Zombicide Gear Up, recensione: un ammazza zombie flip and write veloce ed adrenalinico

Zombicide Gear Up è un gioco che riprende il brand originario e lo trasforma in un flip-and-write dove si combatte fino all'ultima casella

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a cura di Silvio Colombini

Distribuito da Asmodee Italia, Zombicide Gear Up è un gioco che riprende in chiave Flip-and-Write del noto marchio ammazza-zombie: pensato per partite della durata di circa trenta minuti, da 1 a 6 giocatori, a partire dai 14 anni di età, dovranno affrontare un’orda di non morti fino ad abbatterne il leader. Per farlo avranno a disposizione pennarelli e sagome da disegnare!

Il prodotto

Come di consueto, prima di andare a parlare del gioco vero e proprio, diamo uno sguardo alle sue componenti. Zombicide Gear Up è raccolto in una scatola di piccole dimensioni, cosa che rende possibile portarsela in giro o sistemarla nello scaffale dedicato senza grossi problemi. Aprendo la prima cosa che troviamo è il regolamento. Al riguardo nulla dire: le regole sono spiegate in maniera chiara e precisa e, di fatto, non aprono a nessun dubbio o perplessità, permettendo così di affrontare il gioco in scioltezza . Andando oltre abbiamo le schede dei personaggi e quelle dei boss. Sei per tipo, sono tutte double face: per quanto riguarda i personaggi, a seconda del lato, avremo il profilo dedicato alle partite in solitario o la variante dedicata a quelle in due o più giocatori. I boss invece su un lato presentano la versione più semplice e sull’altro la versione “hardcore”, pensata per le partite impostate ai livelli di difficoltà più alti.

Troviamo poi le carte zombie. Tutte di forma quadrata sono divise in due gruppi: Comuni (48 in tutto) e Speciali (24). Come suggerisce il nome, quelli appartenenti al primo gruppo vanno a creare un pool di creature più deboli o meno insidiose e saranno tendenzialmente più facili da abbattere o almeno da affrontare. Non solo, gli zombie Speciali sono accompagnati da poteri particolari in grado di rendere il gioco più interessante (e ostico). Segnaliamo che tutte le componenti di gioco appena elencate sono plastificate: questo permetterà di scriversi sopra con i pennarelli inclusi nella scatola, cosa che, come vedremo più avanti, è alla base delle meccaniche del gioco. Abbiamo quindi le carte Compagno (sei, vengono usate nelle partite in solitario), le carte turno, quelle per l’attivazione del boss e le carte legate alla generazione degli zombie.

Per quanto riguarda l’aspetto qualitativo non possiamo lamentarci: nel complesso tutto è nella media, e le componenti plastificate alzano un filo l’asticella. Segnaliamo che qualora amiate usare bustine protettive sarete costretti a mettere da parte l’inserto interno: lo spazio disponibile è infatti calcolato al millimetro. Passando al lato estetico non possiamo che ritenerci soddisfatti: le immagini sono tutte molto ben fatte e caratteristiche e riprendono più che bene il “mood” classico del marchio di riferimento. Anche l’aspetto ergonomico è ben curato: simboli e icone sono ben leggibili e individuabili. A voler essere un po’ pignoli, le informazioni scritte sulle schede dei personaggi utilizzano un font un po’ piccolo, cosa che potrebbe rendere difficoltosa la lettura. Tuttavia, va detto, sono informazioni che probabilmente leggeremo una sola volta.

Setup

Dare (non)vita ad una partita a Zombicide Gear Up è nel complesso una cosa facile e veloce. Ogni giocatore riceve un pennarello e una scheda personaggio. Quindi si creano due mazzi Zombie (comuni e speciali) e uno per le Carte Turno.

Assegnata la carta leader (che riassume le fasi di gioco e può essere utilizzata come “token primo giocatore”) ad uno dei presenti la si usa per stabilire, di comune accordo, il livello di difficoltà con cui affrontare l’orda di zombie (Zombicide Gear Up ne prevede quattro) e in base alla scelta fatta ogni giocatore “genera” gli zombie indicati e li pone nel terzo slot strada della propria scheda. Da ultimo si sceglie, sempre tutti insieme, il boss che si vuole affrontare. In tutto, prima di poter dare il via al massacro, cinque minuti scarsi di preparazione.

