Apple Fusion Drive non ha più segreti: tecnologia svelata

Una nuova analisi dovrebbe chiudere le discussioni su Fusion Drive. Apple non ha ribattezzato il caching, ma trovato un modo di unire la velocità di un SSD alla capienza di un hard disk. Comodo per chi ha un Mac, ma non una ragione d'invidia per chi usa il PC.

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a cura di Manolo De Agostini

Fusion Drive è stata messa a nudo. Come sappiamo usa Core Storage, il gestore dei volumi di OS X, per crearne uno singolo composto da SSD e HDD, per offrire la velocità di un SSD e la capacità di un hard disk, o almeno questo è l'obiettivo di Apple. Una nuova analisi tecnica conferma che non è un hard disk ibrido né caching.

Abbiamo già trattato l'argomento in due notizie (qui e qui), scoprendo che è possibile abilitare Fusion Drive anche sui vecchi Mac, a patto di dotarli di SSD oltre che dell'hard disk di fabbrica. Arstechnica ha tuttavia pubblicato un interessante articolo in cui svela ulteriori dettagli su questa tecnologia, tratti da un documento "segreto" di Apple. Il sito ha inoltre analizzato le prestazioni di Fusion Drive mettendo le mani su un nuovo Mac mini.

Un Mac mini aperto ... 

Per prima cosa, il documento conferma quello che forse in tanti non hanno capito: non si tratta di un hard disk ibrido. Nel caso degli iMac abbiamo un hard disk affiancato da memoria NAND Flash a modulo, una sorta di SSD "distribuito" come sul MacBook Air e sul MacBook Pro retina; nei Mac mini invece si trova un classico SSD da 2,5 pollici. Inoltre, non si tratta di caching inteso come ciò che fa l'Intel Smart Response Technology (SRT).

SRT determina tramite algoritmi che cosa deve passare dall'hard disk all'SSD, ma la posizione predeterminata dei dati è sempre l'hard disk magnetico. In Fusion Drive è la memoria NAND Flash il dispositivo con il quale s'interagisce per primo, mentre l'hard disk serve per aumentare lo spazio di archiviazione complessivo.

Insomma, "l'SSD è come un bicchiere piccolo, sotto cui c'è un secchio molto più grande. Quando si inserisce un dato in Fusion Drive, è come versare l'acqua nel bicchiere fino a quando questa non trabocca per finire nel secchio. Con Fusion Drive state sempre versando acqua nel bicchiere", spiega L. Hutchinson di Arstechnica, aggiungendo che "non è una cosa nuova né rivoluzionaria, […] ma è una tecnologia che funziona. È il funzionamento immediato che la rende degno di nota".

... e il Solid State Drive al suo interno

Nel Mac mini usato per la prova, Arstechnica ha trovato un SSD Samsung 830 e un hard disk, visti dal sistema come un unico volume. Le prestazioni rilevate si sono dimostrate al livello di un SSD di fascia media. Poiché il sistema mostra un singolo volume, per vedere SSD e HDD separatamente bisogna passare alla linea di comando.

A ogni modo il sistema operativo e tutte le applicazioni preinstallate sono sull'SSD, quindi il sistema è reattivo e non influenzato in alcun modo dall'hard disk. "Il tempo di avvio del Mini è stato impressionantemente rapido, circa 7 secondi".

"Abbiamo copiato un file di 3GB da un NAS al Mac mini, monitorando il throughput dei dischi con iostat. Tutte le operazioni di IO si sono svolte sull'SSD. Quando la copia è stata completata, abbiamo lasciato il mini fermo per un'ora per verificare se spostava parte o tutto il file sull'hard disk, ma non è accaduto. Ho copiato un secondo file da 3 GB e osservato lo stesso comportamento – la copia è stata fatta sull'SSD e il file è rimasto lì. Ho riprovato con un file da 8GB e non è cambiato nulla. Iostat non ha mostrato alcuna attività sul disco rigido".

Arstechnica è quindi passata alla copia di un file da 120 GB, in modo da forzare un comportamento diverso. Quando la quantità di dati sull'SSD ha raggiunto l'ammontare di circa 110 GB (la dimensione della partizione Core Storage sull'SSD), le operazioni di IO sono passate dall'SSD all'hard disk, senza interrompere la copia - completata con successo.

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Dopo una ventina di secondi Fusion Drive ha iniziato a spostare i dati. "Sulla base del throughput osservato e la quantità di dati trasferiti, è chiaro che Fusion Drive stava trasferendo informazioni dall'SSD al disco rigido", si legge sul sito web.

"Il processo di migrazione è andato avanti per  un breve lasso di tempo e poi si è fermato. La quantità dei dati copiata sull'hard disk è stata pari a circa 4 GB. Ho copiato ripetutamente grandi file sul disco e i risultati sono rimasti conformi". Insomma, il drive SSD vuole avere sempre 4 GB liberi.

Questo buffer di 4GB non è quello a cui si riferiva Anandtech. Fusion Drive non mantiene 4GB di buffer quando lo spazio disponibile sull'SSD è maggiore di 4GB; piuttosto serba un minimo di 4GB liberi sull'SSD.

"Che dire invece dei nuovi file? Dove sono creati? Dove si installano le applicazioni dell'App Store? E quelle non dell'App Store? Che dire della cattura video e dei file scaricati in un browser web? La riposta è semplice: tutto va nell'SSD e non c'è niente che si possa fare per cambiare tutto questo", ha sentenziato Arstechnica, concludendo con un "Fusion Drive sembra funzionare come pubblicizzato".

Vale quindi ciò che abbiamo affermato nelle settimane scorse: Fusion Drive fa automaticamente ciò che con un PC Windows va fatto a meno, se si hanno a disposizione un SSD e un hard disk. Il fatto che l'utente non possa intervenire, magari impostando alcuni parametri che preferisce, non è probabilmente un limite tecnico quanto una scelta determinata da parte di Apple. Qui c'è l'analisi di ArsTechnica, suddivisa in due pagine in cui si guarda anche al comportamento con Windows (Bootcamp).