Apple, abbiamo bisogno di umanisti digitali

All'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli è stato presentato oggi il corso "iOS Foundation Program" in partnership con Apple, aperto anche a studenti di facoltà umanistiche. Il rapporto tra cultura e tecnologia sarà sempre più fecondo nel mondo di domani.

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a cura di Alessandro Crea

È stato presentato oggi all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli il primo Corso "iOS Foundation Program" in partnership con Apple.  Un'iniziativa simile a quella che si terrà presso L'Università Federico II, sempre a Napoli, con la novità però che qui potranno partecipare anche umanisti, perché il rapporto tra cultura e tecnologia può essere più fecondo di quanto si possa immaginare.

"Il nostro progetto non si rivolge soltanto a ingegneri o a esperti in tecnologie" hanno spiegato i manager Apple coinvolti nel progetto "e proprio in questo Ateneo abbiamo scoperto risorse, patrimoni di conoscenze e competenze, oltre che luoghi unici, che ci fanno credere che il lavoro con l'Università Suor Orsola Benincasa sarà molto fecondo e innovativo".

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Quello tra cultura e tecnologia è un binomio che a prima vista può sembrare improbabile, visto che i ragazzi dovranno imparare a programmare app per iOS tramite linguaggio Swift. In realtà invece può essere molto fecondo per entrambi, schiudendo nuovi orizzonti di sviluppo per il futuro.

Un umanista può dare nuovi input sia da un punto di vista formale e funzionale che contenutistico. Uno psicologo o un pedagogo, giusto per prendere ad esempio alcune delle figure che potranno partecipare al corso, potrebbero ideare app e giochi più efficaci per lo sviluppo psichico dei bambini o dedicate all'apprendimento.

In altri ambiti si potrebbero ideare soluzioni che facilitino lo studio, la circolazione e la condivisione di informazioni, che abbiano al tempo stesso contenuti rigorosi per chi è del settore ma espressi in maniera accattivante anche per i non addetti ai lavori. Basti pensare ad esempio a un museo che voglia far conoscere le proprie collezioni, attirando un pubblico più ampio ed eterogeneo, ma soprattutto giovane.

Umanesimo e tecnologia non sono mondi distanti e contrapposti, ma possono diventare strumenti complementari di divulgazione, di studio e di conoscenza. Il motore di un nuovo rinascimento.