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Zombiecide: Invader - Benvenuti all'inferno, recensione

Zombicide: Invader - Benvenuti all'inferno è il primo capitolo del fumetto fantascientifico ambientato nel mondo del popolare gioco da tavolo di CMON

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Zombicide: Invaders - Benvenuti all'inferno è il primo capitolo del fumetto fantascientifico ambientato nel mondo del popolare gioco da tavolo di CMON

Fantascienza e mostri sono due elementi che sembrano nati per fare squadra. Basterebbe citare Alien per ribadire come lo spazio sia una cornice perfetta per imbastire storie in cui l’umanità, solitamente, fa la parte della preda di creature spietate. Solitamente, ammettiamolo, andandosele a cercare, dimostrando anche che a volte, essere preda, è quasi una vocazione. In altri casi, invece, gli uomini del domani semplicemente hanno la sfortuna di incappare in mostri alieni all’improvviso, come accade in Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno.

Titolo decisamente profetico, considerato come questo primo volume di un più ampio arco narrativo ci porti proprio nell’inferno che dovranno affrontare i protagonisti, messi a dura prova dal confronto con dei mostruosi alieni, gli xeno, che mal gradiscono la presenza umana. Ma Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno non è solamente un fumetto di fantascienza da non perdere, bensì rientra nel più variegato progetto di CMON mirante a espandere le ambientazioni dei propri giochi da tavolo con racconti a fumetti che se da un lato ampliano la lore dei prodotti CMON, dall’altro divengono anche un modo innovativo per introdurre nuovi personaggi all’intero dei giochi stessi.

Zombicide: Invaders - Benvenuti all'inferno: lo spazio è morte e battaglia

Quando a Lucca Comics and Games 2019 venne annunciato il progetto di portare le ambientazioni dei giochi da tavolo di CMON nel mondo del fumetto, la notizia fu accolta con molta curiosità. I tre prodotti selezionati (Zombicide, Zombicide: Invader e Chtulhu: Death may Die) vennero affidati alle sapienti mani di un team creativo capitanato da Luca Enoch e Stefano Vietti, che, supportati da artisti con cui hanno dimostrato una fortunata sinergia in altri lavori (da Dragonero a Sottosopra), hanno dato vita racconti che affondano a piene mani sia nella lore dei giochi di CMON che nell’immaginario comune dei rispettivi contesti.

Una vera e propria sicurezza, che ha consentito a questi progetti, una volta approdati su Kickstarter, di bruciare in un tempo assurdamente breve ogni goal prefissato. Per coloro che non hanno partecipato al trionfale crowdfunding, questi volumi saranno acquistabili in edicola e fumetteria grazie a Sergio Bonelli Editore, che è licenziatario per l’Italia per la pubblicazione di queste opere.

E Zombicide: Invaders – Benvenuti all’inferno è il primo di questi volumi.

Un’astronave adibita a trasporto prigionieri viene dirottata durante un tentativo di evasione. Dopo aver cercato di sedare la ribellione a bordo, i militari sono costretti ad effettuare un atterraggio di fortuna su vicino pianeta. Il mondo in questione è un avamposto umano ancora in fase di terraformazione, attualmente utilizzato per estrarre un prezioso minerale e presidiato da una piccola guarnigione.

Appena atterrati sul pianeta e convinti di avere raggiunta la salvezza, i sopravvissuti della nave prigione scoprono di esser finiti in un incubo: il loro comitato di accoglienza è una schiera di mostruosi alieni. Sopravvissuti a malapena allo scontro, in breve i militari scoprono che su questo mondo è in corsa una lotta per la sopravvivenza tra umani e alieni, e loro sono destinati a diventare parte di questo sanguinoso conflitto.

