Caso GeForce GTX 970, una class action contro Nvidia e Gigabyte

Nvidia e Gigabyte sono state denunciate negli Stati Uniti per pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette, illegali e ingannevoli. La causa, che mira a trasformarsi in class action, riguarda la GTX 970, l'uso che fa dei 4 GB di memoria grafica e la modifica di alcune specifiche dopo mesi dall'arrivo sul mercato.

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a cura di Manolo De Agostini

Nvidia, insieme al partner Gigabyte Technology, è stata denunciata per pubblicità ingannevole, scorrette, illegali e ingannevoli. Al centro della vicenda la GeForce GTX 970, una scheda video recentemente al centro delle polemiche per l'uso "particolare" di 4 GB di memoria (qui la spiegazione), ma soprattutto per un cambio di specifiche che ha riguardato il numero di ROPs e la quantità di cache L2.

Nvidia logo

La denuncia (qui il testo) è stata depositata da Andrew Ostrowski, per conto di sé stesso e altri che sono nella sua stessa posizione. La class action, depositata presso una corte californiana, richiede che si tenga un processo con giuria e la restituzione dei profitti ottenuti con le presunte pratiche illecite, i danni ingiuntivi e tutto ciò che è consentito dalla legge della California. Oltre a Nvidia è citata Gigabyte perché è l'azienda che ha messo in commercio la scheda acquistata da Ostrowski.

"Gli imputati hanno condotto un'azione volta a indurre in errore il consumatore circa le caratteristiche, le qualità e i vantaggi della GTX 970 affermando che la scheda fornisce 4 GB di memoria effettivi, 64 ROPs e 2048 KB di cache L2, quando in realtà non lo fa", si legge nel testo della denuncia. "Il marketing legato alla GTX 970 portato avanti dagli imputati era inteso e ha creato la percezione tra i consumatori che il prodotto era, di fatto, in grado di conformarsi con le specifiche come pubblicizzato".

Gigabyte GTX 970 4GB Windforce 3X Gigabyte GTX 970 4GB Windforce 3X

Nvidia ha finora spiegato che la scheda funziona come da progetto, almeno per quanto concerne l'uso dei 4 GB di memoria. Di questa quantità di memoria solo 3,5 GB sono ad accesso prioritario e rapido, mentre la restante parte è più lenta e vi si accede solo in determinati casi e momenti. Questo è da ricondursi alla "modifica" del chip GM204, castrato (1664 CUDA core) rispetto alla sua massima espressione (che riscontriamo nella GTX 980 con 2048 CUDA core).

La scheda si comporta bene nei test, vi sono però dei casi - come il gaming in 4K con dettagli alti, ma anche in QHD con alcuni titoli - in cui gli appassionati hanno rilevato prestazioni non sempre uniformi (stuttering). Ed è proprio da questo comportamento che la vicenda è montata, sfociando in gennaio con le dichiarazioni di Nvidia. Per quanto riguarda le specifiche tecniche, l'azienda ha ammesso di aver comunicato male le informazioni alla stampa: la GPU ha solo 56 ROPs e una cache L2 di 1792 KB.

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Ed è proprio questo l'aspetto che a nostro giudizio è più grave. In qualche chiacchierata informale con un partner dell'azienda ci è stato confermato che le richieste di rimborsi (tema di una precedente news) da parte degli appassionati sono state esigue finora, anche se va detto che Nvidia non ha mai annunciato l'intenzione di procedere in tal senso, diversi partner neppure e pochi shop si sono prodigati di loro sponte nel supportare clienti che manifestavano questa volontà.

AMD vs Nvidia 4GB

AMD ha sfruttato la vicenda per farsi un po' di pubblicità

Il partner ci ha anche confidato che la cosa più drammatica della vicenda è stata la comunicazione errata delle specifiche e la poca chiarezza generale su come funzionava il prodotto. Ci è stato anche detto che la "fortuna" di Nvidia e dei partner è che le specifiche modificate non sono indicate sulle scatole dei prodotti. I 4 GB di memoria invece sono indicati, ma in questo caso i chip di memoria sono effettivamente al loro posto. Come funzioni effettivamente il prodotto è un altro paio di maniche.

Nvidia e Gigabyte al momento non hanno commentato la class action. L'azione collettiva conta per ora solo Andrew Ostrowski ma potrebbe allargarsi ad altri appassionati che si sono sentiti in qualche modo ingannati, derubati e traditi. Oppure potrebbe cadere nel vuoto, non sarebbe la prima volta, ma questo sarà un giudice a stabilirlo. Intanto i consumatori italiani, se lo desiderano, possono sottoscrivere una petizione su Change.org in cui si chiede a Nvidia di procedere a un piano di rimborsi.