Apple e altre potrebbero aver acquistato oro da aziende illegali

Quattro delle maggiori aziende tecnologiche al mondo hanno acquistato oro estratto in maniera illegale in Brasile.

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a cura di Antonello Buzzi

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La realizzazione di dispositivi elettronici moderni, come smartphone, tablet, notebook e PC, richiede diverse risorse naturali, come l'oro e il rame. Ovviamente si tratta di materiali preziosi, che devono essere acquisiti in via legale dalle aziende per costruire i propri prodotti.

Lo scorso lunedì, il portale brasiliano Repórter Brasil ha pubblicato un articolo del quale veniva affermato che grosse società, come Apple, Microsoft, Google e Amazon, hanno acquistato oro estratto in maniera illegale da terra indigene brasiliane situate nella foresta amazzonica (vietato in Brasile, in quanto provoca la deforestazione della foresta amazzonica e la contaminazione dei fiumi con il mercurio, nonché finanzia la criminalità organizzata), destinati a smartphone e computer di Apple e Microsoft, nonché server di Google e Amazon.

A quanto pare, le big tech hanno comprato il materiale dalle raffinerie Chimet e Marsam tra il 2020 e il 2021, entrambe oggetto di indagine da parte della Polizia Federale brasiliana per l'estrazione illegale di risorse naturali, oltre a diverse accuse relative a danni ambientali. Tuttavia, al momento risultano regolarmente certificate negli Stati Uniti e in Europa.

Repórter Brasil ha richiesto un commento ad Apple, Google, Microsoft ed Amazon, ma solo Apple, per ora, ha risposto dichiarando che non sta acquistando più oro da Marsam, senza tuttavia chiarire la situazione con Chimet. Da anni, l'azienda di Cupertino si sta impegnando per proteggere l'ambiente e salvaguardare il benessere di milioni di persone coinvolte nella catena di fornitura, dalle miniere agli stabilimenti in cui i prodotti vengono assemblati, tanto da avere un'area del sito ufficiale dedicata proprio a quest'argomento.

Il governo degli Stati Uniti al momento non ha ancora commentato la vicenda, mentre la The London Bullion Market Association ha dichiarato di essere a conoscenza delle indagini in corso in Brasile e sta rivalutando la certificazione delle due aziende.