Blackout Aruba, l'azienda: ecco cosa è successo

A dieci ore dal blackout che ha disconnesso dalla Rete migliaia di siti italiani ed esteri, Aruba ha spiegato le cause del crollo. Al momento non si parla di compensazioni per il disagio arrecato ai clienti e l'azienda potrebbe rischiare la class action.

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a cura di Manolo De Agostini

Svelata la causa del blackout di Aruba di ieri (Aruba irraggiungibile, migliaia di siti italiani offline), che ha creato gravi disagi a migliaia di persone, che hanno visto il loro sito e gli altri servizi ko per quasi tutto il giorno. La situazione ora sembra tornare lentamente alla normalità.

L'azienda di Arezzo ha diramato un comunicato nella tardissima serata di ieri, alle 22, dopo circa 10 ore di silenzio (e secondo noi questa è la cosa più grave, aldilà del disservizio che può capitare, anche se non dovrebbe). Ecco qui di seguito:

In data 08/07/2011 intorno alle ore 12.00 presso la Webfarm 1 di Arezzo si è verificata un'interruzione dell'alimentazione determinata da un guasto dell'impianto elettrico, conseguenza imprevedibile dell'incendio verificatosi il 29 Aprile scorso nel power center della struttura interessata. 

L'alimentazione è stata ristabilita nei 30 minuti successivi all'evento, mentre il ripristino di alcuni servizi ha richiesto un tempo maggiore ed è stato completato nel corso del pomeriggio. 

A superamento della possibilità del ripetersi di eventualità simili, sono in corso importanti interventi.  

In particolare sono in fase di completamento i lavori di raddoppio di tutti gli impianti della Webfarm 1 avviati ad inizio maggio. Questo consentirà di aumentare la ridondanza di tutti gli impianti, che raggiungeranno gli standard della nuova Webfarm 2, passando così da N+1 a 2xN. L'attivazione del secondo power center, prevista per il mese di settembre, consentirà inoltre il completamento delle attività di sostituzione preventiva ed aggiornamento di tutti i componenti del power center attuale. 

Ulteriori attività in corso sono volte all'evoluzione dell'attuale schema di Business Continuity tramite lo spostamento, precedentemente pianificato ed in fase di implementazione, dei sistemi di ridondanza, dalla Webfarm 1 alla nuova Webfarm 2 (attualmente suddivisi fra i due piani della Webfarm 1). In questo modo un guasto anche generalizzato di una delle due strutture non avrà impatti sui servizi erogati in questa modalità. Il nuovo schema di Business Continuity verrà applicato già a partire dalle prossime settimane ai sistemi che ospitano i servizi di posta elettronica ed hosting per poi essere esteso a tutti gli altri. 

Aruba S.p.A desidera ringraziare i clienti per la comprensione manifestata ed invita a contattare il servizio di Assistenza per qualsiasi comunicazione o richiesta.

L'azienda conferma quindi una delle indiscrezioni che vi avevamo riportato ieri, cioè problemi di tipo elettrico (anche se qualche cliente su Twitter e Facebook non crede a questa tesi). Nessuna menzione per ora di rimborsi o iniziative a favore dei propri clienti, che hanno comunque perso tempo, denaro e soprattutto pazienza. Speriamo quindi che seguano maggiori dettagli, ricordando che dopo all'incidente del 29 aprile l'azienda mise in campo un'offerta di "compensazione" per il disagio arrecato.

Come abbiamo riportato anche nella notizia di ieri, l'ADOC (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori) non ha escluso azioni legali contro Aruba.

"Stiamo ricevendo migliaia di chiamate e segnalazioni da parte di utenti danneggiati dal blackout dei server della società Aruba - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - l'Adoc ha attivato prontamente il suo pool di legali per valutare la situazione e la possibilità di un risarcimento del danno subito, non escludendo un'eventuale class action a tutela degli interessi degli utenti. I server Aruba gestiscono una grande parte del traffico web italiano e migliaia sono i consumatori e gli operatori economici che dal blocco dei server stanno subendo un danno economico notevole. Molti siti di e-commerce e servizi al pubblico sono inattivi o bloccati, causando danni per milioni di euro. Consigliamo pertanto agli utenti interessati di inviare la documentazione, con annessa quantificazione, del danno subito alla società Aruba e all'Adoc per conoscenza".