Antitrust UE contro Intel, il verdetto è tutto da rivedere?

Il verdetto dell'Antitrust UE che portò alla multa di 1 miliardo di dollari a Intel dovrebbe essere rivisto. A dirlo un avvocato generale dell'Unione.

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a cura di Manolo De Agostini

Nel 2009 Intel venne multata per 1,06 miliardi di euro dall'Antitrust europeo per pratiche anticoncorrenziali illegali e abuso di posizione dominante nel mercato dei microprocessori. Nel 2014 la sentenza venne confermata in appello, ma Intel decise di rivolgersi Corte di giustizia europea.

A distanza di oltre due anni il caso potrebbe riaprirsi. Lo scorso giugno si è infatti tenuta un'udienza in seguito alla quale l'avvocato generale Nils Wahl ha emesso una serie di raccomandazioni per la Corte. Si tratta di opinioni non vincolanti ma, come riporta Peter Sayer su PC World, la Corte è incline a seguirle.

intel

Wahl suggerisce di rivedere il caso e contesta alcuni punti dei verdetti precedenti. Tra questi il tema degli sconti fatti da Intel a quattro produttori - Dell, Lenovo, Hewlett-Packard e NEC - a condizione che acquistassero un alto numero di CPU Intel. Inoltre si fa riferimento ai pagamenti fatti dall'azienda alla catena Media Saturn Holding (MediaWorld) a condizione che vendesse solo PC con CPU Intel.

Tali tattiche, secondo i precedenti verdetti, avrebbero soffocato sul nascere la concorrenza della principale rivale di allora, AMD, riducendo la scelta da parte dei consumatori e frenando l'innovazione.

Wahl ritiene che la corte avrebbe trattato sconti e pagamenti come esclusivi, e ciò avrebbe portato a sovrastimare l'impatto di tali azioni nel limitare la competizione. Nel caso di HP e Lenovo, invece, l'avvocato generale fa notare l'assenza di esclusività, in quanto l'intesa con Intel permetteva di acquistare quantità rilevanti di processori x86 di AMD.

Wahl ha poi messo in dubbio la posizione di mercato di Intel, allora forse non così dominante da poter essere abusata. Facendo una media della quota di mercato del colosso di Santa Clara tra il 2002 e il 2007 non si sarebbe considerato che la quota dell'azienda si stava riducendo, e che nel 2007 non era più tale da limitare la concorrenza.

L'avvocato generale ha poi evidenziato che la Commissione non ha registrato un colloquio con un dirigente di Dell, in conformità con le leggi comunitarie, e ha messo in discussione la giurisdizione della Commissione su alcuni dei presunti abusi di mercato di Intel. Le corti di grado precedente non sarebbero infatti riuscite a stabilire se alcuni accordi tra Intel e Lenovo avessero avuto effetti anticoncorrenziali immediati e prevedibili all'interno del sistema economico europeo.

Su un punto però Wahl è stato netto, forse quello più caro a Intel: la dimensione della multa. "Sono d'accordo con la Commissione sul fatto che gli argomenti addotti da Intel in relazione alla proporzionalità della sanzione debbano essere dichiarati inammissibili", ha scritto nelle sue raccomandazioni. A Santa Clara non saranno felici.

La palla passa ora alla Corte di giustizia, che nel corso del prossimo anno (entro 6 mesi) dovrà decidere se rinviare oppure no il caso a un tribunale di grado inferiore affinché si entri nuovamente nel merito della vicenda.

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