ARM ha presentato Artemis, la nuova architettura SoC (system on chip) che sostituirà nella fascia alta del mercato smartphone (ma non solo) l'attuale Cortex A72. Non è un caso, quindi, che la nuova soluzione si chiami Cortex A73. L'azienda ha presentato inoltre una nuova GPU chiamata Mali G71.
Come i precedenti core Cortex A72 e A57, anche il Cortex A73 è un progetto a 64 bit che può essere accoppiato a core meno potenti come i Cortex A53 o A35, deputati a gestire operazioni più leggere al fine di garantire una maggiore autonomia. A differenza del core Cortex A72, un progetto con un front end three-wide, il nuovo design è two-wide. Secondo ARM, un core Cortex A73 è in grado di migliorare le prestazioni del 30% aumentando allo stesso tempo l'efficienza del 30%.
Parte dell'incremento prestazionale è legato a un innalzamento della frequenza (2,5 GHz per l'A72 e 2,8 GHz per l'A73), mentre un'altra è figlia di un affinamento dell'architettura. Il tutto senza dimenticare che il passo avanti sul fronte dell'efficienza è dovuto a uno scatto in avanti per quanto concerne il processo produttivo: Artemis - come emerso nelle scorse settimane - sarà realizzato a 10 nanometri, mentre le attuali proposte sono a 14 o 16 nanometri.
Secondo ARM i primi system on chip Cortex A73 a 10 nanometri arriveranno all'inizio del 2017 nei prodotti consumer, ma non è da escludersi che questo core possa essere realizzato a 14 o 16 nanometri per alcuni settori.
Con la nuova proposta ARM non voleva solamente aumentare prestazioni di picco ed efficienza, ma anche migliorare le prestazioni di calcolo sostenute, ossia permettere alla CPU di esprimere le massime prestazioni per più tempo, senza entrare in throttling per via dell'eccessiva temperatura. Di solito i chip mobile sono pensati per lavorare al massimo per brevissimi periodi di tempo.
Secondo ARM le CPU Cortex A73 sono capaci di operare ai livelli di picco per un tempo molto più lungo di quello delle CPU A57 o A72 al fine di garantire migliori prestazioni non solo con i giochi ma anche con le esperienze del futuro, dalla realtà virtuale a quella aumentata. Queste due nuove tecnologie destinate a trovare un mercato sempre maggiore richiedono infatti un frame rate elevato e stabile per diverso tempo.
Passando alla GPU Mali G71, abbiamo una soluzione basata su architettura Bifrost che, secondo il progettista inglese, è "la più scalabile realizzata sinora", capace di eliminare l'overhead della precedente architettura Midgard. Questo nuovo core grafico, oltre a supportare le API più recenti come Vulkan, garantisce la piena compatibilità con HSA, importante per il cosiddetto "GPU computing".
Con HSA la CPU e la GPU possono accedere agli stessi dati presenti nella memoria di sistema, allo stesso momento, garantendo quindi che l'unità più adatta lavori sull'informazione più consona, senza attese dovute alle copia delle informazioni nel rispettivo pool di memoria.
Secondo ARM la nuova G71 è 1,5 volte più veloce della GPU Mali T880 a parità di processo produttivo. Questo vantaggio è legato a miglioramenti di vario genere, come il raddoppio degli shader da 16 a 32 unità. Un nuovo sistema di "quad vectorization" permette inoltre di ridurre l'overhead, consentendo di eseguire quattro thread alla volta facendo un uso più efficiente ed efficace della GPU. Inoltre ARM ha rivisto lo scheduling affinché sia possibile eseguire più istruzioni alla volta senza dover effettuare pause prima e dopo ogni singola istruzione.
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