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La scatola dybbuk
Nel 2003 iniziò a circolare una storia molto sinistra che ha come protagonista una scatola in legno, colpevole si dice, di contenere uno spirito maligno conosciuto nella religione ebraica con il nome di dybbuk.
Ma cos’è il dybbuk? Secondo le credenze ebraiche, il dybbuk o dibbuq o anche dybbuk (forse dall’ebraico ‘ledavek’ e cioè cosa che aderisce) è lo spirito di un defunto che entra in un corpo e che coabita con l’anima già presente.
Tale spirito, non sempre animato da cattive intenzioni, non avrebbe avuto accesso al regno dei morti o sarebbe fuggito dal Gehenna conosciuto anche come inferno.
Molte possono essere le cause che tormentano questo spirito come non essere riuscito a compiere un’azione quando era ancora in vita o aver compiuto azioni gravi come il suicidio.
Nello specifico, non si tratterebbe di una possessione ma di una co-abitazione momentanea di anime.
La storia
https://www.mixcloud.com/ParanormaleCom/23-paranormal-city-17-maggio-2016-la-scatola-dybbuk/
Tornando alla storia, tutto parte nel gennaio del 2001 a Portland, quando un mobiliere di nome Kevin Mannis, mette in vendita questa scatola di legno dopo averla acquistata a un’asta organizzata dai nipoti di un’anziana signora di origine polacca ed emigrata dalla Spagna.
Durante l’asta proprio un nipote della signora defunta avvicinò Kevin per spiegargli la storia di questa scatola. Egli raccontò come la nonna avesse tenuto quella scatola sempre fuori dalla portata di tutti senza mai parlarne troppo e in qualche occasione era stata lei a indicarla come ‘dybbuk’ spiegando che mai si sarebbe dovuta aprire.
Tra l’altro il nipote spiegò che la donna aveva espresso la volontà di essere sepolta insieme alla scatola ma il rito religioso non lo aveva permesso.
Sta di fatto che a Kevin sembrò un oggetto con un particolare valore sentimentale e tentò di restituirlo senza pretendere la restituzione dei soldi: la reazione del nipote fu alquanto strana perché alzò la voce e spiegò che ormai quell’oggetto era suo e non poteva restituirlo.
Alla fine curioso e convinto, concluse l'acquisto forse con la speranza di poterla rivendere all'interno del suo negozio.
L’INIZIO
Il primo oscuro episodio accadde qualche tempo dopo quando Kevin, uscito per alcune commissioni, ricevette una telefonata dalla sua commessa che in preda al panico spiegava di sentire rumori dal sottoscala e che le porte erano sbarrate. Tornato di corsa al negozio trovò la commessa in lacrime inginocchiata in angolo e decise così di scendere nel sottoscala dove tra l’altro era stata riposta la scatola.
Una volta giunto al piano di sotto, venne colpito da un forte odore di urina di gatto mentre contemporaneamente si spensero le luci. Non collegò ovviamente l’accaduto alla scatola e tornando al piano di sopra non trovò più la commessa, la quale, dopo ben due anni di lavoro, inviò lettera di licenziamento senza mai più tornare.
Dopo mesi e dimenticatosi dell’accaduto, in occasione del compleanno della madre, Kevin pensò di regalarle questo cimelio e prima di uscire per la cena, si allontanò per una telefonata. Al suo ritorno trovò la madre seduta in silenzio a fissare il vuoto. Si scoprì, all'arrivo del 911, che era stata colpita da ictus.
Dopo qualche tempo, forse per il proseguire della degenza della madre, la scatola finì nelle mani della sorella prima e del fratello poi ma entrambi gliela restituirono adducendo strane storie in merito a ombre, odore di urina di gatto e malesseri.
Fu così che decise di portarla a casa con lui e da quel momento divenne vittima di sogni ricorrenti e orribili con al centro un essere demoniaco apparentemente femminile.
La storia comincia a prendere una strana piega quando per una coincidenza, sia la sorella che il fratello, confessarono di aver avuto lo stesso identico sogno di Kevin.
Non ci volle molto a ipotizzare che la causa fosse quella scatola. Decise così di riporla nel capanno esterno alla casa ma durante la notte scattò l’allarme antiincendio e corso lì non trovò alcun fuoco.
