Intel: Turbo Boost

Recensione – Test delle due modalità di accelerazione dinamica del clock dei processori AMD e Intel.

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a cura di Tom's Hardware

Intel: Turbo Boost

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L'implementazione di Intel funziona meglio sui processori con molta scalabilità inerente al proprio design, perché il Turbo Boost copre una gamma di frequenza molto più ampia. Per esempio, il progetto a sei core Gulftown (Core i7 980X), lavora già vicino al proprio limite termico sotto carico. Per questo è limitato a un incremento di 266 MHz con un singolo core attivo, e di un modesto salto in avanti di 133 MHz quando due o più core sono attivi. Sapendo che il margine di overclock dei processori Intel è considerevole, è davvero un peccato per gli appassionati. Dopo tutto il Phenom II X6 può incrementare un numero di core fino a tre di un massimo di 400 MHz usando il processo produttivo a 45 nanometri.

I transistor power gate di Intel facilitano l'abbattimento dei consumi di ogni core. I processori sono in grado di sganciare questi core dal consumo generale, e si guadagnano così il margine necessario per aumentare la frequenza dei core rimanenti. La premessa in questo caso è che un numero inferiore di core può lavorare a frequenze più alte senza compromettere i consumi.

Laddove AMD fondamentalmente riduce la frequenza e la tensione dei core inattivi, Intel può spegnerli fisicamente. In teoria questo dovrebbe permettere consumi più bassi e, insieme alla capacità di aumentare o ridurre dinamicamente il numero dei core di uno o più unità, si possono ottenere migliori prestazioni generali.

Intel ha un altro vantaggio che dovrebbe essere tenuto presente. I processori a sei core AMD accedono a 6 MB di cache L3 condivisa, mentre l'architettura Intel offre 12 MB di cache. Se spegnete ogni core singolarmente, le unità che rimarranno attive potranno ancora accedere a tutti i 12 MB di cache L3. Questo dovrebbe fornire vantaggi in quelle applicazioni che lavorano con dati limitati e usano pochi thread.