DOMANDA Puó un adolescente lavorare come un tecnico di PC?

JackInformatico

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Sera a tutti,
ho un giovane vicino di 16 anni e frequenta un liceo delle scienze umane.
I suoi genitori sono in grave situazione economica e vorrebbe aiutare come può la sua famiglia.
È molto appassionato di computer, sia hardware che software, e per adesso vorrebbe in qualche modo assemblare/riparare(dal punto di vista software, cose semplici) pc per conto altrui in cambio di una piccola mancia.
Ci sa fare con la manualità, ha già assemblato un pc per conto suo senza problemi.
Quindi vorrei aiutarlo dando appunto dei consigli, il problema è che non so come cominciare, anche come un'attività domestica, tanto per divertimento, o addirittura se può un adolescente con le sue abilità e capacità fare lavoretti del genere.
Grazie in anticipo, vorrei aiutare questo ragazzo come posso.
 

quizface

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Sera a tutti,
ho un giovane vicino di 16 anni e frequenta un liceo delle scienze umane.
I suoi genitori sono in grave situazione economica e vorrebbe aiutare come può la sua famiglia.
È molto appassionato di computer, sia hardware che software, e per adesso vorrebbe in qualche modo assemblare/riparare(dal punto di vista software, cose semplici) pc per conto altrui in cambio di una piccola mancia.
Ci sa fare con la manualità, ha già assemblato un pc per conto suo senza problemi.
Quindi vorrei aiutarlo dando appunto dei consigli, il problema è che non so come cominciare, anche come un'attività domestica, tanto per divertimento, o addirittura se può un adolescente con le sue abilità e capacità fare lavoretti del genere.
Grazie in anticipo, vorrei aiutare questo ragazzo come posso.

Quando andavo a scuola, ti parlo di tantissimo tempo fa, avevo un amico che faceva geometri (io facevo I.T.I.) dietro casa nel capanno in lamiera, dove suo padre teneva la macchina, aveva allestito una piccola officina meccanica e sistemava i cinquantini le vespe lambrette insomma tutti i motorini di noi ragazzi, ovviamente si faceva pagare, poco, ma si faceva pagare. Io invece dopo la scuola andavo a lavorare in una ditta di insegne luminose. Forse erano altri tempi, si faceva ovviamente per guadagnare qualche soldo per il Sabato sera e la Domenica, ma e' stata una bella esperienza di vita.... ahh il mio amico poi e' diventato meccanico professionista con tanto di concessionaria moto.
 

JackInformatico

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Quando andavo a scuola, ti parlo di tantissimo tempo fa, avevo un amico che faceva geometri (io facevo I.T.I.) dietro casa nel capanno in lamiera, dove suo padre teneva la macchina, aveva allestito una piccola officina meccanica e sistemava i cinquantini le vespe lambrette insomma tutti i motorini di noi ragazzi, ovviamente si faceva pagare, poco, ma si faceva pagare. Io invece dopo la scuola andavo a lavorare in una ditta di insegne luminose. Forse erano altri tempi, si faceva ovviamente per guadagnare qualche soldo per il Sabato sera e la Domenica, ma e' stata una bella esperienza di vita.... ahh il mio amico poi e' diventato meccanico professionista con tanto di concessionaria moto.

Grazie per la risposta.
Beh..di sicuro è una bella esperienza, soprattutto nell'adolescenza. Lui infatti vuole creare una piccola attività domestica, come il ragazzo di cui mi stavi parlando, ma non sa se avrà successo, o addirittura se lo lasceranno fare. Io avrei mezza idea su come potrebbe iniziare, per esempio mettere dei volantini nelle varie bacheche sparse per la città, non so, ditemi voi, soprattutto se avete avuto la stessa esperienza.
 

fuffolazzo

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Se abita in una grossa città potrebbe pensare di offrirsi come assemblatore ad un negozio di Computer e magari tirare su una mensilità ...
 

fuffolazzo

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Beh provare a vedere se hanno bisogno di forza lavoro....
 
