Chip Intel a 22 nanometri per tablet e smartphone in arrivo

Intel ha annunciato ufficialmente che adotterà il processo produttivo a 22 nanometri per produrre i system on chip di tablet e smartphone. Non si tratta dello stesso processo usato per le attuali CPU Ivy Bridge, in quanto contempla transistor con caratteristiche differenti.

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a cura di Manolo De Agostini

Intel ha dichiarato all'International Electron Devices Meeting che farà SoC (System on Chip) 22 nanometri per per smartphone e tablet. L'annuncio non sorprende, dato che questo processo è già usato per le CPU Ivy Bridge, ma la conferma è importante perché applicare questa tecnologia produttiva ai SoC è un'operazione più complessa rispetto alla realizzazione dei processori tradizionali.

"Questa variante del processo a 22 nanometri, dedicata ai SoC, differisce da quella delle CPU entrate in produzione nel tardo 2011 poiché è stato ottimizzata per prodotti a basso consumo", ha dichiarato il portavoce della casa di Santa Clara Chuck Mulloy. Intel adotterà anche in questo caso i transistor tri-gate FinFET, che dovrebbero portare un miglioramento prestazionale tra il 22 e il 65 percento rispetto alle soluzioni attuali (Clover Trail e Medfield) prodotte a 32 nanometri con soluzioni "tradizionali".

I system on chip a 22 nanometri avranno inoltre transistor di diverso tipo, per rispondere al modello d'uso dei dispositivi mobile. Si parla di soluzioni ad alta velocità, a basso consumo per lo standby, transistor tolleranti alle alte tensioni, ma anche resistenze, condensatori e induttori, il tutto in un singolo chip per supportare un'ampia gamma di prodotti. "In passato eravamo concentrati principalmente nello sviluppo di transistor con prestazioni sempre maggiori", ha dichiarato Mark Bohr, ingegnere di Intel. "Ora sviluppiamo tecnologie con una gamma più ampia di transistor".

Il messaggio è chiaro: Intel sta investendo per mantenere la sua leadership produttiva e trasformarla in un valore aggiunto nel mondo dei dispositivi tascabili, dove l'azienda deve vedersela con un avversario tosto che si chiama architettura ARM, e con aziende come TSMC, Globalfoundries e Samsung sempre più competitive e pronte a sfruttare ogni suo passo falso per superarla.

Con il processo produttivo a 22 nanometri, Intel conta di compiere enormi miglioramenti anche sotto il profilo della dispersione della corrente, da sempre un problema dei circuiti elettronici. Nell'immagine qui sotto invece l'azienda ha mostrato come si comportano i vari processi produttivi al variare di tensione e frequenza, usando una cella SRAM.

A 65 nanometri, con una tensione massima in ingresso di 1 volt, l'SRAM ha evidenziato una gamma di frequenze di funzionamento ristretta, con 800 MHz a rappresentare la frequenza massima. Sotto 0,8 volt il chip smetteva di funzionare a qualsiasi frequenza. Con i 32 nanometri si è andati oltre e ancora meglio si è fatto con le diverse varianti dei 22 nanometri.

Ora non resta che attendere i primi chip e i successivi prodotti. L'azienda si è limitata ad affermare che la produzione in volume dei SoC prenderà il via nel 2013. Da parte nostra ogni considerazione è rimandata al futuro, ma già oggi non mancano gli scettici. Asen Asenov, ingegnere elettronico dell'Università di Glasgow, ha affermato che "parlando onestamente, non è un grande miglioramento". 

C'è chi invece come Scott Thompson, ex dipendente di Intel e ora a capo della startup SuVolta, crede nel team di ingegneri della casa di Santa Clara definendolo "il migliore di tutti", sollevando tuttavia un'altra questione: i costi. A suo dire la tecnologia adottata da Intel le impedirà di essere competitiva nel settore mobile, dove oltre alla tecnologia sono i prezzi a guidare la scelta dei produttori e, di conseguenza, ciò che i consumatori troveranno in vendita e potranno acquistare.