Di Eroi, Armi, Zombie e Boss

Prima di andare a vedere il funzionamento del gioco sarà necessario un piccolo esame degli elementi che costituiscono il fulcro del gioco: le schede Personaggi e le carte Zombie/Boss.Per le prime è presto detto: ciascuna delle Schede Personaggio può essere divisa in quattro grandi sezioni:

  • in alto: presenta le quattro armi a disposizione. Ciascuna è collegata ad un colore (blu, verde, rosso e giallo) e ad una sagoma effetto di forma varia. Inoltre, per ciascuna arma, sono presenti due migliorie (da sbloccare) che ne aumenteranno l’efficacia
  • la zona centrale: presenta il Personaggio e un riassunto degli effetti delle migliorie delle armi
  • in basso: destinata a fare da “inventario” per i proiettili, gli scudi e i punti ferita a nostra disposizione
  • A sinistra: gli slot strada. Tre in tutto, servono a simulare l'avanzamento dell’orda di non morti. Il movimento di quest’ultima è innescato dalla corrispondenza tra simbolo “velocità” presente sulla carta Turno rivelata e le singole carte zombie. Una volta arrivati nel primo slot ad ogni successiva attivazione gli zombie attaccheranno il Sopravvissuto

Quanto agli Zombie e ai Boss condividono una struttura simile dove troviamo:

  • sagoma punti ferita: una linea che delimita il disegno dello zombie; l’area racchiusa è divisa in quadrati. ognuno rappresenta una ferita da applicare per poter sconfiggere la creatura
  • icone danni: indicano quante ferite infligge lo zombie/boss quando attacca. Vanno barrate per ridurre il potenziale offensivo della creatura
  • bonus: disseminati all’interno dell’area vitale dello zombi sono presenti icone proiettile e scudo: barrando il relativo quadretto sarà possibile rimpinguare le proprie scorte.
  • Icona di velocità: indica se quello specifico zombie si attiverà durante il turno

Giusto segnalare che a parità di zombie (ad esempio due deambulanti) è possibile che cambino sia la sagoma da “colpire” che i bonus in essa disseminati. Non solo: gli zombie speciali, come è lecito aspettarsi, hanno capacità in grado di potenziare la loro o l’altrui attività. I Boss portano la cosa ad un ulteriore livello introducendo meccaniche particolari che rendono lo scontro finale sempre interessante. Ad esempio l’Urlatore, con la sua capacità speciale, spinge in avanti le orde di zombie. Inoltre una determinata porzione del suo corpo (l’enorme bocca) può essere danneggiata solo se in precedenza ha utilizzato il suo nefasto potere.

Zombicide Gear Up - Come si gioca

Una partita di Zombicide Gear Up si svolge in due round, all'interno di ciascuno dei quali riconosciamo nove turni; il numero potrebbe sembrare alto ma, vi rassicuriamo subito, scorrono in maniera molto veloce, e (credeteci) spesso vi troverete a dirvi che un turno in più sarebbe stato fondamentale. All’interno di ciascun turno si riconosce una serie di passi che si susseguono secondo un preciso ordine e che si applicano a tutti i giocatori contemporaneamente:

  • Rivelazione: fornisce informazioni su quale arma potremo usare e su quali zombie si attiveranno a fine round
  • Attacco: potremo applicare l’effetto dell’arma indicata e spendere Proiettili per migliorare (un poco) la nostra azione
  • Acquisto Migliorie: per ognuno degli zombie eliminato eliminato (da noi o da un altro giocatore) tra quelli che ci stanno attaccando potremo sbloccare una delle migliorie delle nostre armi
  • Attivazione degli zombie: gli zombie indicati dalla carta Turno avanzeranno verso di noi o, se già vicini, ci attaccheranno
  • Generazione Zombie o Attivazione del Boss: sveleremo una delle omonime carte (quelle Boss intervengono nel secondo round) e andremo ad applicarne gli effetti

La partita avrà termine quando andremo incontro ad una delle seguenti condizioni:

  • il boss viene ucciso
  • un Sopravvissuto viene ucciso
  • alla fine del secondo round il boss è ancora vivo

Le ultime due condizioni, abbastanza intuitivamente, comportano la sconfitta.

Merita un piccolo approfondimento la fase di attacco. Come detto ogni Sopravvissuto dispone di quattro armi, ciascuna collegata ad un preciso colore. Solo quando gireremo una carta Turno che riporta un determinato colore potremo attivare la relativa arma. Inoltre ogni arma presenta una diversa sagoma “colpo” che dovrà essere applicata in toto sul bersaglio, senza sovrapporsi a zone già colpite e rimanendo nell’area delimitata. Al massimo potremo ruotare o specchiare liberamente tale sagoma. Qualora non fosse possibile rispettare questa regola, l’efficacia del colpo sarà fortemente ridotta e potremo annerire una sola casella.