U

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Ospite
Ciao, giusto qualche informazione sparsa:

- attenzione a pubblicizzare apertamente questo tipo di attività, che devono essere teoricamente ad """offerta libera""" altrimenti diventano un lavoro a tutti gli effetti con tutte le complicazioni del caso.
Escludendo la P.IVA resta l' opzione della ritenuta d' acconto per i cosidetti lavori non continuativi, requisito che verrebbe subito a mancare nel momento in cui il ragazzo ne facesse spesso e pure pubblicizzati...
Insomma, fai come fanno tutti: passaparola, aumma aumma, soldini tra privati e tutti contenti.

- senza alcuna offesa ma l' aver assemblato un pc da soli è ben lungi dal saper mettere le mani su di un pc, nemmeno per cose banalotte; Non lo dico per presunzione, abbiamo tutti iniziato così, ma tieni conto del problema intrinseco del riparare la roba degli altri: la "garanzia".
Finchè si tratta della zia o dell' amico va tutto bene, quando comincia a capitarti l' amico dell' amico già si arriva ai ferri corti se sbagli qualcosa, e non ci sono tutele di alcun genere.
Nel senso che o non ti pagano o comunque poi fanno una pessima pubblicità del tuo lavoro, e la buona pubblicità (parlo sempre di passaparola!) in questo caso è la cosa più importante.

- dubito seriamente che un negozio accetti un ragazzo di 16 anni per riparare pc, a meno che non sia l' amico del proprietario... certo chiedere non costa nulla.
Di solito trovi plurilaureati in scienze iperspaziali che pur di lavorare accettano di fare i garzoni al Mediaworld.... E' molto triste, lo so.

- molto importante, lo dico sempre a tutti gli aspiranti tecnici: dimenticatevi di guadagnare assemblando pc da gioco, lasciate proprio perdere. E' un mercato riservato a gente che... se li assembla appunto da soli oppure li fa fare una volta nella vita all' amico.
Il fatto che sia una passione non implica un mercato, anzi, più è di nicchia e meno ci si possono fare soldi.
Detto fuori dai denti è più facile avere entrate regolari andando a fare l' aiuto elettricista o il muratore che non riparando pc.

- i margini di guadagno nel campo della "sistemazione dei pc degli amici degli amici" sono a livello di pizza margherita + acqua: se uno ti porta un pc da riformattare, non aspettarti di chiedergli 200€.
Se uno ti chiede di levargli un virus, a 20€ ti guardano già male.
Quelli che accettano senza domande sono i totali ignoranti, ma dalla volta dopo si rivolgeranno al nipote del cuggino che "a 5 anni già è un hahcckcher!".

Se vuoi un consiglio spassionato da dare al ragazzo, digli di cercare un' altro modo per aiutare i suoi genitori perchè quello informatico è un campo uber-saturo e dove NON si guadagna se non sei un professionista da anni in un' azienda di quelle giuste.
 
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JackInformatico

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Ciao, giusto qualche informazione sparsa:

- attenzione a pubblicizzare apertamente questo tipo di attività, che devono essere teoricamente ad """offerta libera""" altrimenti diventano un lavoro a tutti gli effetti con tutte le complicazioni del caso.
Escludendo la P.IVA resta l' opzione della ritenuta d' acconto per i cosidetti lavori non continuativi, requisito che verrebbe subito a mancare nel momento in cui il ragazzo ne farebbe spesso e pure pubblicizzati...
Insomma, fai come fanno tutti: passaparola, aumma aumma, soldini tra privati e tutti contenti.

