AMD Bulldozer farà mangiare la polvere ai Core i7?

In Rete si vocifera di prestazioni davvero convincenti per l'architettura Bulldozer di AMD. Il processore a 8 core potrebbe essere più veloce fino al 50 percento rispetto al Core i7 950. Ovviamente il tutto va preso con le pinze.

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a cura di Manolo De Agostini

L'architettura Bulldozer dovrebbe consentire alle CPU AMD Zambezi a 8 core di raggiungere prestazioni fino al 50 percento superiori rispetto ai processori Core i7 950 (4 core, 8 thread) e Phenom II X6 1100T (6 core). 

L'indiscrezione è stata pubblicata dal sito turco DonanimHaber, solitamente affidabile, che afferma di essere entrato in possesso di alcuni documenti destinati ai partner di AMD. Del processore Bulldozer in esame non si conosce la frequenza, così come il sistema su cui è stato fatto girare né i computer con le altre CPU citate nel confronto. 

Il dato del 50%, se confermato e ora da prendere assolutamente con le pinze, potrebbe essere indicativo di un progetto dalle buone basi, più veloce probabilmente anche del Core i7 980X. Non sarebbero quindi un caso le voci che vorrebbero AMD decisa a resuscitare il suffisso FX, sinonimo di velocità, per alcuni modelli di fascia più alta (AMD crede in Bulldozer, rinasce il marchio FX?).

Non bisogna però dimenticare che Intel, dopo aver realizzato le CPU a due e quattro core Sandy Bridge, sta lavorando sulle proposte a sei e otto core con l'obiettivo di spostare ancora più in alto l'asticella delle prestazioni. 

La seconda metà dell'anno potrebbe quindi restituirci - almeno per un po' di tempo - una AMD in testa sotto il profilo del prestazioni, con una Intel pronta a riprendersi lo scettro successivamente. Tuttavia la partita si giocherà - come sempre - anche sui prezzi, ancora ignoti, a cui saranno vendute sia le CPU Bulldozer che le future soluzioni Intel. 

A ogni modo non vediamo l'ora di saggiare le qualità del progetto Bulldozer, perché dopo anni di tanta (e troppa) fatica nella lotta con Intel, AMD potrebbe tornare a essere più competitiva anche sul fronte delle prestazioni e dei consumi, grazie al passaggio al processo produttivo a 32 nanometri.