano una forte malinconia, mood che persiste in tutta la serie.

Una guerra interiore

War of the Worlds non vuole essere il classico prodotto sugli attacchi alieni al pianeta Terra, ma vuole dare spazio maggiormente alle emozioni umane, vuole far risaltare le attitudini e i comportamenti che le persone hanno in casi estremi di terrore e angoscia. Questa serie vuole dimostrare come le persone cambino il loro modo di pensare e agire in situazioni che vanno al di sopra delle proprie problematiche personali, sentimentali ed emozionali e in questo dobbiamo ammettere che War of the Worlds ha centrato alla perfezione il punto. 

Sebbene le macchine aliene si intravedano di rado, possiamo ben ammettere che i cambi comportamentali, gli affetti che si creano o rinascono in situazioni come queste diventano il fulcro, la base di tutta la serie, specialmente nella seconda stagione, come ci era stato già accennato in una precedente intervista, che potete recuperare su questa pagina, direttamente da Léa Drucker, Howard Overman e Johnny Capps in persona. 

Possiamo dire quindi che War of the Worlds, piuttosto che sulla guerra dei mondi, si concentra maggiormente su una guerra interiore, una guerra di emozioni che le persone sono costrette ad affrontare con sé stesse e gli altri in situazioni estreme: vengono portate alla luce tematiche importanti come la perdita di umanità in condizioni di terrore totale, i cambiamenti dei rapporti umani in base al susseguirsi degli eventi e i rapporti interpersonali e le reazioni umane diventano i veri protagonisti della serie.

Conclusioni

Se vi aspettavate, quindi, la classica serie tv che narra di attacchi alieni, abduction e sparatorie varie, non è questa la serie che stavate cercando: in War of the worlds prevale la drammaticità sulla fantascienza, anche se le caratteristiche elencate poco prima non mancano, tuttavia sono un contorno di quella che, a tutti gli effetti, è una serie tv basata sulle diverse personalità e di come possono mutare nel tempo a causa del corso degli eventi.

Vi ricordiamo che potete recuperare entrambe le stagioni della serie nella sezione Star Original di Disney+ e che, se non lo avete ancora fatto, potete dare un’occhiata alle uscite di dicembre su questo link.

L'offerta di Disney+

Disney+ annuale Disney+ mensile
89,99€/anno 8,99€/mese
VEDI OFFERTA VEDI OFFERTA