ADSL italiano, diffuso a macchia di leopardo

Il rapporto dell'Autorità delle Comunicazioni sul broadband italiano delinea uno scenario complesso, facilmente strumentalizzabile

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a cura di Dario D'Elia

L'Autorità delle Comunicazioni ha appena divulgato i risultati di un'indagine sull'ADSL italiano che delinea uno scenario a dir poco preoccupante, soprattutto per le notevoli differenze rilevate fra le regioni del nord, centro e sud. A livello europeo, invece, "il livello di copertura della banda larga in Italia appare oggi sostanzialmente allineato… per quanto concerne le aree urbane e sub-urbane, mentre permane un divario significativo nelle aree rurali, per le quali permane una situazione di significativo digital divide infrastrutturale. Il problema dell’assenza di copertura ADSL riguarda, a fine 2007, il 6% della popolazione".

Non a caso "prendendo a riferimento la classifica dei paesi europei in termini di accessi broadband per 100 abitanti e confrontando le diverse variabili che possono influenzare la posizione dell’Italia (tredicesima) rispetto al paese he detiene il primo posto in questa classifica (Danimarca), si rileva che l'Italia è a metà classifica, considerando i 25 paesi dell'UE, per la maggior parte delle variabili infrastrutturali e strutturali, mentre il posizionamento relativo migliora per alcune componenti specifiche del settore delle telecomunicazioni e in particolare per la telefonia mobile".

L'analisi sulle determinanti del processo di sviluppo della banda larga dell'istituto di ricerca Between ricorda inoltre che "lo sviluppo del mercato della banda larga trova origine innanzitutto nel rilevante bacino di utilizzatori di Internet, che nel 2002 era stimato in oltre 14 milioni di italiani ed è salito nel 2007 a circa 20 milioni, i tre-quarti dei quali si collegano da casa".

Per quanto riguarda i servizi di providing "negli ultimi anni la quota di mercato di Telecom Italia si è progressivamente ridotta (sebbene ancora superiore alla media europea), in particolare per effetto del lancio di offerte ad elevate prestazioni e/o integrate (fonia-Internet, fonia-Internet-TV) da parte degli operatori concorrenti, abilitate dall’evoluzione dei loro processi di infrastrutturazione. Nel 2007 la quota di mercato di Telecom Italia è di circa il 64% degli accessi, in progressivo

calo anche nel primo trimestre nel 2008, periodo nel quale la quota sugli incrementi netti è stata inferiore al 40%".