Android e il codice Java copiato, il giallo corre sul Web

Nel web scontro tra blogger e un esperto di brevetti: Google Android viola brevetti Java di Oracle? La risposta è tutt'altro che semplice, ma non mancano disamine approfondite.

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a cura di Manolo De Agostini

Giallo attorno al caso che vede Google e Oracle in tribunale sull'uso di proprietà intellettuali Java brevettate all'interno di Android. Secondo quanto scritto dall'esperto di brevetti Florian Mueller, Google potrebbe avere seri problemi nel difendersi dalla causa depositata da Oracle nei mesi scorsi, riguardante sette brevetti Java e altro materiale protetto da copyright (Oracle denuncia Google per Java, Big G non ci sta - Google difende Java su Android, Oracle è ipocrita - Android ha davvero copiato il codice Java di Oracle? - Google si chiama fuori da Android nella causa Oracle) .

"A oltre 5 mesi dalla denuncia, Google non sembra in grado di rispondere a Oracle sull'infrazione dei brevetti, mentre nel frattempo emergono alcune prove del fatto che differenti componenti di Android potrebbero violare davvero i diritti di proprietà intellettuale di Sun, l'azienda acquisita da Oracle un anno fa".

Mueller avrebbe scoperto "altro materiale che Oracle potrebbe presentare alla corte come esempi d'infrazione di copyright nel codice di Android". Oltre alle evidenze portate da Oracle come prove, Mueller avrebbe trovato altri sei file che mostrerebbero chiari segni di scopiazzamento. "Tutti questi file fanno parte del codice sorgente online di Froyo (Android 2.2) e Gingerbread (2.3) a differenza dei file presentati da Oracle".

L'esperto ha inoltre identificato 37 file contrassegnati dalla scritta proprietario/confidenziale di Sun e un file con la dicitura DO NOT DISTRIBUTE (da non ridistribuire). Questi file sembrano collegati "alle API Mobile Media del Sun Java Wireless Toolkit e, a meno che Google non abbia ottenuto una licenza per quel codice, ciò costituisce un'altra infrazione".

Secondo Mueller si sarebbe passati da un'intestazione di quel tipo alla licenza GPL 2, magicamente. Google ha dichiarato nella sua risposta formale alla denuncia che Oracle aveva omesso l'intestazione sul copyright. "È vero, ma ora che ho visto due versioni del file originale, non penso che le parti mancanti favoriscano Google. È il contrario. Sia sotto licenza proprietaria che GPL, il codice collegato non potrebbe essere concesso nuovamente sotto Apache da chiunque altro se non il detentore di diritti (Oracle/Sun)", ha aggiunto Mueller.

"Un'infrazione di copyright è un'infrazione di copyright, e se Google pubblica codice sotto una licenza che non è mai stata resa disponibile dal legittimo proprietario, questo è un serio problema legale".

In un secondo post Mueller ha rincarato la dose, affermando che tutto questo codice di dubbia legittimità è presente su build distribuite online da Motorola, LG e Samsung. "Sono sicuro che queste aziende non intendevano infrangere i diritti di Oracle. Probabilmente si sono affidate a codice Android che presumevano legale". Dell e HTC non hanno integrato questi file nel sorgente delle distribuzioni online e secondo Mueller il codice potrebbe essere presente anche in file diversi, vista licenza GPL con cui è stato reso disponibile online.

Le "prove" di Muller sono però state messe in discussione da Ed Burnette di Zdnet, il quale ha affermato che i file in questione non sarebbero parte delle versioni effettivamente commercializzate con i terminali Android.

Mueller ha prontamente risposto dichiarando di non aver mai detto che i dispositivi in commercio contengono il codice che ha identificato. "Mi sono riferito solo al software Android e se il codice offerto su android.kernel.git.org non costituisce Android, cos'altro? E che dire della disponibilità di pacchetti sorgente per i dispositivi Android che ho appena menzionato? I blogger  hanno scritto solo che il codice non è mai stato integrato in alcun dispositivo. Per dimostrarlo avrebbero dovuto eseguire un'indagine per ciascun dispositivo Android disponibile".

"Il codice in android.kernel.git.org è Android. Lo stesso vale per la disponibilità dei pacchetti sorgente dei dispositivi Android di cui ho parlato". Mueller ha citato anche Nilay Patel di Engadget, che ha fatto notare come "una volta creata o distribuita una copia non autorizzata, si è responsabili di una violazione. La distribuzione online è una forma elettronica di vendita di software".

"Come ho scritto in precedenza, semplicemente perché il codice non si trova nei file per la versione di default di Android ciò non significa che non è usato da un OEM da qualche parte, soprattutto quando tale codice è apparentemente sotto licenza Apache, una licenza open source molto permissiva che consente l'integrazione all'interno di programmi closed-source", ha concluso Meuller.

Questioni di lana caprina, apparentemente, ma Oracle potrebbe sfruttarle per rafforzare la propria posizione contro Google. Vedremo se il colosso statunitense saprà cogliere i suggerimenti di Florian Mueller.