Ancora: salvo sbloccare specifiche migliorie, ogni giocatore potrà attaccare solo ed esclusivamente gli Zombie presenti nella propria zona strada. Ugualmente il Boss, ad ogni turno, passerà da un giocatore all’altro. Sarà quindi fondamentale considerare quali armi (e quindi quali sagome) abbiamo a nostra disposizione e, ancora di più, scegliere in maniera oculata quali migliorie sviluppare. Questo perché quest’ultime hanno un impatto enorme sull’andamento del gioco, alterando in maniera significativa l’effetto delle armi: Zombicide Gear Up riconosce ben tredici diverse migliorie armi. Senza fare un inutile elenco di tutte le possibilità offerte, ci limiteremo ad alcuni esempi: sparare due volte con un’azione, divide la sagoma in due o più parti, respingere gli zombie, attaccare gli zombie di un altro giocatore ecc ecc. Giusto specificare che non saremo completamente liberi di decidere cosa applicare o quando farlo: ogni arma presenta due possibili migliorie "preimpostate". E potremo sviluppare la seconda solo dopo aver ottenuto la prima.

Questa la struttura di gioco che regge Zombicide Gear Up: un sistema semplice, veloce che tuttavia riesce ad essere adrenalinico al punto giusto. Spesso le partite partiranno in sordina, spingendoci a prendere un po’ sottogamba la sfida. Non ci vorrà molto per rendersi conto che ogni colpo dovrà essere sfruttato al massimo, che le risorse sono limitate e che, soprattutto, gli zombie sembrano non volerne sapere di finire!

Variazioni sul tema

Zombicide Gear Up riconosce, come unica variazione, la possibilità di giocare in solitario. La struttura e l’andamento del gioco saranno in tutto uguali a quanto visto sopra tranne due piccole modifiche. La prima riguarda le schede dei Personaggi, nel dettaglio le armi a loro disposizione: scompare il mirino (qui inutile) che tipicamente viene sostituito da un attacco aggiuntivo. L’altro elemento distintivo è l’uso delle carte Compagno. Ad inizio partita ne potremo scegliere tre e ciascuna potrà essere usata una volta per round. Tuttavia per attivarle sarà necessario che la carta Turno riporti il simbolo di attivazione.

Zombicide Gear Up - Considerazioni

Il primo pensiero, parlando di Zombicide Gear Up va al brand di cui fa parte e se, fatti i dovuti distinguo, se questa sua nuova incarnazione riesca a riproporre le situazioni e le dinamiche tipiche del "fratello maggiore". E la risposta corretta, secondo noi, è: in parte. Questo per alcuni motivi. Se infatti Zombicide Gear Up riesce a riproporre, pur anche in maniera diversa, la corsa al massacro zombie che caratterizza il brand, l’adrenalina dello scontro e (con le dovute distinzioni) la pianificazione, è tuttavia vero che altri elementi vengono invece meno.Primo tra tutti la caratterizzazione dei Personaggi. Se nel gioco base questa è resa introducendo abilità particolari che rendono unica ciascuna delle scelte, in Zombicide Gear Up tale ruolo ricade sulle armi. Vero, ogni Personaggio ne avrà di diverse e/o con diversi upgrade, tuttavia c’è la sensazione che non sia abbastanza per rendere i sei sopravvissuti veramente diversi tra loro.

L’altro elemento che potrebbe far storcere il naso agli amanti del gioco classico è la possibilità, non proprio remota, che Zombicide Gear Up si trasformi in un solitario di gruppo, dove invece Zombicide ha, tra i suoi punti forti, un buon livello di interazione e di caos condiviso, nonché il contributo di tutti i presenti alla gestione della missione. Questo perché il gioco permette di attaccare solo gli zombie presenti sugli slot strada del nostro personaggio, senza poter intervenire su quelli dei nostri compagni di gruppo. Unica eccezione le armi dotate di mirino: con queste potremo aiutare coloro che saranno alla nostra destra o alla nostra sinistra. A nostro modo di vedere una possibilità un po’ limitata per un gioco di gruppo collaborativo dove la sconfitta di un giocatore equivale alla sconfitta di tutti i presenti. Vero che nulla vieta di discutere sulle scelte da fare, soprattutto quando il Boss farà la sua comparsa, se sia il caso di prendere un bonus o un altro o persino consigliare dove andare ad applicare la sagoma Colpo. Tuttavia, alla resa dei conti, sarà molto più probabile che ogni giocatore si limiti ad intervenire su quanto ha davanti, sperando che gli altri facciano la loro parte nel migliore dei modi.

