Caso IE: Google con Opera, vuole la lista

Google parla della possibilità di disattivare IE da Windows, dicendosi più propensa a una lista di soluzioni durante l'installazione, proprio come Opera.

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a cura di Manolo De Agostini

Google è scesa nell'area nell'arena dei browser trovandosi, come le altre concorrenti di Internet Explorer, in una situazione complicata. Il suo nome e il forte battage pubblicitario sulle sue pagine al momento non bastano per far decollare l'uso del browser, che ha dalla sua la gioventù e un potenziale ancora inespresso. D'altronde se Mozilla Firefox ci ha messo anni di sudore per arrivare a superare il 20%, per Google la situazione potrebbe non essere diversa.

La casa di Mountain View, quindi, è stata celere nell'affiancarsi a Opera e Mozilla nella lotta (tutta europea) a Internet Explorer, auspicando un intervento risolutore dell'antitrust, in grado di portare un maggior livello di concorrenza.

Attendevamo quindi il parere di Google sulla svolta della scorsa settimana, quando Microsoft ha pubblicamente ammesso che Internet Explorer 8 sarà disattivabile in Windows 7. La posizione di Google, come leggerete, va esattamente a copiare quella di Opera.

"Non siamo ancora stati in grado di vedere la nuova funzionalità ma lo faremo quando sarà rilasciata (pubblicamente, ndr). Internet è stato fondato sulla possibilità di scelta e sull'apertura e questo richiede un campo di gioco con più opzioni per accedervi. Dal momento che un computer viene acceso, le persone dovrebbero essere in grado di accedere a una gamma di browser in modo facile e rapido", ha affermato un portavoce di Big G.

In casa Google, quindi, pensano che durante l'installazione di Windows o nei momenti immediatamente successivi sia meglio proporre una lista di browser, da cui l'utente potrà scegliere. La soluzione potrebbe essere praticabile (come tante altre), ma rimane un interrogativo sulle modalità con le quali potrà essere realizzata, perché abbiamo in mente il classico inesperto, che non conosce i browser e i loro punti di forza. In questo caso la scelta, il più delle volte, sarà fatta a casaccio, andando a danneggiare sia l'utente che la vera concorrenza. Staremo a vedere.

La vicenda, però, rimane aperta. La Commissione europea ha concesso proprio ieri un mese extra a Microsoft per replicare allo "statement of objections" inviato a metà gennaio. Microsoft ha ora tempo fino al 21 aprile per rispondere alle accuse.