Basta silicio, arrivano le CPU fatte di funghi

Un'interessante ricerca mostra l'uso dei funghi al posto del silicio per creare il substrato dei chip elettronici.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Una nuova ricerca pubblicata su Science Advances mostra un’interessante alternativa all’uso del silicio per il subrato dei chip: i funghi. Il silicio non può essere riciclato e lo studio spiega come sia possibile usare i funghi per creare una “base biodegradabile” per i componenti elettronici.

Non è la prima volta che i funghi vengono usati per ricerche di questo tipo: qualche tempo fa vi avevamo raccontato come un’altra ricerca, portata avanti dall’Università dell’Inghilterra Occidentale, usava il micelio come conduttore elettrico per sostituire i componenti tradizionali.

Lo studio in questione è stato invece pubblicato da studiosi dell’Università Johannes Kepler di Linz, in Austria. I ricercatori hanno testato il substrato fungineo a oltre 250°C e hanno riscontrato un’ottima stabilità, segno che sarebbe in grado di gestire senza problemi sia il calore prodotto dall’elettronica, sia quello generato dalla saldatura dei componenti. Durante le diverse prove il substrato è stato impiegato anche come batteria e come materiale per circuiti stampati.

I funghi usati per gli esperimenti sono i Reishi, conosciuti anche come Ganoderma, che crescono da querce e castagni e che hanno una struttura molto simile a quella del legno. I ricercatori hanno usato unicamente la pelle del fungo, ma il resto non viene sprecato: avendo proprietà benefiche, può essere impiegato in altri campi.

Un altro vantaggio di questo fungo è rappresentato dal suo micelio, estremamente flessibile e con uno spessore simile a quello della carta. I ricercatori lo hanno piegato oltre 2000 volte anche con angoli molto stretti, sempre con ottimi risultati; potrebbe essere una novità interessante per alcuni dispositivi, come ad esempio gli indossabili.

I risultati ottenuti in laboratorio sono promettenti e incoraggianti, ma è difficile prevedere quando questo tipo di substrato debutterà sul mercato o addirittura quando sostituirà il silicio. In ogni caso è positivo sapere che gli studiosi sono al lavoro su alternative molto più ecosostenibili, che potranno ridurre sensibilmente il sempre crescente numero di rifiuti elettronici.