Passando invece agli elementi specifici di Zombicide Gear Up non possiamo che parlare, come prima cosa, della sfida offerta. E qui, fatecelo dire, Zombicide Gear Up è veramente ben riuscito. Saremo sempre costretti a fare delle scelte per cercare di massimizzare le nostre azioni e in ogni caso non è assolutamente detto che questo ci permetterà di vincere. Anzi, molto più probabilmente dovremo affrontare la stessa “missione” più volte prima di potercela fare (giusto per info: prima di riuscire a sconfiggere il boss base, il super abominio, a livello di difficoltà standard chi vi scrive ha dovuto affrontarlo ben quattro volte).

Questo si collega alla longevità di Zombicide Gear Up. Considerando i quattro diversi livelli di difficoltà offerti, i sei Boss (ciascuno presente in due versioni) e le numerose varianti di non morti presenti è molto probabile che possiate giocare a Zombicide Gear Up moltissime volte prima di poter dire di averlo "spolpato" a dovere. A questo si aggiunge il fatto che la ridotta durata di una partita, e un setup veramente veloce, lo rendono adatto per riempire i buchi o, perché no, in attesa che sia pronto qualche gioco più corposo (magari proprio il già citato capostipite del brand).

Chiudiamo con qualche piccola considerazione sugli Zombie Speciali e i Boss. Per quanto riguarda i primi non nascondiamo la nostra perplessità: sebbene Zombicide Gear Up ne riconosca quattro diversi tipi, solo due sono in effetti accompagnati da capacità speciali. Non siamo riusciti a capire in cosa gli altri due differiscano dagli zombie Comuni. Al contrario i Boss sono veramente ben caratterizzati e riusciti. Ognuno riesce ad essere una sfida ben distinta dagli altri e, cosa da non sottovalutare, a gridare “zombicide” sotto praticamente tutti gli aspetti sia esso l’aspetto grafico o le particolarità con cui influenzano l’andamento del gioco.

Zombicide Gear Up: per chi è adatto?

Sebbene sulla scatola sia presente un 14+ riteniamo che Zombicide Gear Up, per via delle sue meccaniche immediate e facilmente apprendibili possa essere affrontato anche da giocatori con uno o due anni in meno. Anche perché l’aspetto “gore” è fortemente limitato sia dal binomio colpo = disegno sia dall’aspetto “fumettoso” delle creature non morte.Analizzando la cosa sotto i termini dell’esperienza personale, Zombicide Gear Up può essere invece affrontato praticamente da chiunque, anche da coloro che non hanno mai toccato un gioco da tavolo in vita propria.

Ovviamente tra i possibili target di questo gioco non possono mancare gli amanti del brand: Zombicide Gear Up permette, con le limitazioni di cui sopra, di vivere le stesse dinamiche ma in versione più light e veloce. Ci sentiamo invece di sconsigliare Zombicide Gear Up a tutti coloro i quali cercano un prodotto dove l’interazione tra i giocatori, la discussione e la pianificazione condivisa siano la spina dorsale del gioco.

Conclusioni

Zombicide Gear Up riesce a prendere il brand iniziale e a trasformarlo in qualcosa di completamente diverso. Il sistema di gioco alla base è decisamente molto semplice ma non per questo privo di una sua base tattica che richiede di saper indirizzare al meglio i colpi e sfruttare a dovere le risorse a disposizione. Il livello di sfida riuscirà a tenere sempre sulle corde e non è scontato che la vittoria possa arrivare al primo tentativo, anzi è è più probabile che dovremo ritentare più volte.

Unici veri limiti sono l’interazione tra giocatori ridotta all’osso, che rischia di trasformare un gioco collaborativo in un solitario di gruppo, e una caratterizzazione dei Personaggi non particolarmente riuscita e limitata al solo “equipaggiamento”. Affrontabile tranquillamente da chiunque potrebbe avere un appeal superiore negli amanti del brand originale: tuttavia è fondamentale sapere che qui si gioca su un campo completamente diverso e che non necessariamente vivremo lo stesso tipo di esperienza.