Come se non bastasse la carenza di componenti per la realizzazione di schede video, DDR5 e altri chip per l'elettronica di consumo (Raspberry Pi, automotive), forse presto a questa lista bisognerà aggiungere anche gli SSD. Infatti, Kioxia (ex Toshiba) e Western Digital, due tra i maggiori produttori di NAND, hanno sfortunatamente comunicato che alcuni problemi di contaminazione hanno portato alla perdita di (almeno) 6,5 Exabyte (miliardi di Gigabyte) di memorie flash.
Nello specifico, in base al comunicato di Kioxia, la problematica ha coinvolto la sua produzione di flash 3D BiCS, usate ampiamente per gli SSD, ma quella di flash 2D non è stata intaccata. Si tratta di una perdita considerevole, che potrebbe portare ad un aumento dei prezzi dei prodotti che ne fanno uso: in primis SSD, ma anche penne USB e smartphone. Stando ad un'analista intervistato da Bloomberg, il danno potrebbe arrivare sino a ben 16 Exabyte.
Se facciamo riferimento ai dati di TrendForce, Western Digital e Kioxia occupano il 32,% dell'intero mercato NAND e questo incidente andrà a influenzare la produzione del primo trimestre di quest'anno. Analisti dell'azienda hanno previsto che questo porterà ad un aumento dei prezzi delle memorie flash NAND dal 5 al 10% nel secondo trimestre, il che andrà a impattare probabilmente anche sui costi degli SSD. Purtroppo, questo non è l'unico inconveniente inerente alla produzione di memorie flash. Infatti, recentemente Samsung è stata costretta a chiudere una sua fabbrica a Xi'an, in Cina, a causa di COVID-19.
Poche settimane fa, Microsoft ha finalmente reso disponibile un aggiornamento che risolve il bug relativo alle prestazioni degli SSD in Windows 11, riportandole allo stesso livello di Windows 10. Per ulteriori dettagli, vi raccomandiamo di leggere il nostro precedente articolo.