- senza alcuna offesa ma l' aver assemblato un pc da soli è ben lungi dal saper mettere le mani su di un pc, nemmeno per cose banalotte; Non lo dico per presunzione, abbiamo tutti iniziato così, ma tieni conto del problema intrinseco del riparare la roba degli altri: la "garanzia".
Finchè si tratta della zia o dell' amico va tutto bene, quando comincia a capitarti l' amico dell' amico già si arriva ai ferri corti se sbagli qualcosa, e non ci sono tutele di alcun genere.
Nel senso che o non ti pagano o comunque poi fanno una pessima pubblicità del tuo lavoro, e la buona pubblicità (parlo sempre di passaparola!) in questo caso è la cosa più importante.

- dubito seriamente che un negozio accetti un ragazzo di 16 anni per riparare pc, a meno che non sia l' amico del proprietario... certo chiedere non costa nulla.
Di solito trovi plurilaureati in scienze iperspaziali che pur di lavorare accettano di fare i garzoni al Mediaworld.... E' molto triste, lo so.

- molto importante, lo dico sempre a tutti gli aspiranti tecnici: dimenticatevi di guadagnare assemblando pc da gioco, lasciate proprio perdere. E' un mercato riservato a gente che... se li assembla appunto da soli oppure li fa fare una volta nella vita all' amico.
Il fatto che sia una passione non implica un mercato, anzi, più è di nicchia e meno ci si possono fare soldi.
Detto fuori dai denti è più facile avere entrate regolari andando a fare l' aiuto elettricista o il muratore che non riparando pc.

- i margini di guadagno nel campo della "sistemazione dei pc degli amici degli amici" sono a livello di pizza margherita + acqua: se uno ti porta un pc da riformattare, non aspettarti di chiedergli 200€.
Se uno ti chiede di levargli un virus, a 20€ ti guardano già male.
Quelli che accettano senza domande sono i totali ignoranti, ma dalla volta dopo si rivolgeranno al nipote del cuggino che "a 5 anni già è un hahcckcher!".

Se vuoi un consiglio spassionato da dare al ragazzo, digli di cercare un' altro modo per aiutare i suoi genitori perchè quello informatico è un campo uber-saturo e dove NON si guadagna se non sei un professionista da anni in un' azienda di quelle giuste.

Ho capito, grazie mille per il supporto, prenderò nota.
 

Francomoh

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Non abitiamo in una grossissima città, un paese più o meno di 27k di abitanti, e da quanto ho visto, ce ne saranno un paio di negozi di PC.

Anche se non sono molti: che domandi. Sperando in risposta positiva :sisi:
 
H

Heradan

Ospite
Un altro problema è la fiducia , tante persone la chiudono nell'armadio e buttano la chiave , preferiscono comprare computer già belli pronti o portarli da tecnici "esperti" , quelli che ti montano un 850w della tech solo
 

fuffolazzo

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Insomma, fai come fanno tutti: passaparola, aumma aumma, soldini tra privati e tutti contenti.

- senza alcuna offesa ma l' aver assemblato un pc da soli è ben lungi dal saper mettere le mani su di un pc, nemmeno per cose banalotte; Non lo dico per presunzione, abbiamo tutti iniziato così, ma tieni conto del problema intrinseco del riparare la roba degli altri: la "garanzia".
Finchè si tratta della zia o dell' amico va tutto bene, quando comincia a capitarti l' amico dell' amico già si arriva ai ferri corti se sbagli qualcosa, e non ci sono tutele di alcun genere.
Nel senso che o non ti pagano o comunque poi fanno una pessima pubblicità del tuo lavoro, e la buona pubblicità (parlo sempre di passaparola!) in questo caso è la cosa più importante.

- dubito seriamente che un negozio accetti un ragazzo di 16 anni per riparare pc, a meno che non sia l' amico del proprietario... certo chiedere non costa nulla.
Di solito trovi plurilaureati in scienze iperspaziali che pur di lavorare accettano di fare i garzoni al Mediaworld.... E' molto triste, lo so.

