Christine, il PC modulare di Razer osteggiato dall'industria

L'amministratore delegato di Razer afferma che Project Christine, il concept di computer modulare svelato al CES, fatica a trovare supporto dagli OEM. Entro l'anno però potrebbe arrivare qualche annuncio.

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a cura di Manolo De Agostini

Project Christine, l'idea di computer modulare svelata da Razer al CES 2014, sta incontrando più di qualche intoppo nel suo cammino dalla mente dei progettisti alla realtà. Non manca però la classica "luce in fondo al tunnel". A discuterne è l'amministratore delegato Min-Liang Tan che, intervistato da Techradar, non ha nascosto le difficoltà d'imporre un'idea tanto radicale a un mercato da decenni povero di grandi sussulti.

"La sfida è che si tratta di qualcosa che non ci piacerebbe dover intraprendere da soli", ha affermato Tan. "Abbiamo avuto conversazioni con gli OEM (i produttori). Non sono del tutto promettenti in questo momento perché gli OEM sono entusiasti di spingere prodotti ma non di innovare realmente".

Quello che vuole dire il dirigente è che se al settore dai qualcosa di migliorato, ma in continuità con i canoni attuali, allora avrai tutti i supporter che desideri. Se invece hai un'idea che esce dal seminato, dal recinto dello status quo, allora rischierai di trovarti isolato, circondato da diffidenza. E se ti chiami Razer e non hai così tanti soldi da poterti permettere di sbagliare un progetto, allora devi trovare alleati, persone a cui far capire i vantaggi della tua idea per persuaderle a partecipare.

Project Christine propone la "democratizzazione del PC", rimuovendo le barriere che molti ancora incontrano quando devono aggiornare il PC. Non che servano sterminate competenze tecniche, non è certo il montaggio del Large Hadron Collider (LHC), ma bisogna sapere alcune cose, onde evitare ad esempio di schiacciare la CPU nel socket rendendola inutilizzabile già prima di aver acceso il computer. Il PC che ha in mente Razer si monta a pezzi, ovvero tramite moduli contenenti CPU, GPU, memoria o altro che gli utenti devono agganciare a una colonna centrale dove ci sono tutti i cablaggi.

Tutto funziona a incastro, facilissimo, anche troppo per i geek d'annata quali siamo. Un'idea che non sappiamo se sia vincente oppure no, ma è senz'altro coraggiosa. Per questo un po' di riluttanza da parte degli OEM non stupisce. Min-Liang Tan però è fiducioso di superare gli ostacoli. "Abbiamo avuto buone conversazioni. Faremo degli annunci entro fine dell'anno. Speriamo di avere 2-3 partner OEM a bordo".

Potremmo essere all'inizio di qualcosa di davvero interessante e l'obiettivo di Razer di rendere Christine un progetto aperto e partecipato potrebbe essere la strada giusta per tramutarlo in realtà. L'interesse destato dall'idea è alto, molti la giudicano meritoria di attenzione, con qualche dubbio sulla fattibilità. Si conosce troppo poco però per trarre conclusioni. Per questo non vediamo l'ora che il progetto possa trovare tutto il sostegno necessario: vorremo almeno trovarci nella posizione di poterlo lodare o criticare, ma nel merito, non sulla carta.