ARM sfida le CPU mobile di Intel con Deimos e Hercules

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a cura di Manolo De Agostini

ARM ha illustrato per la prima volta una roadmap relativa alle CPU client, offrendo stime su prestazioni e consumi per due generazioni di prodotti fino al 2020. L'azienda con base nel Regno Unito, ma finita in mani giapponesi (quelle di Softbank), sembra sempre più proiettata a lanciare il guanto di sfida a Intel e AMD, almeno per quanto riguarda il settore dei portatili.

Dopo aver presentato l'architettura Cortex-A76 destinata ai portatili, uno dei più grandi passi avanti prestazionali nella storia dell'azienda (+35%), ARM guarda a un futuro ancora più lontano, spiegando come intende offrire prestazioni equivalenti alle migliori offerte mobile di Intel, ma con consumi nettamente inferiori.

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ARM vede nei dispositivi "always connected" con connettività di rete 5G un'opportunità unica per dare una sferzata al mercato dei notebook. La stessa cosa deve averla pensata, anche se si tratta di un primo timido tentativo, Qualcomm con la piattaforma Snapdragon 850. Ed è così che ARM ha nella propria scaletta Deimos e Hercules, due generazioni di CPU che seguiranno A76, capaci di aumentare le prestazioni ciascuna del 15% sui progetti precedenti.

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Entrambi i core saranno basati sulla microarchitettura A76 e introdurranno affinamenti "evoluzionari" e aggiornamenti incrementali. Essendo l'A76 un prodotto del 2018, incarnato da chip a 10 e 7 nanometri a bordo di dispositivi che arriveranno entro fine anno, il suo successore Deimos segnerà il passaggio generale ai 7 nanometri, mentre Hercules nel 2020 sarà il cuore di chip sia a 7 nanometri che a 5 nanometri. ARM non ha chiarito i suoi piani ulteriormente, anche se probabilmente nel 2021 arriverà un'architettura nuova, maggiormente innovativa.

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Oltre alla roadmap ARM ha reiterato gli obiettivi di prestazioni e consumi dell'A76 rispetto alle piattaforme Intel concorrenti. ARM ritiene di aver raggiunto le prestazioni single-thread di un Core i5 di casa Intel con TDP di 15 watt (segnatamente un Core i5-7300U a 3,5 GHz), ma con un consumo inferiore (si parla di un chip Cortex-A76 con frequenza di 3 GHz e TDP sotto i 5 watt).

Va detto, come fanno notare altre testate come Anandtech, che il confronto è un po' come paragonare mele e pere: i dati sul consumo di ARM sono legati a un carico single-thread ottenuto da una sessione con SPECint2006 Speed sotto Linux compilata con GCC7, mentre per Intel si tratta di un valore di TDP da datasheet, ottenuto forse con test multi-threaded. Insomma, le proiezioni seppur interessanti, andranno verificate sui dispositivi reali.

Confronti a parte, è significativo che ARM si sia esposta per la prima volta: un segnale del fatto che fa davvero sul serio e una volontà di rendersi trasparente e affidabile a investitori, appassionati e soprattutto futuri clienti.