- molto importante, lo dico sempre a tutti gli aspiranti tecnici: dimenticatevi di guadagnare assemblando pc da gioco, lasciate proprio perdere. E' un mercato riservato a gente che... se li assembla appunto da soli oppure li fa fare una volta nella vita all' amico.
Il fatto che sia una passione non implica un mercato, anzi, più è di nicchia e meno ci si possono fare soldi.
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- i margini di guadagno nel campo della "sistemazione dei pc degli amici degli amici" sono a livello di pizza margherita + acqua: se uno ti porta un pc da riformattare, non aspettarti di chiedergli 200€.
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Se vuoi un consiglio spassionato da dare al ragazzo, digli di cercare un' altro modo per aiutare i suoi genitori perchè quello informatico è un campo uber-saturo e dove NON si guadagna se non sei un professionista da anni in un' azienda di quelle giuste.



Concordo pienamente!
Infatti molti credono ti poter creare un'attività e sbancare il mercato, senza contare tutti i risvolti che devono essere presi in considerazione!
E molto spesso si apre un attività per fare un tonfo dopo pochissimi mesi (e non solo in informatica)
Oggi è un settore tosto... In un altro post qui in questa area sto cercando di dare un quadro chiaro a @CrazyAngel1990 che vorrebbe aprire un'attività in piena regola e non ho capito se ha il queadro completo di tutto costi, conoscenze etc.etc.

Forse uno si deve inventare un'alternativa e fornire più che altro servizi, per esempio servizi a domicilio a privati e sopra un certo range di età...
Insomma reinventarsi!
 

Blume.

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Sera a tutti,
ho un giovane vicino di 16 anni e frequenta un liceo delle scienze umane.
I suoi genitori sono in grave situazione economica e vorrebbe aiutare come può la sua famiglia.
È molto appassionato di computer, sia hardware che software, e per adesso vorrebbe in qualche modo assemblare/riparare(dal punto di vista software, cose semplici) pc per conto altrui in cambio di una piccola mancia.
Ci sa fare con la manualità, ha già assemblato un pc per conto suo senza problemi.
Quindi vorrei aiutarlo dando appunto dei consigli, il problema è che non so come cominciare, anche come un'attività domestica, tanto per divertimento, o addirittura se può un adolescente con le sue abilità e capacità fare lavoretti del genere.
Grazie in anticipo, vorrei aiutare questo ragazzo come posso.

Nell’ordinamento italiano, l’espressione lavoro minorile indica il contratto o il rapporto di lavoro intercorrente fra datore di lavoro ed un minore, ossia un soggetto che non abbia ancora compiuto i 18 anni.

La Costituzione riconosce e garantisce al lavoro prestato dai minori una speciale tutela mediante gli artt. 37 e 34, ove stabilisce rispettivamente i principi di parità di retribuzione a parità di lavoro fra adulto e minore e di obbligo dell’assolvimento scolastico.

La disciplina specifica in materia è contenuta nella legge n. 677/1977, così come modificata a seguito del recepimento della normativa comunitaria.
In particolare la legge citata coinvolge i minori così come più sopra definiti e, nell’ambito di tale categoria, opera un’ulteriore distinzione fra bambini e adolescenti.

In particolare intende per:

  • bambini, i minori che non abbiano ancora compiuto i 15 anni di età o che siano ancora soggetti all’obbligo scolastico;
  • adolescenti, i minori che hanno un’età compresa fra i 15 ed i 18 anni ed abbiano già assolto l’obbligo scolastico.

L’età minima per l’accesso al lavoro coincide con il momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non può essere inferiore ai 15 anni compiuti.
In proposito, è necessario specificare che, a decorrere dall’anno 2007- 2008, il numero degli anni di istruzione obbligatoria è stato innalzato a dieci anni e, conseguentemente, l’età minima di ammissione al lavoro è innalzata ai 16 anni.
Conseguentemente, la legge vieta espressamente di adibire al lavoro i bambini, che non possono accedervi sino all’assolvimento dell’obbligo scolastico, il quale pertanto costituisce una condizione necessaria per l’ammissione all’attività lavorativa.

