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a cura di Manolo De Agostini

Tweakness.net
riporta una curiosa ed importante notizia: Bram Cohen, creatore e lead developer del software-fenomeno P2P BitTorrent, afferma di essere favorevole alla pirateria digitale.

Una settimana fa lo scoop avrebbe avuto un impatto minore rispetto ad ora che la Corte Suprema si è espressa contro il mondo P2P affermando l'importanza degli "intenti" che danno vita ad un progetto di file-sharing nel dover determinare le responsabilità di eventuali violazioni dei diritti di autore.

Nella "Technological Activist's Agenda" di Cohen si legge:

"I further my goals with technology ... I build systems to disseminate information, commit digital piracy, synthesize drugs, maintain untrusted contacts, purchase anonymously and secure machines and homes."

Cohen non ha mai incoraggiato pubblicamente la pirateria e ha sempre sostenuto di avere creato BitTorrent come tool per la distribuzione legittima di files. Alcuni esperti di giurisprudenza hanno però avvertito che le parole che si leggono nel sito web potrebbero venire in qualche modo strumentalizzate per contrastare BitTorrent. Questo è anche il timore di Ashwin Navin, chief operation officer di BitTorrent, preoccupato più del comportamento dei giornalisti che del fatto di per se.

Cohen si è detto amareggiato della situazione che ritiene essere un semplice fraintendimento e dichiara di sperare che la Corte Suprema non voglia considerare come "intenti" delle frasi scritte cinque anni prima.