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a cura di Dario D'Elia

La New York Public Library è un’istituzione negli Stati Uniti. I suoi due leoni di pietra che difendono l’entrata – o meglio il sapere custodito all’interno dell’edificio in stile Beaux Art – si chiamano Fortitude (coraggio) e Patience (perseveranza). Quasi un monito per i visitatori, che però non mostra i segni del tempo, anzi. Se la tecnologia può essere considerata come un ottimo strumento di divulgazione qui l’hanno capito e stanno investendo per trasformare il concetto stesso di biblioteca, anche operando scelte azzardate.

Da questa settimana, infatti, sono disponibili per tutti i tesserati centinaia di audio-book, scaricabili dal canale web ufficiale e archiviabili sul proprio notebook, player multimediale o semplicemente su un CD – i PC, infatti non mancano nei vari dipartimenti. L’unica nota stonata riguarda il fatto che i possessori di Apple i-Pod ne rimarranno fuori: le versioni digitali di "Moby Dick", "Heart of Darkness" e tanti altri titoli (circa 700) non possono essere riprodotti sul player più venduto nel mondo. La prima domanda è "Perché?", la seconda è una constatazione "Ah Ah Ah".

Beh, in verità non ci sarebbe niente da ridere, ma questa scelta sembra così buffa. Il motivo, però, è semplice: il software di protezione copyright è firmato Microsoft e disabilita l’accesso ai file dopo 21 giorni. Quelli ovviamente archiviati su player multimediali e o CD, invece, possono continuare ad essere utilizzati, ma comunque non su Apple i-Pod.

Oltre agli audio-book sono disponibili gli e-book, che possono essere scaricati anche su viewer Mac e palmari, ma comunque il fatto di non poter accedere al resto potrebbe infastidire i poveri utenti discriminati.

L’anno scorso è partito il progetto e-book con circa 3000 titoli, che poi sono stati presi in prestito almeno 23 mila volte, segno evidente che l’iniziativa ha riscosso successo. "Stiamo cercando di anticipare il trend", ha detto Michael Ciccone, responsabile acquisizioni presso New York Public Library. Si sarò riferito solo ed esclusivamente alla questione dei contenuti digitali, o anche ad una possibile inversione di tendenza nel mercato dei player multimediali? Apple è avvertita.