È un ruolo molto complesso, che ha bisogno non solo di molte competenze (programmazione, build systems, tooling e quant'altro), ma anche di una discreta attività sociale (partecipazione a mailing list di vari programmi in upstream, aprire e discutere eventuali bugs [facendolo in maniera precisa e razionale], partecipazione alla community/ML della distro scelta). Ogni distro ha tooling ed ecosistemi diversi ed è ovviamente indispensabile capire verso quale distro ci si vuole indirizzare. Un buon maintainer deve essere in grado di scovare e risolvere problemi di dipendenze ad esempio, segnalarli in mailing list della distro, molto probabilmente segnalare l'incompatibilità (se non già nota e intenzionale) sulla ML/repo del programma upstream e scrivere una patch e far PR in upstream per sistemare. Se per un motivo X un suddetto problema non viene fixato in upstream ed eventuali PR rifiutate perché troppo distro specifiche, un buon maintainer deve segnalare il problema in mailing list e applicare le patch nel pacchetto per la distro descrivendole nello/negli specfile(s) (RPM è molto più salutare e logico sotto questo punto di vista rispetto a deb ma YMMV). La distro col packaging più facile è sicuramente slackware (nessun tooling particolare e niente risoluzione automatica delle dipendenze, tuttavia nel tar le info e dipendenze vanno obbligatoriamente inserite), seguita probabilmente da gentoo e arch, poi le RPM based, DEB based e infine le distro funzionali (che sono imho vere perle di innovazione nonché il futuro di GNU/Linux). Insomma, bisogna capire che sistema hai, perché vuoi fare il package maintainer e se sei veramente convinto di poterlo fare, è vero che non è un lavoro vero e proprio ed è volontariato per la maggior parte, ma le guidelines della community sono molto severe a riguardo. Ah e, ovviamente, devono avere numerose macchine virtuali con software instabile per testare i pacchetti, ma questo va da sé.