Acer crede nei netbook e nei tablet costosi, rischia grosso

Nonostante i netbook siano moribondi, Acer non vuole smettere di produrli, e per l'anno prossimo ha in cantiere anche un tablet da 500 dollari. L'ex numero due del mondo non sembra riuscire a tirarsi fuori dal momento di crisi in cui stagna ormai da un anno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Acer non intende lasciar perdere i netbook. Lo ha confermato il vice presidente Scott Lin al Digitimes, interrogato dopo che Samsung ha comunicato l'intenzione di abbandonare questa categoria di prodotti ormai moribonda. La giustificazione di Lin è che ci sono mercati emergenti, come Cina, Indonesia e India, in cui i netbook sono ancora richiesti. Una tesi rispettabile, ma i numeri di vendita paiono francamente insufficienti per giustificare una catena di produzione che porti a utili degni di un'azienda di fama mondiale. 

Acer non intende smettere di produrre netbook

Acer dovrebbe saperlo bene, considerato che è il produttore che ha pagato di più lo scotto del crollo di questi prodotti: nel terzo trimestre ha registrato una perdita del 45,1 percento rispetto allo stesso periodo del 2010, di cui una grossa fetta è imputabile alle mancate vendite di netbook. Nonostante questo Acer si ostina ad andare contro corrente rispetto a una tendenza che il prossimo anno potrebbe diffondersi a macchia d'olio.

Oltre al benservito di Samsung, di segnali a riguardo ce ne sono ormai fin troppi, a partire da una ricerca di mercato pubblicata da ABI Research, nella quale si affermava come nel terzo trimestre le vendite dei tablet (13,6 milioni di pezzi) avessero superato quelle dei netbook (7,3 milioni).

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Sono proprio i tablet a costituire la chiave di lettura dell'evoluzione di mercato a cui stiamo assistendo: anche se sono dispositivi senza tastiera fisica con dotazione e caratteristiche ben differenti dai netbook, hanno di fatto preso il loro posto fra le preferenze di chi cerca la massima portabilità, e ormai non si torna più indietro.

Asus, che con il Transformer è stato l'unico produttore di PC ad avere realizzato un tablet di successo (oltre ad Apple), sarà probabilmente il prossimo candidato all'abbandono dei netbook. Perché Acer non fa altrettanto? Il problema è più complesso di quanto possa sembrare.

Da un anno a questa parte l'azienda taiwanese ha imboccato una serie di vicoli ciechi e ora le è difficile uscire da labirinto che lei stessa si è costruita attorno. Dopo la dipartita di quello che tutti conoscono come "il manager italiano", Gianfranco Lanci, i taiwanesi hanno pensato bene di dismettere la politica decennale di vendita di notebook a bassissimo costo (che portava utili certi), per buttarsi a capofitto nella produzione di tablet anti-iPad. 

I tablet Acer finora sono stati un flop

L'insuccesso è stato clamoroso e i dirigenti taiwanesi, lontani da una strategia da perseguire con determinazione, hanno voltato pagina e ora puntano tutto sugli ultrabook.

I tablet non sono stati del tutto dimenticati: sempre stando al Digitimes sembra che il prossimo anno Acer ci riproverà con un modello dotato di piattaforma Tegra 3 dal prezzo compreso fra 459 e 599 dollari. Speriamo non abbiano ragione i produttori taiwanesi: dite addio ai tablet, rischiate figuracce.

Acer ha sulle spalle il fallimento dei tablet, un probabile scivolone (almeno nel breve periodo) degli ultrabook e vendite fiacche nel settore notebook. Nel giro di un anno è diventata il quarto produttore mondiale di computer alle spalle di HP, Lenovo e Dell e ha un'unica certezza: quando c'erano i netbook le cose andavano bene.

C'è da augurarsi che l'attaccamento al passato duri poco e che qualcuno prenda una decisione sensata su quello che conviene produrre e quello che è meglio lasciar perdere, perché i bonus di sopravvivenza ai passi falsi non dureranno in eterno.