I presupposti narrativi di Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno hanno un senso di familiarità con alcuni dei grandi classici della fantascienza, ma dobbiamo tenere conto che il punto di partenza di queste storie è sempre la lore dei giochi di CMON. Fortuna vuole che a dover sviluppare queste dinamiche narrative sia stato Stefano Vietti, autore che se attualmente viene apprezzato assieme al suo sodale Enoch per Dragonero, in passato ha dimostrato a più riprese di padroneggiare con mano sicura il racconto fantascientifico (Hammer, Nathan Never).

Vietti coglie quelli che sono i tratti essenziali dell’ambientazione del board game di CMON, li rende il pilastro su cui poggiare il tessuto narrativo della sua storia e da questa base sviluppa una trama dinamica, che trasmetta la cinetica delle sessioni di gioco di Zombicide: Invader arricchendola con un racconto fantascientifico in cui i personaggi e le ambientazioni risultano particolarmente vividi e appassionanti. Al punto che chi ha familiarità con il board game potrà godersi un approfondimento di un’ambientazione già conosciuta, mentre chi cerca un fumetto sci-fi di ottimo livello sarà ugualmente soddisfatto.

Zombicide: Invaders, dal bord game al fumetto

Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno, infatti, si rivela una storia appassionante e ricca di colpi di scena, alternati a momenti di vivace azione, che cattura il lettore. Vietti cura con particolare attenzione lo sviluppo emotivo dei personaggi, crea, come sua abitudine, un intreccio che si dipana con tempistiche perfette, lasciando che siano gli eventi a dettare il ritmo alla storia, con uno sviluppo naturale di situazioni e rapporti umani che animano la lettura con picchi emotivi ben architettati.

Pur basandosi su una struttura di base già prefissata, ossia il board game di CMON, Vietti riesce a trovare una formula in cui l’azione tipica di Zombicide: Invaders trovi una narrazione che ne esalti la natura e la renda una componente funzionale di un racconto solido e avvincente, perfetto primo capitolo di un più complesso arco narrativo. La dinamica dietro la creazione di queste storie ci era stata raccontata da Luca Enoch, in un’intervista dopo l’annuncio di questo progetto a Lucca Comics and Games 2019:

“Ci siamo ritrovati all’ “eremo”, una piccola casa che Stefano ha sui monti sopra Bergamo, durante un paio di weekend. Ci siamo portati dietro i tre giochi – Zombicide, Invader e Cthulhu – e abbiamo disposto sul tavolo tutte le miniature e le schede dei personaggi. Abbiamo cominciato a scrivere degli abbozzi di soggetti, a ruota libera, e li abbiamo sistemati, adattandoli ai mondi in cui le storie dovevano essere ambientate. Abbiamo diviso ogni soggetto in quattro capitoli, in modo da ottenere il giusto ritmo narrativo. Quando siamo stati d’accordo su tutto, ci siamo divisi le sceneggiature: Invader  a Stefano,  Cthulhu a me e Zombicide  un capitolo a testa.”

Visti i risultati di Zombicide: Invaders – Benvenuti all’inferno, questo approccio ha decisamente dato i suoi frutti.

Merito anche dell’ottimo lavoro di world building di Giancarlo Olivares, autore dei disegni di Zombicide: Invader – Benvenuti all’inferno. Olivares è uno dei migliori interpreti del fumetto fantascientifico nostrano (in primis, Nathan Never), grazie alla dedizione con cui realizza l’aspetto prettamente tecnologico dei mondi futuri, curando il mecha design o l’architettura del mondo in cui si muovono i suoi personaggi. L’ambientazione di base era, in questo caso, già esistente, ma, come ci aveva raccontato Olivares, la sua creatività ha comunque trovato modo di esprimersi liberamente:

“CMON ci ha dato una libertà creativa chiedendoci di rispettare lo spirito dei giochi. Dal punto di vista grafico non c’è stato problema. Il tipo di tecnologia e soluzioni visive che formano il concept del l’impianto grafico di Zombicide Invader è quello che piace a me: sporco, funzionale. Un mix delle influenze moderne e storiche (con una presenza ridotta di influenze da cyberpunk).  Il gioco mi ha fornito un’ottima base in cui inserire la mia creatività artistica, partendo da materiale di base molto buono (anche se derivativo, il chè lo rende ancora più divertente).  La maggior parte di mostri e personaggi viene direttamente dalle schede di gioco. Le ambientazioni rispettano lo spirito del gioco ma con delle variazioni tecniche per adattarsi alla trasposizione fumettistica.”

