Batteri intelligenti che cifrano e memorizzano i dati

All'università di Hong Kong un gruppo di scienziati ha fatto memorizzare la Dichiarazione di Indipendenza a una colonia di batteri. Sfruttando poi la ricombinazione genetica dei microorganismi i dati sono stati cifrati.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Per memorizzare e cifrare i dati in futuro si potranno usare i batteri, che hanno anche il vantaggio di proteggere le informazioni dagli impulsi elettromagnetici e dalle radiazioni di un fallout nucleare. La scoperta è merito di un gruppo di ricercatori dell'università cinese di Hong Kong, che ha fatto memorizzare e cifrare dati usando una colonia di batteri Escherichia Coli - si parla di 90GB per un grammo di batteri.

Più conosciuti con l'abbreviazione E.Coli, questi batteri sono una delle specie principali che vivono nella parte inferiore dell'intestino degli animali a sangue caldo, incluso l'uomo, e finora sono stati considerati preziosi solo per la digestione corretta del cibo.

I batteri Escherichia Coli 

La recente scoperta degli studiosi mette sotto una luce nuova questimicroorganismi. In particolare, gli scienziati cinesi hanno manipolatouna colonia di batteri E.Coli inserendo nel DNA delle cellule dei microorganismi unaserie di dati, che in questo caso consistevano nella Dichiarazione diIndipendenza. Successivamente hanno sfruttato le capacità diricombinazione genetica dei batteri stessi per cifrare i dati secondouno schema ripetibile.

Lo studio è solo alle fasi preliminari, quindi non si potrà vedere un'applicazione pratica dello studio in tempo brevi. Tim Middleton dell'Università di Cambridge ha infatti spiegato che il recupero dei dati una volta cifrati è "noioso e costoso". Il problema è che non si possono escludere mutazioni successive dei microorganismi che rendano illeggibili i dati da recuperare. Per questo motivo, secondo Middleton,  al momento l'unica applicazione per questa scoperta potrebbe essere la conservazione di informazioni sul copyright negli organismi geneticamente modificati.