Altroconsumo ha barato sui centri riparazione?

Coretech, coinvolta nello scandalo delle riparazioni fraudolente, ha risposto ad Altroconsumo. A loro parere il portatile aveva ben altri problemi, e non solo una RAM scollegata. A questo punto l'associazione potrebbe avere responsabilità poco chiare.

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a cura di Dario D'Elia

Uno dei centri di riparazione notebook criticati nella recente indagine di Altroconsumo ha deciso di rispondere per difendersi dalle accuse di attività "fraudolenta". La prima considerazione è che per eseguire il test l'associazione avrebbe esclusivamente sganciato un modulo RAM, ma per il centro Coretech la fattura indica 65 euro per l'analisi scheda madre (smontaggio, rimontaggio e analisi della scheda madre), 18,34 euro per la sostituzione di un componente di alimentazione e 45 euro per alimentatore universale 90 watt.

"Ammesso e non concesso che un tecnico possa prendere un abbaglio e non accorgersi che il problema sia molto più semplice di come si presenta, qualora l'esborso da parte del cliente fosse stato di 65 euro + iva per smontare e rimontare la scheda madre e accorgersi poi che il problema non era a livello di scheda madre, potremmo ammettere di aver commesso un errore", scrive il responsabile della società.

Nooo, il complotto nooo!

"In questo caso però sulla base della vostra presentazione, pare che siano stati commessi 3 errori con lo stesso cliente, il che per quanto ci riguarda è improbabile e spiegherò il perché".

"Può accadere di essere convinti che un problema come quello segnalato in fase di presa in carico del computer, sia inerente il circuito di alimentazione della scheda madre. In questi casi potrebbe essere commesso l'errore di non testare tutte le componenti smontabili che costituiscono il portatile (alimentatore, batteria, lettore cd/dvd, memorie ventola, scheda wireless ed altro) che in alcuni casi possono appunto essere la causa di malfunzionamento di un portatile".

"In ogni caso in base ai sintomi si procede per step a testare le componenti, semplicemente scollegandole e provando ad accendere il PC. Se il PC non si avvia neanche a livello di bios con le componenti scollegate (ram, batteria cd rom) allora si procede d'ufficio allo smontaggio a livello di scheda madre".

Ebbene, il tecnico a questo punto avrebbe dovuto accorgersi del problemino delle memorie, ma anche se questo non fosse successo difficile credere che anche il secondo specialista ("Il nostro collaboratore ha decenni di esperienza, ha scritto una ventina di libri di elettronica e tecnologia e collabora anche per una rivista di elettronica molto conosciuta") sia stato così disattento.

"Se di errore non si fosse trattato, significherebbe che tutte le persone coinvolte siano concordi sul modo di operare e dovremmo essere considerate alla stregua di un associazione per delinquere finalizzata alla truffa", aggiunge il referente della società. 

"È troppo pesante come accusa o allusione! Considerando che siamo degli esseri umani e che quindi avremmo potuto anche sbagliare ci siamo voluti però rendere coscienti ancor di più di quanto potesse essere accaduto e pertanto ci siamo permessi di fare alcune prove".

E così Coretech ha ripetuto l'esperimento in casa e contattato anche gli altri centri assistenza.

"Non è che una volta deciso di fare un'indagine di questo tipo, la conclusione della stessa dovesse essere necessariamente che qualche centro assistenza si comporta in malo modo e quindi per forza di cose alla fine, almeno qualche società ne dovesse fare le spese ed essendo la tipologia di sabotaggio (staccare un banco di ram) troppo banale, qualcuno abbia pensato bene di rendere le cose un po' più difficile?", conclude Coretech.

Personalmente mi avevano quasi convinto, ma l'accusa finale nei confronti di Altroconsumo mi ha lasciato basito. Il complottismo è decisamente uno dei mali incurabili del nostro paese.