La stessa notte navigò su internet alla ricerca di qualche indizio che potesse aiutarlo ma alle 4.30, colto da sonno, si addormentò.
Si risvegliò improvvisamente con la sensazione reale di un respiro maleodorante sulla nuca.
Decise così di liberarsene vendendola su eBay attraverso un’asta che partì con un prezzo simbolico di 1$ e con la speranza che qualcuno con le giuste competenze potesse acquistarla e risolvere il problema.
INTERVISTA RADIOFONICA A KEVIN MANNIS E AL DOTT. HAXTON
L’oggetto fu aggiudicato per 280$ da uno studente del Minnesota il quale si rese conto di come dopo l’arrivo della scatoletta cominciarono episodi di malessere anche tra chi condivideva con lui la stanza del college come perdite di capelli e malfunzionamenti all’impianto elettrico.
Nonostante questi aspetti inquietanti, Iosef Neitzke (questo il nome dello studente) cominciò a parlarne sul suo blog e fu lì che venne contattato da Jason Haxton, stimato professore ed attuale direttore di un museo sulla medicina osteopatica nel Missouri che, incuriosito dalla vicenda, avanzò la propria intenzione di acquistarla nel caso avesse voluto venderla.
Anche il dott. Haxton cominciò ad avere strani problemi di salute quali lividi in tutto il corpo e forti attacchi di tosse. Fu così che decise di interessare un rabbino di sua conoscenza il quale consigliò di riporre la scatola in un posto nascosto e dimenticarla.
Nel 2004 Sam Raimi, famoso regista horror, decide di farne un film (“The Possession” del 2012) e per rendere la cosa quanto più reale possibile contattò, tramite i suoi legali, l’ultimo proprietario della scatola per convincerlo a cederla temporaneamente per la durata delle riprese.
Tuttavia l’uomo si rifiutò categoricamente.
IL CONTENUTO
La scatola al suo interno conteneva due ciocche di capelli uno di colore biondo e l’altro di colore scuro, una piccola lastra di granito con un’incisione, un bocciolo di rosa essiccato, una coppa per il vino, due pennies degli anni ’20 e un piccolo candelabro.
Ma cos’è il dybbuk? Secondo le credenze ebraiche, il dybbuk o dibbuq o anche dybbuk (forse dall’ebraico ‘ledavek’ e cioè cosa che aderisce) è lo spirito di un defunto che entra in un corpo e che coabita con l’anima già presente.
Tale spirito, non sempre animato da cattive intenzioni, non avrebbe avuto accesso al regno dei morti o sarebbe fuggito dal Gehenna conosciuto anche come inferno.
Molte possono essere le cause che tormentano questo spirito come non essere riuscito a compiere un’azione quando era ancora in vita o aver compiuto azioni gravi come il suicidio.
Nello specifico, non si tratterebbe di una possessione ma di una co-abitazione momentanea di anime.
La storia
https://www.mixcloud.com/ParanormaleCom/23-paranormal-city-17-maggio-2016-la-scatola-dybbuk/
Tornando alla storia, tutto parte nel gennaio del 2001 a Portland, quando un mobiliere di nome Kevin Mannis, mette in vendita questa scatola di legno dopo averla acquistata a un’asta organizzata dai nipoti di un’anziana signora di origine polacca ed emigrata dalla Spagna.
Durante l’asta proprio un nipote della signora defunta avvicinò Kevin per spiegargli la storia di questa scatola. Egli raccontò come la nonna avesse tenuto quella scatola sempre fuori dalla portata di tutti senza mai parlarne troppo e in qualche occasione era stata lei a indicarla come ‘dybbuk’ spiegando che mai si sarebbe dovuta aprire.
Tra l’altro il nipote spiegò che la donna aveva espresso la volontà di essere sepolta insieme alla scatola ma il rito religioso non lo aveva permesso.
Sta di fatto che a Kevin sembrò un oggetto con un particolare valore sentimentale e tentò di restituirlo senza pretendere la restituzione dei soldi: la reazione del nipote fu alquanto strana perché alzò la voce e spiegò che ormai quell’oggetto era suo e non poteva restituirlo.