È peraltro stabilita una deroga a tale previsione poiché è permesso l’impiego di minori in attività di carattere culturale, artistico sportivo e pubblicitario, purché però sussistano particolari condizioni formali e sostanziali.

Possono invece accedere al lavoro gli adolescenti, per i quali tuttavia è prevista una disciplina speciale, volta a dettare regole peculiari che ineriscono a specifici aspetti del rapporto di lavoro con il minore. Tali regole sono predisposte al fine di evitare che la crescita fisica ed intellettuale del minore subisca pregiudizi.

Invero esse subiscono deroghe in casi espressamente previsti: non debbono infatti essere applicate quando l’adolescente sia adibito a lavori occasionali o di breve durata, purché si tratti di servizi domestici svolti in ambito familiare oppure di prestazioni svolte nelle imprese a conduzione familiare a condizione che esse non abbiano carattere nocivo, né pregiudizievole, né pericoloso.


Fonte.
 

JackInformatico

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Nell’ordinamento italiano, l’espressione lavoro minorile indica il contratto o il rapporto di lavoro intercorrente fra datore di lavoro ed un minore, ossia un soggetto che non abbia ancora compiuto i 18 anni.

La Costituzione riconosce e garantisce al lavoro prestato dai minori una speciale tutela mediante gli artt. 37 e 34, ove stabilisce rispettivamente i principi di parità di retribuzione a parità di lavoro fra adulto e minore e di obbligo dell’assolvimento scolastico.

La disciplina specifica in materia è contenuta nella legge n. 677/1977, così come modificata a seguito del recepimento della normativa comunitaria.
In particolare la legge citata coinvolge i minori così come più sopra definiti e, nell’ambito di tale categoria, opera un’ulteriore distinzione fra bambini e adolescenti.

In particolare intende per:

  • bambini, i minori che non abbiano ancora compiuto i 15 anni di età o che siano ancora soggetti all’obbligo scolastico;
  • adolescenti, i minori che hanno un’età compresa fra i 15 ed i 18 anni ed abbiano già assolto l’obbligo scolastico.

L’età minima per l’accesso al lavoro coincide con il momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non può essere inferiore ai 15 anni compiuti.
In proposito, è necessario specificare che, a decorrere dall’anno 2007- 2008, il numero degli anni di istruzione obbligatoria è stato innalzato a dieci anni e, conseguentemente, l’età minima di ammissione al lavoro è innalzata ai 16 anni.
Conseguentemente, la legge vieta espressamente di adibire al lavoro i bambini, che non possono accedervi sino all’assolvimento dell’obbligo scolastico, il quale pertanto costituisce una condizione necessaria per l’ammissione all’attività lavorativa.

È peraltro stabilita una deroga a tale previsione poiché è permesso l’impiego di minori in attività di carattere culturale, artistico sportivo e pubblicitario, purché però sussistano particolari condizioni formali e sostanziali.

Possono invece accedere al lavoro gli adolescenti, per i quali tuttavia è prevista una disciplina speciale, volta a dettare regole peculiari che ineriscono a specifici aspetti del rapporto di lavoro con il minore. Tali regole sono predisposte al fine di evitare che la crescita fisica ed intellettuale del minore subisca pregiudizi.

Invero esse subiscono deroghe in casi espressamente previsti: non debbono infatti essere applicate quando l’adolescente sia adibito a lavori occasionali o di breve durata, purché si tratti di servizi domestici svolti in ambito familiare oppure di prestazioni svolte nelle imprese a conduzione familiare a condizione che esse non abbiano carattere nocivo, né pregiudizievole, né pericoloso.


Fonte.

Bene, quindi rispetta le norme giuridiche in teoria.
 

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