30mila euro di multa se creo una rete domestica? Ecco la verità

Abbiamo intervistato Assotel e Assoprovider per fare chiarezza sulla realizzazione delle reti Wi-Fi e fisiche. Hanno due opinioni diverse sull'argomento perché la legge risale al 1992 e si presta a interpretazioni differenti. In ogni caso il tema è quello della liberalizzazione del mercato.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

Realizzare una rete Wi-Fi domestica in autonomia, senza affidarsi a specialisti, si può fare in Italia? La risposta è sì se la domanda viene posta ad Assotel; no (anzi ni) se si interroga Assoprovider. La prima associazione rappresenta i (medi e grandi) operatori del settore telecomunicazioni, mentre la seconda i piccoli provider.

"Secondo noi è sufficiente che ci sia di mezzo la rete pubblica (di accesso, NdR) per rischiare una multa", sostiene Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider. "La legge prevede che i semplici dispositivi auto-installanti si possano montare in completa autonomia", rilancia Eros Prosperi, vicepresidente di Assotel. "Le linee di tipo domestico sono da sempre deregolamentate".

Al centro della querelle il vecchio Decreto Ministeriale 314 del 1992 che si occupa ancora solo di linee telefoniche e ovviamente non è al passo con le innovazioni degli ultimi anni. Una su tutte: la connettività Internet.

"Nel 2005 ci siamo rivolti al Ministero per interpretare il decreto, che non parla di Internet. La risposta fu che oltre i 128 kbit/s, che corrispondono a due linee, non si possono montare apparati come un router senza uno specialista", ha rincarato Bortolotto. "Un cittadino sarebbe passibile di multa".