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a cura di Dario D'Elia

Alcune notizie o analisi di mercato possono veramente sconvolgere. Non solo gli appassionati, ma anche gli operatori del settore. Lasciato in sordina un articolo della Reuter, datato 20 dicembre 2004, che accennava al possibile abbandono da parte della Sony del comparto Plasma TV, adesso non si può che costatarne la fondatezza delle affermazioni.

Nihon Keizai Shimbun, uno dei più importanti quotidiani giapponesi, citato nell’articolo come autorevole fonte dello scoop, aveva dichiarato che Sony avrebbe interrotto entro la prossima primavera la commercializzazione delle sue TV al Plasma. L’azienda giapponese è attualmente il secondo assemblatore/distributore mondiale, ma non produttore perché acquista l’hardware da Pioneer, LG.Philips, Fujitsu, e Hitachi – gli ultimi due sono in joint venture.

L’idea di abbandonare alla concorrenza il segmento Plasma sarebbe legata alla scelta di concentrasi sui due settori dove Sony ha dimostrato di essere all’avanguardia, ovvero quello LCD e a retro-proiezione. Due segmenti che permettono di contenere maggiormente i costi di produzione, grazie a contratti meno onerosi con terze parti. Senza contare le conseguenze della prossima joint-venture, sempre per gli LCD, con Samsung.

Negli ultimi mesi l’aumento delle richieste da parte del mercato europeo ha messo in difficoltà la divisione Plasma di Sony, che ovviamente ha stretto accordi commerciali con i produttori di hardware per volumi completamente diversi. Tutto questo ha prodotto un buco di 250 miliardi di dollari all’anno nel bilancio del comparto TV. Ripiegare potrebbe essere considerata una mossa strategica, come ha fatto Philips nello scorso ottobre eliminando dal mercato i suoi sistemi LcoS per le TV a retro-proiezione, preferendo un maggiore coinvolgimento nel business LCD e Plasma.

Allo stesso tempo non si può dimenticare l’ultima partnership fra il leader del mercato, Matsushita Electric (Panasonic), e la sud-coreana Toray Industries, specializzata nella produzione di fibre sintetiche. Con lo stabilimento di Amagasaki, situato nel Giappone occidentale, dalla seconda metà del 2005 la produzione di pannelli al Plasma raggiungerà le 100 mila unità al mese, per arrivare alle 250 mila entro il 2007. Insomma, per il 2006 la produzione complessiva di tutti gli stabilimenti raggiungerà le 2 milioni di unità annue, permettendo, secondo le previsioni di Matsushita, di conquistare uno share del 40% con prezzi di listino “imbarazzanti”.

Malgrado ufficialmente i produttori neghino un ulteriore taglio dei listini, gli analisti sono convinti che nel 2005 si assisterà ad una caduta dei prezzi di almeno il 25% rispetto all’anno scorso. Per questi motivi Sony potrebbe lanciare la spugna, e conseguentemente permettere all’intero settore – Matsushita in testa – di alleggerire la competizione, e frenare la corsa al budget price.

Questo è il quadro della situazione, ma come sempre bisogna dar credito anche alle comunicazioni ufficiali. "Sony non ha assolutamente intenzione di abbandonare il mercato dei televisori al plasma – aveva riferito laconicamente un portavoce il 22 dicembre scorso – negli Usa nel 2005 o in futuro prevedibile". È anche vero però che la settimana dopo, i rappresentati di Sony Giappone avevano aggiunto che la compagnia "…avrebbe potuto prendere in considerazione l'idea di abbandonare il mercato delle tv al plasma ma che per il momento avrebbe continuato la produzione…".

Gli ultimi dati riguardanti l’ultimo quarto del comparto TV della Sony evidenziano un discreto profitto, ma proveniente quasi esclusivamente dal segmento LCD. Mantenere in piedi il segmento Plasma potrebbe essere già diventata solo ed esclusivamente una questione di immagine. Che dire di una Sony sconfitta in un settore home così importante? Aspettiamo i prezzi dei modelli fuori produzione!