Atom nei server, Intel non crede ai miracoli

Intel non pensa che Atom possa avere successo nel comparto server, anche se alcune aziende lo stanno adottando. L'azienda non sembra per ora impaurita dai primi approcci dell'architettura ARM al settore server. Fa bene?

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a cura di Manolo De Agostini

Intel non spingerà i processori Atom nel settore server. Nonostante alcuni produttori stiano realizzando sistemi dotati di centinaia di CPU Intel per netbook e nettop, l'azienda non intende incoraggiarne l'uso. Un recente esempio in tal senso è quello di Seamicro, che ha integrato 512 processori Atom in un web server (Server con 512 CPU Atom. Pazzia? No, realtà).

"Non ci opponiamo ai server basati su Atom, ma non vediamo un'ampia diffusione di Atom come chip server", ha dichiarato Kirk Skaugen, vicepresidente e general manager di Intel Data Center Group. Intel punta ancora sulla gamma Xeon. "Chi vuole prestazioni ed efficienza energetica può trovarle in un server Xeon e non in uno basato su processori Atom", ha aggiunto il manager.

Il futuro server di Intel non è negli Atom, ma nell'architettura Sandy Bridge e negli attuali Xeon. Un processore con otto core e Hyper-Threading permette di avere server dual-socket con 32 thread. Grande potenza e minore calore prodotto rispetto a un gruppo di 32 chip Atom single-core.

Intel però deve rimanere vigile sulla possibile evoluzione di questa tendenza all'uso di tanti processori dalle prestazioni non eccezionali. L'azienda non deve sottovalutare l'ingresso dell'architettura ARM nel mondo dei server. Diverse aziende hanno testato o stanno pensando di adottare dei server con chip ARM in alcuni ambiti ben definiti - print, web o cloud server.

ARM ha recentemente presentato l'interessante architettura multi-core Cortex A15 (ARM Cortex A15 Eagle, quad-core a 2,5 GHz) e ha intenzione di aggiungere nelle future architetture capacità multithreading (in alcuni settori come quello di rete), oltre ai 64 bit. Per ARM però c'è il problema del software e non è di poco conto, ma abbiamo imparato che il mercato a volte può stupirci.