Ragione per cui il mondo in cui lottano i protagonisti di Zombicide: Invader -Benvenuti all’inferno ha un look industriale massiccio, improntato a una concezione non tanto spettacolare quanto funzionale. Che si tratti della monorataia o delle torri di terraformazione, la mano di Olivares tratteggia strutture imponenti ma che trasmettono un senso di concretezza. Stesso trattamento viene riservato ai protagonisti, massicci guerrieri o longilinee amministratici, le cui armature e livree sono specchio di ruoli e gerarchie che non faticano a emergere nella storia.

Olivares riesce a caratterizzare in modo ottimo le creature aliene, valorizzandone non solo l’ovvia mostruosità, ma cogliendo pose e dinamismi che valorizzano la loro bestialità, con guizzi muscolari forieri di mosse spettacolari che trovano una continuità dinamica capace di guidare l’occhio del lettore anche nelle fasi più concitate.

Tavole impressionanti su cui viene posta la colorazione di Paolo Francescutto, nuovamente interprete impeccabile dell’emotività cromatica della storia. I suoi colori creano un perfetto contrasto tra i tre protagonisti della storia: il mondo alieno, gli xeno e gli umani. I primi due elementi di questa trinità hanno una attinenza, basata su una colorazione più calda, declinata in diverse sfumature, quasi a connotare una sinergia natura tra mostri e pianeta. Per gli umani e le loro invasive strutture architettonica i toni più sono freddi, metallici, come se si volesse rendere gli esseri umani l’elemento alieno nella storia. Francescutto ci aveva rivelato il suo particolare approccio a Zombicide: Invader – Benveuti all’inferno:

“Per Invader l’attenzione ai personaggi è stata fondamentale, ci sono molte divise da tenere d’occhio, molti soldati che devono essere riconoscibili anche a distanza, soldati non a caso ma che appaiono anche nel gioco quindi identificabili, ognuno con la propria livrea. Per caratterizzare gli ambienti ho scelto luci fredde contrapposte al calore del viscidume splatter dei mostri”

Come primo volume, Zombicide: Invaders – Benvenuti all’inferno si pone come un’inequivocabile dichiarazione d’intenti: qualità e avventura. La disperata lotta degli umani contro gli xenos unisce le impostazioni rigide del board game di CMON all’inventiva e all’estro artistico degli autori coinvolti, dando vita a una storia dinamica e appassionante, impreziosita dal lettering di Marina Sanfelice. La cura maniacale di ogni aspetto di Zombicide: Invader -Benvenuti all'inferno traspare anche dagli extra che arricchiscono il volume, tramite cui conoscere l'origine dei personaggi.

Il finale di questo volume lascia il lettore con grandi aspettative per la continuazione della trama, aumentando la curiosità per gli altri archi narrativi legati a questo progetto. Zombie, mostri alieni o demoni poco importa, è il caso di cominciare a fare spazio nelle nostre librerie.

Voto Recensione di Zombicide: Invaders - Benvenuti all'inferno



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Rispetto della lore del boardgame

  • - Trama avvincente anche per chi non conosce il boardgame

  • - Olivares caratterizza al meglio il mondo immaginato da Vietti

  • - I colori di Francescutto sono strepitosi

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Zombicide: Invaders - Benvenuti all'inferno è un ottimo capitolo iniziale di un'avventura spaziale, ambientata in una delle più interessanti ambientazioni del mondo dei board game. Una trama appassionante degna dei migliori fumetti sci-fi

Informazioni sul prodotto

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