Alla fine curioso e convinto, concluse l'acquisto forse con la speranza di poterla rivendere all'interno del suo negozio.
L’INIZIO
Il primo oscuro episodio accadde qualche tempo dopo quando Kevin, uscito per alcune commissioni, ricevette una telefonata dalla sua commessa che in preda al panico spiegava di sentire rumori dal sottoscala e che le porte erano sbarrate. Tornato di corsa al negozio trovò la commessa in lacrime inginocchiata in angolo e decise così di scendere nel sottoscala dove tra l’altro era stata riposta la scatola.
Una volta giunto al piano di sotto, venne colpito da un forte odore di urina di gatto mentre contemporaneamente si spensero le luci. Non collegò ovviamente l’accaduto alla scatola e tornando al piano di sopra non trovò più la commessa, la quale, dopo ben due anni di lavoro, inviò lettera di licenziamento senza mai più tornare.
Dopo mesi e dimenticatosi dell’accaduto, in occasione del compleanno della madre, Kevin pensò di regalarle questo cimelio e prima di uscire per la cena, si allontanò per una telefonata. Al suo ritorno trovò la madre seduta in silenzio a fissare il vuoto. Si scoprì, all'arrivo del 911, che era stata colpita da ictus.
Dopo qualche tempo, forse per il proseguire della degenza della madre, la scatola finì nelle mani della sorella prima e del fratello poi ma entrambi gliela restituirono adducendo strane storie in merito a ombre, odore di urina di gatto e malesseri.
Fu così che decise di portarla a casa con lui e da quel momento divenne vittima di sogni ricorrenti e orribili con al centro un essere demoniaco apparentemente femminile.
La storia comincia a prendere una strana piega quando per una coincidenza, sia la sorella che il fratello, confessarono di aver avuto lo stesso identico sogno di Kevin.
Non ci volle molto a ipotizzare che la causa fosse quella scatola. Decise così di riporla nel capanno esterno alla casa ma durante la notte scattò l’allarme antiincendio e corso lì non trovò alcun fuoco.
La stessa notte navigò su internet alla ricerca di qualche indizio che potesse aiutarlo ma alle 4.30, colto da sonno, si addormentò.
Si risvegliò improvvisamente con la sensazione reale di un respiro maleodorante sulla nuca.
Decise così di liberarsene vendendola su eBay attraverso un’asta che partì con un prezzo simbolico di 1$ e con la speranza che qualcuno con le giuste competenze potesse acquistarla e risolvere il problema.
INTERVISTA RADIOFONICA A KEVIN MANNIS E AL DOTT. HAXTON
L’oggetto fu aggiudicato per 280$ da uno studente del Minnesota il quale si rese conto di come dopo l’arrivo della scatoletta cominciarono episodi di malessere anche tra chi condivideva con lui la stanza del college come perdite di capelli e malfunzionamenti all’impianto elettrico.
Nonostante questi aspetti inquietanti, Iosef Neitzke (questo il nome dello studente) cominciò a parlarne sul suo blog e fu lì che venne contattato da Jason Haxton, stimato professore ed attuale direttore di un museo sulla medicina osteopatica nel Missouri che, incuriosito dalla vicenda, avanzò la propria intenzione di acquistarla nel caso avesse voluto venderla.
Anche il dott. Haxton cominciò ad avere strani problemi di salute quali lividi in tutto il corpo e forti attacchi di tosse. Fu così che decise di interessare un rabbino di sua conoscenza il quale consigliò di riporre la scatola in un posto nascosto e dimenticarla.
Nel 2004 Sam Raimi, famoso regista horror, decide di farne un film (“The Possession” del 2012) e per rendere la cosa quanto più reale possibile contattò, tramite i suoi legali, l’ultimo proprietario della scatola per convincerlo a cederla temporaneamente per la durata delle riprese.
Tuttavia l’uomo si rifiutò categoricamente.
IL CONTENUTO
La scatola al suo interno conteneva due ciocche di capelli uno di colore biondo e l’altro di colore scuro, una piccola lastra di granito con un’incisione, un bocciolo di rosa essiccato, una coppa per il vino, due pennies degli anni ’20 e un piccolo candelabro.